Copper Accumulation, Supply and Technology among Italian prehistoric societies
Il progetto CAST – Copper Accumulation, Supply and Technology among Italian prehistoric societies, iniziato a gennaio 2024 e finanziato dal programma PRIN del Ministero dell'Università e della Ricerca, vede coinvolte due unità di ricerca, una presso l'Università di Bologna (PI Prof. Maurizio Cattani) e l'altra presso l'Università di Modena e Reggio Emilia (Prof. Anna Cipriani).
Si tratta di un progetto multidisciplinare che coinvolge archeologi, geologi e geochimici, che approfondisce l'intero ciclo metallurgico, dall'estrazione del rame alla produzione di manufatti, uso, riuso e scarto, così come l'impatto che la metallurgia ha avuto sull'organizzazione sociale e sulla salute delle comunità dell'età del Bronzo (fine III-II millennio a.C.).
Il focus è sull'Italia settentrionale, e in particolare sull'area della cultura Terramaricola. Prendendo in considerazione alcuni siti-chiavi, il progetto CAST punta a combinare analisi archeometriche, ricostruzioni 3D e attività di archeologia sperimentale per sviluppare un protocollo metodologico completo per lo studio delle attività metallurgiche e la ricostruzione dell'intera catena operativa.
L'Università di Bologna sta conducendo scavi a Monte della Croce (BO), Mursia (TP) e Solarolo (RA), e sta studiando i dati provenienti da un recente scavo a Caorso (PC), realizzato dalla cooperativa archeologica "Archeosistemi". In particolare, tracce riconducibili ad attività di metallurgia secondaria sono state rinvenute a Solarolo e Mursia, e sono attualmente oggetto di analisi.
L'Unità di UniBO compila un database relazionale che integra diverse tipologie di informazioni sui reperti (provenienza, analisi, descrizioni morfologiche, disegni, tipologia, ecc.), collegato a un sistema GIS che comprende tutti i siti dell'età del Bronzo noti in Italia, permettendo così la creazione di mappe di distribuzione. Inizialmente focalizzato sui reperti ceramici - oltre 20000 schede inserite - il database viene attualmente ampliato per includere anche i manufatti metallici.
L'archeologia sperimentale affianca le analisi archeometriche (metallo e ceramiche tecniche) e gli studi traceologici.
L'acquisizione di un numero significativo di modelli 3D soddisfa il triplice scopo di documentazione, divulgazione e potenziali applicazioni di ricerca, come l'analisi traceologica.
L'economia della produzione metallurgica nell'età del Bronzo riveste un'importanza particolare, poiché i moderni concetti di economia circolare, riciclo e sostenibilità trovano le loro prime manifestazioni proprio in questo periodo. Il rame e le sue leghe rappresentano infatti il primo materiale completamente riciclabile utilizzato nella preistoria, consentendone un riutilizzo e una riadattabilità continui. La rarità delle fonti naturali di rame e di stagno (che compongono la lega del bronzo) nonché la distanza delle reti di approvvigionamento contribuirono ulteriormente a incentivare il riciclo sistematico del metallo. Questa tecnologia ebbe anche un impatto ambientale significativo: diversi studi su contesti preistorici europei hanno rilevato un notevole incremento dell'inquinamento da metalli pesanti nell'ambiente, accompagnato da una crescente esposizione anche sugli individui.
Archeologia Sperimentale dimostrativa a Pantelleria, con forme di fusione per asce (2024)
Catalogazione e campionamento di minerali cupriferi dell'Appennino settentrionale dalla collezione storica del Museo di Mineralogia "L. Bombicci" (© F. Barchiesi 2024)
Sopralluoghi e ricognizioni nell'Appennino modenese e bolognese
Archeologia Sperimentale dimostrativa a cura del Tre di Spade, in occasione del Ventennale del Parco Archeologico della Terramara di Montale, 27-28 aprile 2024
Residui della struttura dendritica di un'ascia da Caorso, © UniMORE
Una delle forme di fusione in pietra per asce ritrovata presso lo scavo di Mursia (Pantelleria), e acquisita in 3D nel 2024
Siti archeologici presi in considerazione come casi-studio per il progetto CAST
P.I. del progetto e direttore dell'unità di ricerca dell'Università di Bologna.
Dipartimento di Storia Culture Civiltà
Direttore dell'unità di ricerca dell'Università di Modena e Reggio Emilia.
Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche
Laboratorio di geochimica "MeGic Lab - Metallomics and Geochemistry Research"
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Grazie alla collaborazione con il Museo "Luigi Bombicci" e col Prof. Giorgio Gasparotto, è stato possibile campionare alcuni minerali cupriferi dell'Appennino settentrionale presenti nella collezione storica del museo