Live Aid: piccola filosofia di una performance

Andrea Peressini

Il 13 luglio 1985 a Londra, nel contesto del Live Aid, il frontman degli U2, Bono Vox, ha un colpo di genio: abbandona lo spazio sacro del palco per raggiungere il pubblico e coinvolgerlo fisicamente. Il risultato è una performance totale che costringe gli spettatori, presenti e assenti, a uno sforzo interpretativo enorme. Gli spettatori sono obbligati a mettersi in discussione e a cercare continui aggiustamenti rispetto a ciò che sta accadendo sopra, sotto e davanti ai loro occhi.

 

1. Il Live Aid: tra gli stadi di Wembley e JFK

2. Bono Vox e la rottura della quarta parete

3. Conclusioni

4. Bibliografia

 

1. Il Live Aid: tra gli stadi di Wembley e JFK

Con due miliardi di telespettatori collegati, la contemporanea presenza di due palchi a distanza di 5700 chilometri (in linea d’aria), uno al Wembley Stadium di Londra, l’altro all’interno dell’ormai demolito John Kennedy Stadium di Filadelfia, e la partecipazione dei più grandi artisti del periodo, l’evento benefico Live Aid ha fatto la storia delle manifestazioni musicali.

Lo scopo della manifestazione era raccogliere fondi per combattere la carestia etiope del 1984, il più grande disastro umanitario della fine del 20° secolo, con circa 8 milioni di persone coinvolte e 1 milione di morti.

Credendo fermamente nella missione, Bob Geldof dei Boomtown Rats, uno dei due organizzatori dell’evento, si è anche espresso contro la proposta di Bob Dylan di destinare una piccola parte del ricavato o di organizzare un Farm Aid per i contadini locali che stavano perdendo le loro fattorie:

"He displayed a complete lack of understanding of the issues raised by Live Aid. ... Live Aid was about people losing their lives. There is a radical difference between losing your livelihood and losing your life. It did instigate Farm Aid, which was a good thing in itself, but it was a crass, stupid, and nationalistic thing to say." (Brown, 2010:250)

 

Salirono sui palchi di Wembley e JFK una settantina di formazioni musicali, tra cui i cantanti e i gruppi pop e rock più grandi di sempre: Queen, David Bowie, Elton John, B.B. King, Sting, Phil Collins, Bob Dylan, i Led Zeppelin e i Dire Straits.

Tra gli eventi più curiosi del Live Aid, abbiamo sicuramente la doppia performance di Phil Collins, prima a Londra e poi a Filadelfia, che rappresenta un clamoroso viaggio nel tempo. Oppure, l’esibizione al JFK di Bob Dylan insieme ai due chitarristi Rolling Stones, Ron Wood e Keith Richards,, durante la quale, a un certo punto, una corda del suo strumento salta e Wood gli cede la sua. Wood però non abbandona il palco ma inizia a esibirsi in “Air Guitar”: fingendo di avere una chitarra tra le mani, mima il gesto di suonarla, lanciarla in aria e, non pago, con gesti rotatori del braccio imita Pete Townshend degli Who. 

Anche i Queen finiscono in questa lista sommaria. La band, infatti, non era inizialmente convinta di partecipare all’evento per motivi politici e aveva rifiutato l’invito di Geldof. Successivamente, però, l’organizzatore riuscì a convincerli e i Queen regalarono al mondo una delle performance musicali più emozionanti di sempre.

 

2. Bono Vox e la rottura della quarta parete

In questa cornice, sulla sponda inglese, si sono esibiti anche Bono Vox e gli U2, all’inizio della loro carriera.

Secondo gli accordi, la band irlandese avrebbe dovuto suonare Sunday Bloody Sunday, per proseguire con Bad e concludere con Pride (In the Name of Love). Le cose non andarono effettivamente così, dato che la seconda canzone Bad durò circa 12 minuti complessivi e non rimase altro tempo a disposizione di Bono Vox e compagni.

Il gruppo rock irlandese si era formato a Dublino nel 1976 per mano del cantante Bono Vox, il chitarrista The Edge (al secolo David Howell Evans), il bassista Adam Clayton e il batterista Larry Mullen Jr. Questi quattro possono vantarsi di una continuità spaventosa, visto che sono riusciti nell’intento di mantenere sempre la formazione originale.

Il gruppo nasce alla Mount Temple School di Dublino con il nome di Feedback. Passa per The Hype e, infine, U2. Sembrerebbe che il gruppo abbia lasciato al pubblico di un proprio concerto la possibilità di scelta tra gli ultimi due nomi.

