Il lato oscuro degli artisti: Marion Zimmer Bradley e Le Nebbie di Avalon

Martina Ori

Marion Zimmer Bradley è una delle autrici fantasy più note e acclamate del secolo scorso. Il suo capolavoro, Le Nebbie di Avalon, ha favorito e rianimato il tema del femminismo e dei diritti delle donne. Tuttavia, la sua vita privata era macchiata da un grave crimine.

 

1.  Biografia
2.  Le Nebbie di Avalon e il femminismo pagano
3.  Le accuse della figlia
4.  Opera e autore, in collisione o in parallelo?
5.  Conclusioni
6.  Bibliografia e Sitografia

 

1. Biografia 

Marion Zimmer Bradley nasce il 3 Giugno 1930 ad Albany, New York.

Si laurea in lettere nel 1964 alla Hardin Simmons University ad Abilene, in Texas. Ottiene successivamente un lavoro di ricerca presso la Berkeley University, in California, dal 1965 al 1967, luogo al quale rimane legata fino alla morte.

La carriera di scrittrice fantasy inizia nel 1949, anno in cui si sposa con il primo marito Robert Alden Bradley, dal quale divorzia il 19 Maggio 1964, mantenendo però il cognome nel nome d’arte, col quale inizia a pubblicare le sue opere nel mondo fantasy.

 

Il suo primo racconto risale al 1952 sulla rivista Vortex Science Fiction, ma è nel 1957 che ella pubblica il primo romanzo, I Falconi di Narabedla, che esce a puntate su una rivista (e solamente più tardi in un unico volume).

Il primo vero romanzo pubblicato come tale è The Door Through Space nel 1961, seguito poi da Seven From The Stars, che esce sempre nello stesso anno. 

Il successo arriva nel 1983, quando viene pubblicato Le Nebbie di Avalon, tutt’ora considerato un capolavoro del genere fantasy. Bradley impiega anni di ricerca e di stesura prima della sua realizzazione effettiva. Il volume raggiunge fin da subito i vertici di tutte le classifiche, fra cui quella del New York Times, rimanendo in testa nella loro lista best seller in edizione cartonata per quattro mesi e successivamente anche in quella economica. Nel 2001 ne esce una miniserie tv, che ottiene nel 2002 diverse candidature agli Emmy Awards.

Oltre a Le Nebbie di Avalon, tra i suoi romanzi più importanti, si ricordano La Torcia e La luce di Atlantide, come anche il ciclo di Darkover, che conta nel 2012 più di cinque milioni di copie stampate solo negli USA.

Nel 2000, riceve il premio World Fantasy Award per la carriera.

Muore il 25 Settembre 1999, all'età di 69 anni, per attacco cardiaco, a Berkeley.

 

2. Le Nebbie di Avalon e il femminismo pagano

 

Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina. Ora, in verità, sono una maga e forse verrà un giorno in cui queste cose dovranno essere conosciute.

Ma credo che saranno i cristiani a narrare l’ultima storia. Il mondo della magia si allontana sempre di più dal mondo dove regna il Cristo. Non ho nulla contro di lui, ma solo contro i preti che negano il potere della Grande Dea oppure l’avvolgono nella veste azzurra della Signora di Nazareth e affermano che era vergine.

Ma cosa può sapere una vergine delle sofferenze dell’umanità?(Zimmer Bradley, 1983:introduzione)

 

È con queste parole di Morgana che si apre Le Nebbie di Avalon, calando il lettore dritto nelle tematiche principali. L’opera racconta le vicende del ciclo arturiano da un punto di vista completamente nuovo: quello femminile.

Le protagoniste sono Igraine, Morgana, Viviana, Morgause e Ginevra. Tutte apportano la loro visione del potere e della religione, che molte volte si mescolano verificando un confine sottile. Infatti, nel libro è molto marcata la lotta tra l’inserimento violento e prepotente della religione cristiana e la sopravvivenza dell’antica religione pagana e politeista, dove spesso sono le donne stesse a dettare l’evoluzione della storia.

In questo senso, la Bradley dopo anni di ricerca, riesce a evocare perfettamente quello che un tempo era il culto promulgato dai Druidi, con i loro rituali e le loro figure sacerdotali (sia uomini che donne). L’indipendenza e la forza mostrata dalle sacerdotesse dell’Isola di Avalon sono descritte al lettore, che non fatica a immaginarsi la vita di queste donne: non solo esse combattono per tenere in vita il loro credo, ma anche per salvaguardare un intero popolo di Bretagna dedito alla venerazione della Dea e degli spiriti della natura, rispettando profondamente la connessione tra l’umanità e la Terra.

