Joltin’ Joe DiMaggio: l’uomo che ha cambiato gli Stati Uniti d’America

Andrea Peressini

Una palla da baseball può legare insieme molte più vite di quante non si possa frettolosamente immaginare. La palla da baseball è, per esempio, un oggetto di valore che accoglie in sé tutte le speranze e i timori di una nazione: gli Stati Uniti d’America. Allo stadio, gli occhi di migliaia di tifosi le stanno incollati, ne seguono i repentini cambi di direzione. La questione è una sola: trattenere il fiato, sempre. Quegli stessi occhi, per anni, hanno visto Joe DiMaggio colpire, colpire e colpire ancora, una moltitudine di palle (2214 battute valide) come se al mondo non ci fosse cosa più importante.

 

1. L’uomo: Joseph ‘Joe’ Paul DiMaggio
2. La leggenda dello Yankee Clipper
3. Curiosità
4. Conclusioni
5. Bibliografia

 

1. L’uomo: Joseph ‘Joe’ Paul DiMaggio

Joe DiMaggio è nato a Martinez, California, nel 1914, da genitori italiani immigrati da Isola delle Femmine, in provincia di Palermo. In seguito farà spesso ritorno in Italia, anche per promuovere il baseball, lo sport che lo ha reso famoso.

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Nell’autobiografia Lucky to be a Yankees afferma di aver iniziato a giocare a 17 anni per evitare di dover aiutare il padre sul suo peschereccio; in futuro, la fama non gli ha mai fatto dimenticare i sacrifici della famiglia: quando firmò il suo primo contratto da 100.000 dollari all’anno, disse che le persone davvero ammirevoli sono quelle che, similmente a suo padre, sono costrette a spaccarsi la schiena trasportando casse maleodoranti per pochi spiccioli al giorno.

Joe DiMaggio deve la sua iniziale fortuna al fratello maggiore Vince, che gli fa ottenere un provino per la squadra locale dei San Francisco Seals, dove giocherà per quattro stagioni, dal 1931 al 1934. Questa esperienza gli permette di ottenere una certa visibilità e, soprattutto, un contratto professionistico con i New York Yankees, squadra militante nella Major League e con la quale giocherà per il resto della carriera. Nonostante l’iniziale fortuna, per un banale incidente rischia di lasciare lo sport: si lacera i legamenti del ginocchio sinistro scendendo da un autobus per andare a cena da una delle sorelle. È in questa occasione che capisce subito che, nella vita, dovrà lottare.

Joe DiMaggio è noto al grande pubblico anche per il suo matrimonio con l’attrice e cantante Marilyn Monroe. A causa dei continui litigi, i due divorziano dopo soli nove mesi, complice anche la celebre scena del film Quando la moglie è in vacanza, durante la quale a Marilyn si alza la gonna bianchissima sopra le ginocchia, provocando sconcerto. Joe DiMaggio non ha mai smesso di amarla, nemmeno dopo la prematura morte di lei: per il resto della sua vita, tre volte la settimana, ha fatto recapitare sulla sua tomba un mazzo di rose.

 

2. La leggenda dello Yankee Clipper

Jimmy Cannon, giornalista attivo a partire dalla fine degli anni Venti, era rimasto strabiliato da Joe DiMaggio, come possiamo leggere nell’articolo della National Baseball Hall of Fame:

 

Se lo hai visto giocare, non riuscirai mai a dimenticarlo. Nessuno correva con una grazia senza fretta come la sua. Le sue doti di atleta erano meravigliose perché erano quasi nascoste. Ecco che improvvisamente c’era un esterno che seguiva una palla in volo con una serenità tale che sembrava che i suoi passi fossero stati studiati da un coreografo”.

 

In effetti, il giocatore è ricordato proprio a partire dai suoi gesti atletici, dal suo modo inconfondibile di colpire la palla, di eseguire il movimento con grazia e fluidità, di imprimere la giusta forza alla mazza. Arch McDonald, il telecronista dello stadio degli Yankee, nel 1939 gli affibbia il soprannome clipper (un boeing 314 della compagnia aerea Pan Am), paragonando la velocità di DiMaggio e la sua portata nel colpo a un velivolo della Pan American. Si dice che sull’area di battuta saggiasse l’aria e che alcuni, visionando il suo stile di gioco, azzardarono parallelismi tra le traiettorie assunte dalle palle cacciate in cielo da Joe e il volo degli stormi.