Fin dagli esordi, si sono impegnati in battaglie per il rispetto dei diritti civili, a partire dalla questione irlandese. Nel 2016, Bono è il primo uomo a ottenere il titolo di “Donna dell’anno” per il suo impegno contro le disuguaglianze di genere, in particolare per la campagna “Poverty is Sexism”.

 

Men can’t step back and leave it to women alone to clean up the mess we’ve made and are still making [...] Misogyny, violence and poverty are problems we can’t solve at half-strength, which is the way we’ve been operating for a few millennia now”. (Bono, 2018).

 

Raggiunto il termine minimo dei 25 anni di carriera, nel 2005 sono stati introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame di Cleveland.

Oggi, con oltre 200 milioni di dischi venduti, gli U2 sono il gruppo che ha ricevuto il maggior numero di Grammy Award (22 premi), arricchiti da 2 Golden Globe e 2 nomination ai Premi Oscar.

Nel 1980, la band pubblica il primo album, Boy, e inizia i primi tour in Europa e negli Stati Uniti. Un anno dopo pubblicano l’album October. Non si deve attendere molto per un nuovo capolavoro; nel 1983 esce l’album War che contiene, tra le altre, la celeberrima Sunday Bloody Sunday e, a distanza di un anno, il singolo Pride (In the Name of Love). Successivamente l’album The Unforgettable Fire, contenente il singolo Bad, che scala subito al primo posto nelle classifiche di vendita inglesi.

La data da segnare sul calendario è ovviamente il 13 luglio del 1985; grazie alle performance di Bono, gli U2 acquisiranno una fama mondiale e i più audaci ricordano ancora quel giorno come il “bad day of U2.

Da un punto di vista spaziale (quello che qui ci interessa maggiormente), la performance musicale nel contesto di un concerto con un palco, è fortemente regolamentata, il che non significa impermeabile. Lo spazio “magico” è destinato ad accogliere il performer e la sua band, se presente, che mette in scena la trasformazione vera e propria. Qualcosa lì succede, e si tratta di induzione d’emozione negli spettatori, di cambiamento plurimo di stato. 

Dalla febbrile attesa dell’inizio, alla gioia straripante, fino allo svuotamento. L’adrenalina lascia, a poco a poco, i corpi ebbri degli astanti. Ecco, è proprio sul palco che si attendono loro, gli dei musicali, stelle intoccabili di un firmamento fin troppo claustrofobico. In una posizione sopraelevata e ben visibile, le band dispensano musica come segno del loro incontestabile saper fare e al pubblico è destinata la dimensione dell’ascolto. Non che la folla non abbia altri ruoli, tutt’altro; solo che parliamo esclusivamente di sanzione, positiva o negativa: applausi, grida, insulti, lancio di oggetti, al massimo della tensione movimenti verso il palco, a cercare un avvicinamento alla fonte di gioia. Si tratta quindi di adorazione, contestazione o indifferenza

Inoltre, tra artista e pubblico, tra divinità e adoranti, si instaura, sempre e comunque, una dimensione contrattuale: c’è sempre qualcuno che promette, assicura, certifica che farà qualcosa di specifico in cambio di qualcos’altro - un performance a seguito del pagamento di un biglietto, la salvezza a seguito dell’astensione dal peccato. 

Ci sono pubblici e pubblici, a seconda del tipo di performance, ma qui ci interessa il fatto che un palco è per definizione inaccessibile ad essi. Pensiamo ai plurimi dispositivi di dissuasione: le transenne, i nastri, gli addetti alla sicurezza, le forze dell’ordine, i bodyguards e gli altri corpi dei presenti. 

La potenza di un palco è data anche dal rapporto schiacciante tra l’esiguo numero di soggetti agenti che vi si esibiscono e i loro spettatori; i secondi sono un agglomerato ipertrofico detentore di un “potere” atrofico. È il paradosso delle esibizioni musicali

In questi termini, altri spazi agiscono in modo simile: la messa (banchi - fedeli vs altare - prete vs crocifisso - Gesù), il comizio (folla vs politico), la lezione (banchi - alunni vs cattedra - insegnante) e le cerimonie reali (salone - invitati/sudditi/sottoposti vs trono - re). In ognuno di questi casi, di cui l’ultimo messo come provocazione, c’è un elemento che ci porta fuori dal seminato: non è che la composizione di questi luoghi è tale per favorire l’acustica? Certo, ma l’alto, da un punto di vista topologico e in moltissime culture, è il luogo del sacro e, per estensione, del potere.

