Aesthetics of the Steampunk
Future past and fascination with machines: literature, graphic novel, cinema, music, design and architecture
curated by Pierpaolo Ascari, Andrea Borsari and Giovanni Leoni
8 - 9 giugno 2022
Online e in presenza presso DAMSLab, Saletta seminari, Piazzetta P. P. Pasolini 5b, Bologna
La giornata di mercoledì 8 giugno si svolgerà esclusivamente online al seguente link: https://unibo.zoom.us/j/84782198765.
Mercoledì 8 giugno, ore 15.30 [solo online]
Claire Nally (Northumbria University)
Defning Steampunk
Henri Desbois (Université Paris-Nanterre)
Passé alternatif et futurs parallèles: les chronologies troublées de William Gibson
Simon Reynolds (California Institute of the Arts)
Sideways Through Time: Steampunk, Hauntology and Ghosts of Other Presents
Giovedì 9 giugno | ore 9.30 [in presenza e diretta online]
Mario Tirino (Università di Salerno)
Macchine desideranti per passati alternativi: tecnologie del volo e luoghi dell’immaginazione in Hayao Miyazaki
Marco Malvestio (Università di Padova e University of North Carolina)
Alternativa a quale storia? L’ambiguità dell’ucronia
Alessandro Fambrini (Università di Pisa)
“Anche il tempo è illusione”. Una via dickiana allo Steampunk
Christian Raimo (Sapienza Università di Roma)
Roma è una città Steampunk?
Alessandro Alferi (Accademia di Belle Arti di Roma)
Ucronia, Neostoria e Retromania. Per un’estetica dell’anacronismo nella serialità contemporanea
Gino Scatasta (Università di Bologna)
Metropoli mobili, città (in)visibili
Giovedì 9 giugno | ore 15.00 [in presenza e diretta online]
Marcus Becker (Humboldt-Universität zu Berlin)
Visualising Hans Grade, or: Some Remarks on Steampunk, Nostalgia, and Mediality
Henrik Reeh (University of Copenhagen)
Activating the Anachronisms: Walter Benjamin and Siegfried Kracauer on temporal and urban thresholds
Micaela Latini (Università degli studi dell’Insubria)
Günther Anders e l’apprendista stregone
Manola Antonioli (École Nationale Supérieure d’Architecture di Paris-La Villette)
Imparare a vivere con i fantasmi: Jacques Derrida e l’hantologie