Il totale ribaltamento del ruolo maschile all’interno della lettura, è il punto di forza dell’opera. Donne non più confinate a ruoli marginali di moglie e madre, ma regine, sacerdotesse e guerriere che diventano parte attiva e centrale non solo della loro stessa esistenza ma anche degli avvenimenti intorno a loro. Esse diventano artefici del loro destino, senza interferenze da parte degli uomini.

 

3. Le accuse della figlia

Pochi anni fa accade però un fatto che sgretola per sempre la reputazione della Bradley. Nel 2014, sua figlia Moira Greyland accusa sua madre e suo padre di ripetuti abusi sessuali nei suoi riguardi, dai 3 fino ai 12 anni. 

Dobbiamo però tornare indietro nel tempo per cercare di capire e dare una cronologia alle vicende di questa storia.

Dopo il divorzio dal primo marito, la scrittrice si risposa dopo nemmeno un mese con Walter Breen, un numismatico, da cui successivamente ha due figli. Breen ha già condanne di piccola portata per molestie su minori nel momento in cui si sposano.

Nel 1989, Breen è accusato, da parte della figlia Moira, di molestie sessuali nei confronti del figlio di una collega della Bradley, una organizzatrice di convention di fantascienza, che per un periodo era residente a casa dei Breen.

Grazie alla denuncia di Moira, Breen è arrestato e processato, in quanto non solo deve rispondere del recente capo d’accusa, ma anche di altri ventidue casi di abuso sessuale testimoniati sempre dalla figlia. Il Processo si trascina per alcuni anni, finchè nel 1991 Breen è condannato a dieci anni di carcere, dove però muore poco dopo, nel 1993.

All’epoca dei fatti, durante gli interrogatori, la Bradley dichiara di essere al corrente delle attività del marito, contribuendo addirittura a coprirlo. Nonostante ciò, la scrittrice non subisce nessuna condanna. 

Perciò, quando 15 anni dopo la morte di sua madre, Moira rivela in un blog le atrocità subite, esse sono meramente una conferma di una situazione già in parte nota.

 

“Era molto peggio.
La prima volta che lei mi ha molestato avevo tre anni. L’ultima ne avevo dodici ed ero in grado di scappare.
Ho mandato in prigione Walter per aver molestato un ragazzo. Avevo cercato di intervenire già quando avevo tredici anni, dicendo tutto a mia madre e a Lisa (Elisabeth Waters - compagna della Zimmer, ndr.), ma loro si limitarono a farlo trasferire nel suo appartamento.
Ho dovuto spesso dormire da amici sin da quando avevo dieci anni, a causa del costante flusso di persone fuori controllo per la droga che andavano e venivano e delle orge che si tenevano nella nostra “casa”.
Non sono novità.
Walter era uno stupratore seriale, aveva fatto molte, molte vittime (alla polizia ne ho elencate ventidue). Ma Marion era di gran lunga peggiore. Era crudele e violenta, sessualmente del tutto fuori di testa.
Non sono la sua unica vittima e le sue vittime non erano solo bambine.
Vorrei poter avere notizie migliori.” 

 

Dopo queste affermazioni, si sono tutti domandati per quale motivo Moira parlasse di quanto accaduto solamente dopo quindici anni dalla morte di Marion Zimmer Bradley.

Sulla questione, la Greyland risponde tramite il The Guardian

 

“Perché ho pensato che i fan di mia madre si sarebbero arrabbiati con me per aver detto qualcosa contro una persona che si era battuta per i diritti delle donne e che aveva portato molti di loro a percepire in modo diverso se stessi e la propria vita. Io non volevo ferire nessuno di coloro che aveva aiutato, così ho tenuto la bocca chiusa.” 

 

Successivamente Moira, con altre lunghe lettere, descrive nel dettaglio anche la violenza psicologica subita. Entrambi i genitori hanno delle idee sul gender e sull’orientamento sessuale molto specifiche: tutte le persone sono omosessuali e cercano di nasconderlo per entrare nel costrutto sociale eterosessuale. Inoltre, sono inorriditi dalla femminilità della figlia.
Per anni, la forzano a farle credere di essere omosessuale e un maschio intrappolato nel corpo di una femmina. La figlia è, per la coppia, una sorta di esperimento sociale

Qualche tempo dopo, anche il fratello Mark, conferma la versione della sorella, confessando di essere anche lui vittima di abusi sessuali dei genitori.

