Cittadinanza temporanea e nuova percezione della città: studenti, turisti, migranti

city, history, aestethics

Supervisore
Andrea Borsari

Una prima esplorazione del campo in cui dovevamo compiere lo sforzo di comprendere e definire le forme spurie di cittadinanza, ha fatto emergere la presenza di due prospettive di ricerca tra le quali poteva rivelarsi proficuo inserire il nostro contributo.. La prima è quella relativa alle analisi sulla cosiddetta cittadinanza parziale, vale a dire il modo in cui tra i differenti livelli della governance vengono introdotte delle deroghe ai limiti della cittadinanza formale per consentire a chi ne è  sprovvisto di accedere comunque a una serie di servizi erogati direttamente dai governi municipali. A questo ambito – del quale si è occupato per esempio il programma di ricerca BABELS, diretto da Michel Agier presso l’EHESS di Parigi – appartengono gli studi sulla ville-refuge in Francia o sulle Sanctuary cities degli Stati Uniti e del Canada. Un secondo tentativo di concettualizzazione lo forniscono invece le ricerche sulla cittadinanza performativa, che a partire dalla teoria degli atti linguistici di J. L. Austin propongono di spostare l’attenzione sugli effetti di cittadinanza che si determinano nel contesto delle mobilitazioni e dei conflitti.

Quello che ci pareva emergere da entrambe prospettive, era il problema storico e teorico di una cittadinanza materiale che pure in assenza di riconoscimento viene resa effettiva dalla propria espressione sul piano degli usi civici (Ivan Illich, André Gorz). Sulla base di questo presupposto, abbiamo costituito un gruppo interno al DA con l’obiettivo di coordinare un lavoro interdisciplinare sul tema. La prima riunione del gruppo di lavoro è avvenuta l’11 dicembre 2021. In quella sede, la presentazione delle singole piste di ricerca (usi civici, sperimentazioni architettoniche, modalità di convivenza con il rischio, appartamenti condivisi e processi di decarbonizzazione) ci ha consentito di individuare un promettente punto di convergenza sulla dimensione delle “pratiche”, in funzione dell’ipotesi che lo statuto della cittadinanza all’interno dei cambiamenti (in rapporto ai flussi migratori, la turistificazione, l'emergenza pandemica e la questione ambientale) non debba immediatamente rinviare a una riconcettualizzazione del termine, ma piuttosto all’analisi delle forme concrete in cui la vita in città inerisce alla trasformazione. Dalle pratiche, in altri termini, sarebbe stato possibile estrinsecare quali sono le direzioni in cui viene riconfigurato lo statuto della cittadinanza

Gli usi e le pratiche informano la trasformazione della città, , proprio come le forme in cui si determina la trasformazione non possono che favorire nuove esperienze. Per quanto ci riguardava, allora, la sfera estetico-percettiva poteva operare in questa dialettica nella duplice veste della produzione e del prodotto dello spazio, come a dire che in città sta sempre accadendo qualcosa che riguarda la precedenza dei corpi e la loro capacità di orientare tacitamente quanto accade sulla frontiera della trasformazione urbana.

In particolare, la nostra ricerca ha posto il problema di questi orientamenti in rapporto alle loro manifestazioni nello spazio percepito attraverso la nozione di marchio, alla quale in letteratura vengono attribuiti almeno quattro significati: 1) il significato di marca percettiva e marca operativa che consentono di definire un ambiente nella prospettiva della biologia e degli animal studies (Jakob von Uexküll); 2) il significato che il marchio assume nella produzione e nella relativa decostruzione delle gerarchie di genere e di razza (Colette Guillaumin); 3) il significato che al marchio viene attribuito all’origine dei turist studies (Dean MacCannell); 4) il marchio inteso come la rappresentazione di un rapporto di potere (Michel Foucault).