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Non sorprende che sia rapidamente diventato uno dei più influenti battitori di sempre nella storia del baseball americano, come testimonia la classifica stilata nel 1999 dalla rivista The Sporting News e riportata dal sito Baseball Almanac, che lo posiziona all’undicesimo posto.

Joe DiMaggio si è costruito la sua fama tra la polvere del diamante, nessun dubbio. In quindici anni ha vinto con gli Yankees complessivamente 9 World Series, la partita che si disputa tra la vincente della National League e quella dell’American League (le due leghe che compongono la ML), in pratica, il match più importante della stagione. Viene inoltre nominato per tre volte come Most Valuable Player (MVP) dell’American League, titolo che si riconosce al miglior giocatore della lega.

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Non è certamente tutto: Joe DiMaggio ha giocato ben 16 All Star Game, partita nota anche come Midsummer Classic, competizione alla quale partecipano i migliori giocatori delle due leghe della Major League, a dimostrazione della costante condizione eccellente del giocatore.

C’è, tra tutti, un dato statistico che fa sognare i tifosi di tutta l’America dal 1941: le 56 partite consecutive con almeno una battuta valida (hitting streak), ovvero quando un giocatore, dopo aver colpito la palla, riesce a raggiungere, come minimo, la prima base. Per dare l’idea del valore sportivo che questo record ha, bisogna sottolineare che oggi, dopo ottantuno anni da quando è stato stabilito, non è ancora stato battuto. Ovviamente, ognuno di questi elementi, ha contribuito a elevare DiMaggio nell’Olimpo, non solo del baseball, ma dello sport in genere e a farne un esempio di vita da seguire e imitare, oltre che una figura a cui ispirarsi e da cui trarre forza. Questo record suscitò talmente tanto scalpore tra i tifosi americani che, non appena venne stabilito, il musicista Les Brown accompagnato dalla sua band, per celebrarlo, dedicò al giocatore un brano dal titolo “Joltin’ Joe DiMaggio”.

A proposito del soprannome ‘Joltin’ (che per il dizionario americano Merriam Webster significa dare la scossa, elettrizzare), questo gli venne dato da tifosi e giornalisti sportivi che difficilmente riuscivano a stare seduti composti quando lo vedevano entrare in campo e dare il via al suo spettacolo: Joe DiMaggio era migliore di una scarica di adrenalina.

Tornando al record dei record, che è il dato che fa parlare maggiormente, persino un geologo, biologo, storico della scienza e docente dell’Università di Harvard, Stephen Jay Gould, decise di dedicare un suo articolo, “The Streak of Streaks”, alla serie di battute di DiMaggio, citando anche lo studio di Ed Purcell, Nobel per la fisica, che era convinto del fatto che tutte le serie consecutive rientrassero statisticamente nell’ordine di un lancio di moneta: in un caso su due fallivano; tranne una al mondo, quella di DiMaggio. Quella aveva la certezza di realizzarsi. Il professor Gould andò oltre, attribuendo al giocatore, umano, qualità divine:

 

DiMaggio’s hitting streak is the finest of legitimate legends because it embodies the essence of the battle that truly defines our lives. DiMaggio activated the greatest and most unattainable dream of all of humanity, the hope and chimera of all sages and shamans: he cheated death, at least for a while.” 

 

Gould, quindi, ci ha presentato DiMaggio come un moderno Sisifo che ha lottato per sconfiggere la morte e che, per almeno un attimo, è riuscito a ingannarla, a renderla inerme. Il risultato, per un essere umano, è sensazionale e irripetibile.

Altre statistiche che alimentano il mito sono quelle in cui svetta come capoclassifica in media battuta, fuoricampo e RBI, per due volte ciascuno. A coronare la sua ascesa, inoltre, c’è l’inserimento nella National Baseball Hall of Fame nel 1955.

 

3. Curiosità

Lo scrittore americano Don DeLillo costruisce il suo colossale romanzo Underworld (1997) sulla palla che, nel 1951, grazie a un favoloso fuoricampo, consegna la vittoria della National League alla squadra dei New York Giants. DeLillo immagina che quella stessa palla, insignificante nei paraggi del Polo Grounds (lo stadio dei Giants), venga raccolta da un ragazzino e che da lì assuma il ruolo narrativo della confidente, un oggetto a cui raccontare i propri segreti, muto e osservatore. A proposito dell'oggetto sferico DeLillo (1997) dice:

 

La palla non portava né fortuna né sfortuna. Era un oggetto che passava di mano. Ma spingeva la gente a raccontargli cose, confidargli segreti di famiglia e storie personali inconfessabili, a singhiozzare di cuore sulla sua spalla. Perché sapevano che lui era il loro, come dire, il loro strumento di sfogo. Le loro storie avrebbero assunto un rilievo diverso, sarebbero state assorbite da qualcosa di più vasto, il lungo viaggio della palla stessa.

