Complesso archeologico monumentale del villaggio protostorico di Mursia e della necropoli dei "Sesi".
Ricognizioni di superficie, scavo stratigrafico, analisi archeobotaniche, documentazione 3D, attività didattiche per le scuole, attività di archeologia sperimentale e di archeologia sperimentale dimostrativa per il pubblico.
Villaggio datato tra il Bronzo Antico avanzato e il Bronzo Medio 1 e 2 (1750-1450 a.C.), che corrisponde alle fasi avanzate del Bronzo Antico siciliano.
Il complesso archeologico di Mursia, composto dall'insediamento dell'età del Bronzo e dalla c.d. necropoli dei "Sesi", rappresenta un caso eccezionale, un unicum nel Mediterraneo centrale in virtù della sua la monumentalità, del grado di conservazione e dell'interesse scientifico nell'ambito dell'Età del Bronzo dell'area. L'intero complesso occupa un'area ben delimitata dell'isola di Pantelleria, posta nella porzione nord-occidentale.
Il villaggio protostorico di Mursia, sorto in posizione strategica su uno sperone roccioso alto circa 30 m s.l.m., si estende per circa 1 ettaro e si articola in pianori a terrazzi artificiali. Dunque, è difeso su tre lati dal promontorio stesso su cui sorge, mentre sul lato interno è protetto artificialmente da un'imponente costruzione muraria, con una lunghezza di 200 metri e un'altezza stimata fra gli 8 ed i 10 metri (c.d. Muro Alto). Entro questa imponente fortificazione, il villaggio si articola in due porzioni separate, note l'una come promontorio o pianoro a mare e l'altra come acropoli o pianoro a monte; nel primo si individuano i settori A e D dell'abitato mentre nel secondo i settori B, C, E ed F. Al team dell'Università di Bologna è stata inizialmente affidata l'esplorazione di quest'ultima area del villaggio.
Le indagini archeologiche hanno messo in luce un elevato sfruttamento degli spazi, caratteristico dell'intero insediamento e definito dalla collocazione delle diverse unità abitative quasi addossate le une alle altre, che ha spinto ad ipotizzarne una suddivisione sulla base di esistenti gruppi parentelari. Tutte le abitazioni si differenziano per dimensione e planimetria, risultando in una certa varietà formale (ovale, quadrangolare e circolare), pur condividendo la medesima tecnica edilizia. I paramenti murari sono realizzati con muretti a secco a doppio paramento, gli alzati in fango frammisti ad elementi vegetali; tutte quante le abitazioni sono o parzialmente infossate nel terreno o con il pavimento posto a livello dello stesso. Gli accurati scavi stratigrafici condotti hanno anche messo in luce diversi battuti pavimentali all'interno di tutte le capanne, a testimonianza di numerose e differenti fasi di ristrutturazione a cui sono state sottoposte nel corso del tempo. Inoltre, sono state individuate varie suddivisioni interne degli ambienti, banchine in pietra e variegate strutture di combustione che rimandano a una vocazione fortemente domestica delle strutture.
Gli scavi condotti nell'area hanno anche rivelato la presenza di una vasta gamma di materiali e materie prime, sia locali sia di importazione, a ulteriore riprova della centralità e dell'originalità del contesto pantesco nell'età del Bronzo. Primi fra tutti sono da ricordare i numerosi frammenti ceramici, inquadrabili nella facies Rodì-Tindari-Vallelunga (RTV), pur con una declinazione isolana peculiare e specifica. Abbondanti e ben conservati sono i resti faunistici e carpologici, a testimonianza che la comunità di Mursia fondasse il proprio sostentamento principalmente sull'agricoltura e sull'allevamento. Sono, poi, venuti alla luce frammenti fittili (ad esempio fusaiole), strumenti litici (sia in ossidiana sia in selce), macine, macinelli, forme di fusione, vasellame litico, manufatti in osso, oggetti in avorio e perline in materiali vetrosi.
Per maggiori informazioni clicca qui!