In quest’ultima accezione - che forse le ricomprende tutte e alla quale abbiamo dedicato una pubblicazione specifica - l’espressione delle forme di cittadinanza temporanea attraverso la marchiatura degli spazi (o della produzione degli spazi attraverso il loro uso) non può che determinarsi in corrispondenza delle cosiddette “zone di contatto” tra i differenti attori che si contendono la scena urbana, assegnando alla medesima centralità del conflitto postulata dai teorici della cittadinanza performativa una valenza più immediatamente fisica e sensoriale. Alla definizione della cittadinanza temporanea, quindi,  la ricerca ha ritenuto di associare l’analisi del modo in cui migranti, turisti e studenti plasmano lo spazio di cui fanno esperienza convertendolo ai propri bisogni e alle proprie condizioni di vita. I tre casi che ci hanno consentito di sperimentare il valore euristico della nozione di marchio in rapporto allo studio di questi spazi contesi sono stati quello dei muri (pubblicità, attacchinaggio abusivo, campagne di retake, bombing), quello dei parchi e quello delle cité de transit francesi.

 

Risultati

Oltre al coordinamento del gruppo di lavoro, il percorso indicato si è tradotto nella seguente serie di pubblicazioni e iniziative:

Pierpaolo Ascari, Forma e destinazione. Foucault e la dinastica, articolo di fascia A apparso su “aut aut”, 393, 2022, 30-43.

Pierpaolo Ascari e Pietro Rivasi (a cura di), Espressioni urbane. Muri sconciati, writing e street art, in corso di pubblicazione presso l’editore Mimesis, Milano 2022.

Pierpaolo Ascari, Tensioni a Cyburbia. La città postfordista tra canoni estetici e stili di espressioni, in Espressioni urbane op. cit.

Partecipazione all'attività didattica del corso di Estetiche della città con una lezione sulla cittadinanza performativa (9 aprile 2021) e con l'organizzazione del seminario Roma tra immaginario e realtà: tre libri e due incontri (con Andrea Borsari, Antonio Esposito e Jacopo Galimberti, 29 aprile e 13 maggio 2021).

Organizzazione con Andrea Borsari e Annalisa Trentin del seminario Cittadinanza temporanea, DA-Università di Bologna, 19 aprile - 11 maggio - 18 maggio 2021.

Partecipazione al seminario Cittadinanza temporanea con una relazione introduttiva di illustrazione del progetto per la costruzione di un lemmario della cittadinanza temporanea (19 aprile)

Partecipazione al seminario Cittadinanza temporanea con una relazione intitolata Pratiche non consuete di cittadinanza (11 maggio 2021)

Partecipazione al convegno Dagli spazi della percezione agli spazi della politica. Collisioni, mutamenti e risonanze in tempi di crisi pandemica organizzato dai dottorandi del XXXV ciclo del corso di dottorato in Studi Storici, Geografici e Antropologici (Università degli studi di Padova, Università Ca’ Foscari Venezia, Università di Verona), 22 giugno 2021. Titolo della keynote lecture: La correzione del vivente. Un’archeologia del parco pubblico.

Organizzazione con Andrea Borsari e Annalisa Trentin del workshop dei dottorandi del XXXVI ciclo del corso di dottorato in Architettura e Culture del progetto intitolato Per un lemmario della temporaneità, DA-Università di Bologna, 9-10 novembre 2021

Organizzazione e coordinamento scientifico con Andrea Borsari e Annalisa Trentin del convegno internazionale Temporary. Citizenship, Architecture and City, Bologna, 11-12 novembre 2021

Partecipazione al convegno internazionale Temporary. Citizenship, Architecture and City con una relazione intitolata Cronicizzare il temporaneo. La cité de transit (11 novembre 2021).

Programmazione della partecipazione alle due giornate di Alta Formazione organizzate dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Smart City Lab il 7 e 8 luglio. Titolo della relazione: La cittadinanza dei corpi. Finestre rotte, muri imbrattati e altre forme di vita.

Co-curatela insieme ad Andrea Borsari e Annalisa Trentin del volume Temporary. Citizenship, Architecture and City in uscita presso l’editore Springer nel novembre 2022.