 

4. Opera e autore, in collisione o in parallelo?

Il caso di Marion Zimmer Bradley suscita uno dei tanti quesiti che il lettore si pone nel momento in cui voglia approcciarsi all’opera: quanto si può esprimere un giudizio sui soli valori e temi promulgati nel libro, pur sapendo dei crimini commessi dall’autore?

Diversi esperti si sono espressi in merito alla questione con disparate tesi, dato che è alquanto facile incappare in una forte incongruenza tra le vite private dei letterati e il loro pensiero intellettuale. 

In particolar modo, sul caso della Bradley e Le Nebbie di Avalon si è espressa Michela Murgia la quale nel 2018 scrive L’inferno è una buona memoria, ossia una sua rilettura commentata proprio su Le Nebbie di Avalon.

Murgia considera l’opera della Zimmer uno dei libri più importanti, in quanto a trent'anni dopo la sua lettura le cambia la vita e la sua visione di essa, radicando in lei concezioni femministe mai pensate prima. In un’intervista del 2018 sostiene: 

 

"Io difendo il diritto di leggere il libro della Zimmer Bradley fregandocene del fatto che fosse o meno una stupratrice. Chiarisco subito che io sono convinta che lei fosse una molestatrice, non metto in dubbio la parola della figlia. La madre doveva essere giudicata per quello che ha fatto, non per i libri che ha scritto".

 

Murgia a supporto di quanto detto riporta l’esempio di altri personaggi particolarmente noti, tra cui Einstein, la cui vita privata è in netta opposizione con le loro teorie ma nonostante ciò, queste ultime non vengano tuttora messe in discussione. Prosegue concludendo quell’intervista, dicendo:

 

“Abbiamo difficoltà a capire che l’umanità è fatta di luci e ombre.”

 

Nel 2014, all’alba delle accuse mosse della figlia, il The Guardian dedica un articolo al riguardo con il seguente titolo “Fino a che punto il lavoro degli eroi culturali può essere tenuto distinto dalla loro vita privata?” In questo è sottolineato come, autonomamente, il pubblico separa l’artista dall’essere umano, l’icona dalla realtà. Quando però i comportamenti cattivi vanno oltre la legalità e la moralità, la separazione diventa più difficile, se non impossibile.

Una delle domande poste dal giornale è infatti se vi è il rischio di rigettare i valori promossi nelle opere rigettando la figura stessa che le ha create, oppure se si riesca a separare la figura da ciò che ha promulgato. Il giornale lascia aperta la domanda, ma rimarca che la sua linea di pensiero

 

“Sostenere questi autori manda un tacito messaggio che quello che stanno facendo vada bene.”

 

5. Conclusioni

Essendo un tema estremamente attuale e delicato, non esiste una risposta universalmente condivisa alla domanda.

Ogni lettore ha concezioni, pensieri, opinioni e morale diversa dall’altro, pertanto si vive il senso di un’opera in modo totalmente personale. La separazione tra quello che viene divulgato da un particolare autore e la sua vita privata è un atto soggettivo e come tale deve essere rispettato.

È nelle mani del lettore singolo decidere se un’opera voglia leggerla o meno anche in base al giudizio che ella o egli dà alla vita privata del suo creatore.
Quindi, il quesito rimane aperto, perpetuandosi nel tempo; fino a quando l’essere umano continuerà ad avere sia la luce che l’ombra dentro di sé. 

 

6. Bibliografia e sitografia

Bradley Zimmer M. (1986), Le Nebbie di Avalon, I Grandi Tea Editore.

Sanna C., “Murgia: difendo il diritto di leggere quella scrittrice. Anche se era una molestatrice sessuale.”,  Spettacoli.Tiscali.it, 29 Novembre 2018.

Walter D., “How far can culture heroes’ work stand apart from their lives?”, The Guardian, 27 Giugno 2014.

 

 

foto 1 da neureka.it (data di ultima consultazione 06/09/2021) 

foto 2 da rete-news.it (data di ultima consultazione 06/09/2021)