In accordo con le politiche di Ateneo e UNIBO sostenibile, l’A.U.B. ha ammodernato il proprio parco autoveicoli acquistando 7 nuovi mezzi a metano, utilizzati dai dipendenti dell’azienda nell’ambito delle attività lavorative ed istituzionali.
Questa scelta aziendale, in linea con quelle di Ateno, si preoccupa di sostenere l’SDG n° 13 “Lotta contro il cambiamento climatico” ovvero di promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico e nello specifico attraverso la riduzione dei gas effetto serra.
L’agricoltura biologica è un sistema di produzione che minimizza l’impatto sull’ambiente salvaguardando il territorio, dalla fase di coltivazione alla distribuzione del prodotto. Agricoltura biologica significa sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell’acqua e dell’aria, utilizzando tali risorse all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo. Ciò si traduce in una limitazione dell’impatto ambientale, utilizzando responsabilmente le risorse naturali, migliorando la fertilità del suolo e la biodiversità, nonché la conservazione degli equilibri ecologici naturali e la qualità delle acque.
Grazie alla normativa europea, in particolare i Regolamenti CE n. 834/2007 e n. 889/2008 vengono stabiliti gli aspetti tecnici della produzione, dell’etichettatura e del controllo. In merito a quest’ultimo aspetto, lo Stato membro, grazie ai diversi organismi di controllo accreditati, mantiene esigente il sistema di controllo e di esecuzione, al fine di indurre il rispetto delle norme e dei regolamenti in materia di prodotti agricoli biologici. L’azienda che vuole avviare la produzione biologica notifica la sua intenzione alla Regione e ad uno degli Organismi di controllo autorizzati.
Nel 2017 l’A.U.B., per fortificare ancora di più il suo impegno nella direzione della sostenibilità ambientale, ha iniziato il percorso di conversione alla produzione biologica dell’Azienda Sperimentale di Ozzano per alcune colture a seminativo e per l’uva da vino, e altre colture di frumento tenero e orzo sono tuttora in fase di conversione.
La certificazione biologica è stata ottenuta secondo il Regolamento CE n. 834/07 dopo tre anni di conversione il 23 settembre 2020 (IT BIO 007 n° EUP81RDG) ed è valida fino al 23 settembre 2023 per le colture di frumento tenero, orzo, pisello e Camelina sativa e gli impianti di uva da vino.
Per A.U.B. l’organismo di controllo e certificazione accreditato MIPAAFT è Bioagricert srl Unipersonale - Via dei Macabraccia 8/3-4-5 40033 Casalecchio di Reno (BO).
L’Azienda Sperimentale di Ozzano è uno dei poderi di maggior estensione dell’A.U.B. dove sono presenti prove sperimentali su colture biologiche di grani antichi e di piante per la produzione di oli essenziali (Camelina e Crambe). L’azienda è inoltre di supporto alla stalla didattica sperimentale per la produzione di cereali e foraggio biologici destinati all’alimentazione delle vacche da latte.
Sui restanti terreni di A.U.B. dove non è attiva la produzione biologica si effettua la lotta integrata. Si tratta di una pratica di difesa delle colture che prevede una drastica riduzione dell'uso di fitofarmaci attraverso l’uso di prodotti di origine naturale, selettivi, facilmente biodegradabili e a bassa tossicità, la lotta agli insetti dannosi tramite la confusione sessuale (uso di diffusori di feromoni), la lotta agli insetti dannosi tramite le tecniche di autocidio, come la tecnica dell'insetto sterile (SIT), la lotta agli insetti dannosi tramite l'inserimento di altri che siano loro predatori naturali e che non siano dannosi alle coltivazioni (lotta biologica), l'uso di varietà colturali maggiormente resistenti, l'uso della rotazione colturale, con particolare attenzione ed eliminazione di piante infette.
I limiti della lotta integrata sono costituiti dai maggiori costi di produzione, dalla necessità di una assistenza tecnica qualificata, e dalla obbiettiva difficoltà nel certificare il prodotto. L’utilizzo di mezzi biologici di controllo, ad esempio gli antagonisti naturali dei parassiti e di tecniche di lavorazione del terreno che ostacolano in modo naturale lo sviluppo delle erbe infestanti (pacciamatura, adeguata irrigazione, ecc.), fanno della lotta integrata un buon metodo di produzione, a metà tra agricoltura convenzionale e biologica.
In questo contesto di sostenibilità ambientale, l’A.U.B. si adopera per la realizzazione degli SDGs n° 11 “Città e comunità sostenibili”, n° 12 “Consumo e produzione responsabili”, n° 13 “Lotta contro il cambiamento climatico” e n° 15 “La vita sulla terra”.
- SDG n° 11: supportare i positivi legami economici, sociali e ambientali tra aree urbane, periurbane e rurali rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale, aumentare considerevolmente il numero di città e insediamenti umani che adottano e attuano politiche integrate e piani tesi all’inclusione, all’efficienza delle risorse, alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, alla resistenza ai disastri.
- SDG n° 12: raggiungere la gestione sostenibile e l’utilizzo efficiente delle risorse naturali, dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto, raggiungere la gestione eco-compatibile di sostanze chimiche e di tutti i rifiuti durante il loro intero ciclo di vita, in conformità ai quadri internazionali concordati, e ridurre sensibilmente il loro rilascio in aria, acqua e suolo per minimizzare il loro impatto negativo sulla salute umana e sull’ambiente, ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo, e incoraggiare le imprese, in particolare le grandi aziende multinazionali, ad adottare pratiche sostenibili e ad integrare le informazioni sulla sostenibilità nei loro resoconti annuali.