In questa cornice, Bono Vox sale sul palco rovente di Wembley con la band. Parte la musica, canta Sunday Bloody Sunday e poi si accorge che non è sufficiente. Il pubblico non è rapito come vorrebbe. Si continua allora con Bad. Da qui, il genio.

Ci mette però in allarme Lucio Spaziante:

 

"La divisione istituzionale tra gli spazi di una performance è continuamente oggetto di una messa in discussione e dunque di valorizzazione". (Spaziante, 2007: 70)

 

Questo non contraddice quanto detto sopra, perché tutti tentativi di intrusione reciproca, il perfomer nello spazio del pubblico e il pubblico nello spazio del performer, sono in effetti all’ordine del giorno e rappresentano quella messa in discussione spaziale di cui parla Spaziante; ma è proprio la forza dell’istituzionalizzazione che, nella grande maggioranza dei casi, agisce da giudice impietoso e regola i flussi. Ci sono però i casi straordinari; quei casi in cui il cambio di valorizzazione è dirompente e molto evidente. Pensiamo alle invasioni, alle fughe, alle interruzioni accidentali, alle cadute. Nel nostro caso, si diceva del genio: Bono Vox decide che quel giorno, a Wembley, gli U2 devono spingersi un po’ più in là.

Iniziano così delle vere e proprie prove di avvicinamento: Bono si sporge, si protende, fa segni con le braccia, invita il pubblico, in una danza sul filo dell’equilibrio, palco-folla, noncurante dei rigidi protocolli da rispettare. Tra lo sconcerto generale, sia dei compagni sul palco, che degli spettatori, Bono rompe finalmente la quarta parete: scende (quasi lanciandosi) dal palco e atterra tra i comuni mortali, al livello del pubblico. In un clima di estasi surreale, avviene la condivisione dello spazio utopico (spazio della performanza). La folla va in visibilio e Bono, in mezzo alla sicurezza e ai fotografi, inizia a ballare con una ragazza che è riuscita a gettarsi al di là delle transenne. Intanto, altre due sono sul palco ad aspettarlo e Bono le abbraccerà e bacerà entrambe.

 

3. Conclusioni

Il palco, in una trasformazione valorizzante, diventa lo spazio della parità, uno spazio di condivisione, non è più il luogo sacro riservato agli artisti. La ragazza del ballo, la prescelta, è l’iperonimo del pubblico: siamo tutti lei, tutti siamo il divino.

 

4. Bibliografia 

Peter Gill, Famine and Foreigners: Ethiopia since Live Aid, Oxford University Press, 2010 

Chris Brown, Bob Dylan, Live Aid, and the politics of popular cosmopolitanism, in Practical Judgement in International Political Theory, Routledge, 2010

Peter Hillmore, Live Aid: World Wide Concert Book,  Unicorn Pub House, 1985

Spaziante Lucio, Icone pop: identità e apparenze tra semiotica e musica, Mondadori, 2016

Spaziante Lucio, Sociosemiotica del pop. Identità, testi e pratiche musicali, Carocci, 2007 

Bono, Why It’s Time For Men to Step Up For Women Too, in Time, 2018: time.com

#LIVEAID, 5 cose che (forse) non tutti sanno sull’evento che cambiò la storia della musica, deejay.it, data di ultima consultazione: 12/07/22

Live Aid: le curiosità sul concerto di beneficenza che sicuramente non conoscevi, r3m.it, data di ultima consultazione: 12/07/22

Bono Vox donna dell'anno: l'omaggio di Glamour, ilmessaggero.it, data di ultima consultazione: 12/07/22

Bono on Gender Inequality: ‘Poverty Is Sexist’, rollingstone.com, data di ultima consultazione: 12/07/22

U2, britannica.com, data di ultima consultazione: 12/07/22

U2, wikipedia.org, data di ultima consultazione: 12/07/22

Live Aid 1985: l’evento che ha cambiato la storia degli U2, u2360gradi.it, data di ultima consultazione: 12/07/22

 

Foto 1 da noigiovani.it, data di ultima consultazione: 12/07/22

Foto 2 da u2360gradi.it, data di ultima consultazione: 12/07/22

Foto 3 da u2place.it, data di ultima consultazione: 12/07/22

Foto 4 da beachamjournal.com, data di ultima consultazione: 12/07/22