Bio.Arch.

“Bio.Arch. – Biodiversità e Archeologia” è un progetto frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna e OP Solco Maggiore.

IL PROGETTO

“Bio.Arch. – Biodiversità e Archeologia”

“Bio.Arch. – Biodiversità e Archeologia” è il progetto frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Storia Culture Civiltà (DISCI) dell’Università di Bologna e OP Solco Maggiore. L’obiettivo è la ricostruzione della storia del cibo e la proficua comparazione con la moderna cultura alimentare. Ricerca e divulgazione sono al centro del progetto che, dallo studio sul campo alle analisi scientifiche sui campioni archeobotanici, mira ad indagare il rapporto fra le abitudini alimentari delle comunità antiche con quelle odierne sottolineando l’importanza della sostenibilità ambientale, in un dialogo continuo fra il passato e il presente.

In continuità con quanto svolto nel 2024, la ricerca prosegue nel 2025 in conformità con le direttive emanate dall’Unione Europea e declinata nell’accezione di “Cultura Cibo Evoluzione”.

La finalità del progetto è ricostruire la paleodieta e le modalità di fruizione dei beni alimentari in contesti archeologici, mettendo successivamente a confronto il dato archeologico con areali e metodi di cottura contemporanei. I siti coinvolti nelle presenti indagini si collocano nel periodo cronologico dell’età del Bronzo (tra la fine del III e l’inizio del I millennio a.C. / 1750-1150 a.C.) concentrandosi in insediamenti situati in Romagna, Sicilia e Sardegna, per studiarne l’organizzazione sociale e le strategie di sussistenza partendo da un singolo seme. Inoltre, uno specifico riguardo è rivolto alle specie vegetali ortofrutticole, fiore all’occhiello della produzione di OP Solco Maggiore.

L’archeobotanica rappresenta il cuore e il motore di questa ricerca che, con l’applicazione delle tecniche precipue della disciplina, permette di recuperare e classificare dal punto di vista morfologico i resti organici conservati nel sedimento campionato dalle diverse stratigrafie dei contesti archeologici indagati. La vera forza del progetto è però l’approccio multidisciplinare, che unisce molteplici ambiti di studi mettendo in comunicazione diretta la ricerca archeologica con gli studi chimici e biologici dei residui vegetali.

📍 Localizzazione della ricerca:

L’attività di ricerca si focalizza sullo studio dei resti botanici e ceramici legati al processamento degli alimenti provenienti dagli scavi archeologici promossi dall’Università di Bologna e diretti dal Professor Maurizio Cattani. Le indagini coinvolgono un’areale che spazia dalla Romagna, alla Sicilia e alla Sardegna, attraverso molteplici ecosistemi caratteristici della penisola e delle isole del Mediterraneo. In particolare, l’abitato dell’età del Bronzo di Via Ordiere, Solarolo (RA); il villaggio protostorico di Mursia a Pantelleria (TP); il sito protostorico di Tanca Manna (NU) e il villaggio eneolitico di Biriai (NU). 

🧪 Dagli scavi alle analisi in laboratorio: 

Alla base del progetto vi è l’accuratezza scientifica con cui i contesti archeologici sono indagati. Partendo dallo scavo stratigrafico delle aree selezionate ed il recupero puntuale dei resti archeobotanici, mediante l’applicazione del processo di flottazione afferente alla metodologia paleobotanica. Il dialogo fra l’attività sul campo e le analisi in laboratorio è costante e prevede lo studio morfologico al microscopio stereoscopico per l’identificazione e la classificazione delle specie vegetali d’appartenenza. Un ulteriore esame riguarda la distribuzione paleoambientale e la comparazione con gli areali contemporanei, oltre all’esame dei residui organici su materiale ceramico antico con l’uso della gascromatografia e la spettrometria di massa, allo scopo di approfondire la relazione tra passato e presente.

👥 Interdisciplinarietà: 

La denominazione stessa del progetto “Bio.Arch. – Biodiversità e Archeologia” mostra la volontà di interfacciare sotto la medesima egida una varietà di competenze e ambiti di ricerca differenti, come l’Archeobotanica, l’Archeologia sperimentale, le Analisi morfometriche, isotopiche e del DNA antico.

♻️ Sostenibilità:

Lo studio dei residui organici fornisce in primis informazioni preziose sulle strategie di sussistenza attuate negli antichi abitati, permettendo di osservarne la continuazione con le scelte di oggi. Inoltre, la distribuzione paleoambientale è utile per determinare l’areale di produzione delle specie vegetali venute in luce, al fine di compararlo con le scelte produttive contemporanee. Passato e presente non rappresentano due entità separate, ma tramite il recupero delle conoscenze antiche in merito allo sfruttamento agricolo, al trattamento delle colture e ai metodi di trasformazione in prodotto alimentare è possibile comprendere quali strategie adottare oggi ed essere più consapevoli.

📚 Educazione alimentare:

Per OP Solco Maggiore il prodotto ortofrutticolo rappresenta il bene di confluenza di tanti fattori, tra cui i benefici apportati dal loro consumo, il paesaggio produttivo e il valore storico-archeologico. L’analisi delle proprietà nutritive che sopravvivono alla cottura consente di verificare la conservazione dei valori nutrizionali e organolettici nel corso del tempo, suggerendo quanto efficaci fossero le tecniche utilizzate in passato. Queste nozioni sono una risorsa preziosa per rieducare ad una cultura alimentare attenta alle esigenze sia del singolo, che della comunità, nel rispetto dell’ambiente.

⛏️ Archeologia sperimentale:

Lo studio del materiale ceramico e vegetale proveniente dagli scavi archeologici unito a quello delle tecniche di cottura e conservazione degli alimenti trovano la perfetta sintesi nell’archeologia sperimentale. Attraverso la replica delle antiche forme vascolari e la sperimentazione dei vari metodi di trattamento delle specie vegetali a scopo alimentare, è possibile comprendere a fondo il loro impiego in passato, per un confronto costruttivo e coinvolgente rivolto ad ogni tipologia di pubblico.   

🗣️ Divulgazione:

Ogni attività promossa dal progetto Bio.Arch. è volta alla valorizzazione e diffusione dei risultati delle ricerche archeologiche e del loro legame con i prodotti agricoli moderni per un utilizzo consapevole, nonché dei princìpi veicolati dalle stesse: sostenibilità alimentare e ambientale; recupero della tradizione attraverso l’innovazione; promozione del valore della ricerca scientifica per la tutela del passato, che comunica con il presente al fine di preservare il nostro futuro.

Il team di Bio.Arch.!

Ecco tutto quello che c'è da sapere sul gruppo di ricerca del progetto:

  • Maurizio CattaniProfessore al Dipartimento di Storia Culture Civiltà (Università di Bologna) ed esperto dell'Età del Bronzo.
  • Marialetizia CarraRicercatrice al dipartimento di Storia Culture Civiltà (Università di Bologna) ed esperta in analisi archeobotaniche.
  • Florencia Inés DebandiAssegnista di ricerca al Dipartimento di Storia Culture Civiltà (Università di Bologna) ed esperta nello studio della gestione delle risorse e dell’alimentazione.
  • Maria Carlotta Vocca: Referente Sezione Ricerca e Sviluppo Ambito Culturale della OP Solco Maggiore (ricercaesviluppo@solcomaggiore.com).
  • Sara Malavasi: Borsista al Dipartimento di Storia Culture Civiltà (Università di Bologna).
  • Paola Iacono: Studentessa della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici  dell'Università di Bologna e collaboratrice.