- SDG n° 13: rafforzare in tutti i paesi la capacità di ripresa e di adattamento ai rischi legati al clima e ai disastri naturali.
- SDG n° 14: garantire la conservazione, il ripristino e l’utilizzo sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce terrestri e dell’entroterra nonché dei loro servizi, in modo particolare delle foreste, delle paludi, delle montagne e delle zone aride, in linea con gli obblighi derivanti dagli accordi internazionali e intraprendere azioni efficaci ed immediate per ridurre il degrado degli ambienti naturali, arrestare la distruzione della biodiversità e proteggere le specie a rischio di estinzione.
Da alcuni anni, in Italia, si è diffusa la cultura del “kilometro zero”, sempre più consumatori si recano nelle aziende agricole per acquistare i prodotti alimentari. Si tratta di un modo semplice per verificare il luogo di provenienza, la tecnica colturale e soprattutto, il consumo dei prodotti nella piena maturazione, con conseguente elevate integrità e salubrità̀.
Per la prima volta, l’Azienda Agraria dell'Università̀ di Bologna, supporto didattico e sperimentale dei dipartimenti di agraria e veterinaria, sin dalla fine degli anni '60, inaugura questo progetto con il contributo scientifico del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, al fine di garantire la massima qualità̀ della filiera.
Con tale iniziativa, quindi, l’Azienda Agraria intende promuovere un più̀ stretto rapporto tra città e campagna, incentivando i consumatori a conoscere ed apprezzare i prodotti agricoli tipici del territorio, seguendone l’andamento stagionale. Nell’Azienda, inoltre, si coltivano anche specie minori di alberi da frutto e numerose sono le varietà, alcune delle quali possono considerarsi dei veri e propri “frutti antichi”, adoperandosi alla realizzazione degli SDGs n° 11 “Città e comunità sostenibili” e n° 12 “Consumo e produzione responsabili”.
I prodotti venduti dall’azienda agraria sono: frutta, verdura, miele, marmellate, succhi e vino, dal 2021 anche biologico.
L’Amministrazione centrale ha affidato ad A.U.B la manutenzione ordinaria delle aree verdi dei Dipartimenti di Scienze Mediche Veterinarie (Via Tolara di Sopra n. 50 - Ozzano dell'Emilia) e di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (Viale Fanin nn. 40/42/44/46/48/50) e del Centro Didattico Sperimentale di Cadriano (Via Gandolfi 19), nonché del Polo di Forlì, di Villa Levi a Reggio Emilia, delle aule di Via Ranzani. L’azienda si occupa anche del servizio di sgombero neve dei Plessi di Agraria e di Medicina Veterinaria.
Nel corso del 2019 A.U.B. ha curato inoltre alcuni lavori di manutenzione del parco di Villa Zeri in Mentana e proseguito la riqualificazione del bosco adiacente l’osservatorio astronomico di Loiano.
Inoltre, nel 2020, l’A.U.B. in collaborazione con l’Area Servizi Bologna (ASB) dell’Ateneo, ha realizzato un importante intervento di recupero del castagneto secolare sito a Loiano e di proprietà dell’Alma Mater Studiorum, tale da riportarlo in condizioni idonee alla coltivazione, permettendo anche di apprezzarne nuovamente l’antico sesto d’impianto, chiamato Matildico. Le origini del castagneto, come impianto, sono infatti remote, databili presumibilmente all’inizio XII secolo quando Matilde di Canossa incentivò la coltivazione del castagno per la sussistenza alimentare delle popolazioni montane.
Tale patrimonio del mondo vegetale, riportato nuovamente al suo antico splendore, potrà essere finalmente attivamente gestito e valorizzato, ritornando ad essere una risorsa per la montagna, non solamente da un punto di vista economico ma anche e soprattutto scientifico, grazie allo sviluppo di progetti di ricerca per indagare e approfondire lo studio di questa importantissima specie arborea. Il recupero e il mantenimento del castagneto è di fondamentale importanza per la salvaguardia non solo ambientale e del territorio, ma anche e soprattutto dell’immenso patrimonio genetico rappresentato dalla antiche varietà che, come il “Marrone Biondo”, se non adeguatamente gestito, andrà lentamente scomparendo.
Inoltre, la fruizione del castagneto a scopi didattico-sperimentali rientrerà quindi in una valida strategia per combatterne l’abbandono. La riscoperta da parte delle nuove generazioni di quella che è stata, nei secoli, l’importanza socio-economica della sua coltivazione, è di fondamentale importanza per il rilancio di una gestione più sostenibile ed in chiave moderna, della castanicoltura tradizionale.
Attraverso questi servizi di gestione del verde e del recupero di aree boschive produttive l’A.U.B. si adopera per perseguire l’importante obbiettivo di sostenibilità SDG n° 15 “La vita sulla terra”, al fine di proteggere, restaurare e promuovere l'uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, lotta alla desertificazione, e fermare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità. In particolare, garantire la conservazione, il restauro e l'uso sostenibile delle foreste e garantire la conservazione degli ecosistemi montani, compresa la loro biodiversità, al fine di migliorare la loro capacità di fornire prestazioni che sono essenziali per lo sviluppo sostenibile.