 

Nel 1951, una casualità insolita, i Giants perderanno le World Series proprio contro gli Yankees di Joe DiMaggio e quest’ultimo si ritirerà nello stesso anno. Ma c’è di più: alla partita raccontata da DeLillo stava assistendo anche il celeberrimo cantante Frank Sinatra, come leggiamo in un articolo del New York Times Book Review. Questa è un’altra coincidenza interessante. Proprio con Sinatra, infatti, DiMaggio, nel periodo in cui il campione di baseball era sposato con Monroe, fa irruzione in un appartamento in cui i due credevano di trovare la ragazza, che lo stesso Joe aveva provveduto a fare seguire da un investigatore, sospettoso di un tradimento. L’azione porterà solo alla denuncia per il crooner (cantante di musica leggera) e il giocatore.

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Negli anni successivi il ritiro, DiMaggio viene spesso invitato allo Yankees Stadium per il tradizionale lancio simbolico della palla, nell’Old-Timers’ day’.

Bene rappresentativo del sentire comune sul ritiro dell’atleta è il brano tratto dall’album Bookends “Mrs. Robinson”, inciso da Paul Simon e Art Garfunkel nel 1968, che riserva a Joe DiMaggio l’iconica strofa: Where have you gone, Joe DiMaggio? / A nation turns its lonely eyes to you / What’s that you say, Mrs. Robinson / Joltin’ Joe has left and gone away”. In questi versi sono tutti gli Stati Uniti d’America che distolgono lo sguardo dalla palla e, con occhi malinconici, si rivolgono al loro eroe Joe, smarriti perché lui li ha lasciati soli e senza punti di riferimento.

Proprio Paul Simon, tifoso degli Yankees e grande estimatore di Joltin’ Joe, si esibirà davanti al pubblico dello stadio il 25 aprile del 1999 in occasione dell’inaugurazione del monumento in memoria proprio di DiMaggio, cantando Mrs. Robinson: la commozione sugli spalti è incontenibile e quando Simon nomina il giocatore gli applausi sono scroscianti.

 

4. Conclusioni

Joe DiMaggio, alla luce dei suoi innegabili successi sportivi, coadiuvati dal matrimonio con l’icona pop Marilyn Monroe e l’amicizia, tra gli altri, di Frank Sinatra, è stato per gli Usa un eroe e un modello che i tifosi hanno sempre accolto nel loro cuore. Joe è stato capace di cambiare la propria vita, lo ha fatto con le sue forze, lo ha fatto grazie alla sua abnegazione, ha creduto nel sogno americano, ha creduto negli Stati Uniti come terra promessa e l’ha fatta sua. L’ha fatto giorno dopo giorno, partita dopo partita, palla dopo palla, senza arrendersi mai, nemmeno quando ha perso l’amore della sua vita o quando si è arruolato nell’esercito durante il secondo conflitto bellico.

L’America ha avuto la fortuna di potergli dedicare la propria memoria.

 

5. Bibliografia

Joe DiMaggio, it.wikipedia.org, data di ultima consultazione: 12/02/22

Dove sei andato, Joe DiMaggio?, ilpost.it, data di ultima consultazione: 12/02/22

Joe DiMaggio, da star del baseball a re del gossip, sport660.wordpress.com, data di ultima consultazione: 12/02/22

Joe DiMaggio, baseball-reference.com, data di ultima consultazione: 12/02/22

Joe DiMaggio uomo dal cuore gentile, albertinipierangela.altervista.org, data di ultima consultazione: 12/02/22

 

R. B. Cramer, Joe DiMaggio: The hero’s life. Simon & Schuster, 2002

S. J. Gould, The Streak of Streaks, CHANCE, 2:2, 10-16, (1989) DOI: 10.1080/09332480.1989.10554932

 

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Foto 2 da cbssports.com, data di ultima consultazione 2/03/22

Foto 3 da artpal.com, data di ultima consultazione: 2/03/22

Foto 4 da sport.sky.it, data di ultima consultazione: 12/02/22