Questo progetto ha avuto inizio il 1 settembre 2018, rispondendo in prima battuta alla sollecitazione giunta dalla Dirigenza della scuola paritaria primaria e secondaria di primo grado “Vladimiro Spallanzani”, ubicata in due sedi nelle provincie di Modena e Reggio Emilia. La richiesta giunta dalla scuola concerneva una valutazione accademica del progetto e della prassi didattica della scuola, ai fini di una verifica scientifica di quanto sperimentato in oltre quarant’anni di attività, in particolare l’utilizzo dell’espressione artistica nelle attività di base della scuola, insieme a un impianto fortemente interdisciplinare e a una peculiare attenzione alla dimensione della personalizzazione. Il progetto si è quindi esteso su un primo anno (1 settembre 2018-31 agosto 2020) di osservazione partecipante nella scuola, accanto alla somministrazione di interviste a tutto il personale docente ed educativo. Nel secondo anno (1 settembre 2019-31 agosto 2020) si è passati a un’osservazione di secondo livello, con l’attivazione di tirocini in modalità DAD in concomitanza della chiusura delle scuole per l’emergenza sanitaria da covid-19. La ricerca svolta presso le scuole “Spallanzani” ha permesso di mettere a tema una particolare declinazione del concetto di “comunità di pratica”, e di individuarne il nesso con le pratiche di personalizzazione. Di qui l’attivazione di un terzo ed ultimo anno di ricerca (1 settembre 2020 – 31 agosto 2021), con l’estensione del lavoro a diverse scuole secondarie di primo e secondo grado su territorio emiliano. L’obiettivo è di favorire la creazione di una rete di scuole per l’innovazione didattica e lo sviluppo della personalizzazione, attenta alla dimensione trascendente dello sviluppo della persona al di là di ogni riduzionismo psicosociale. Ulteriore obiettivo ha a che fare con il consolidamento di percorsi di tirocinio per la formazione in servizio e in itinere di docenti e di aspiranti docenti.
Questo progetto è strutturalmente collegato al corso di Pedagogia dell'espressione artistica, attivo presso il Dipartimento delle Arti dall'a.a. 2015/16. Il corso presenta un impianto in parte sperimentale, che richiede una partecipazione attiva e critica degli studenti frequentanti e un lavoro seguito in modo tutoriale per i non frequentanti. Il progetto mira a una definizione della "espressione artistica" come attività olistica ed integrale e alla comprensione del rapporto che in essa si instaura fra le dimensioni emozionali e motivazionali e le abilità/ competenze tecniche specifiche, in particolare nel corso dell'età evolutiva. Eguale importanza si intende riconoscere ai vissuti (rappresentazioni, motivazioni, emozioni) di coloro che, da educatori o da insegnanti, si trovano a svolgere attività legate all'espressione artistica, allo scopo di orientarli al controllo della propria comunicazione.
Alle linee paradigmatiche del progetto appartiene anche l'attenzione specifica al nesso tra arte, religiosità ed educazione, con particolare attenzione al canto, alla danza, alla drammatizzazione e alle immagini.
La composizione sempre più multiculturale delle nostre società riporta all'attenzione il tema della religiosità, lungamente negletto in ambito pedagogico (eccezion fatta per contributi di ambito pastorale o catechetico). Questa linea di ricerca prende le mosse da una definizione della religiosità intesa come capacità umana personale, che comprende aspetti di tipo cognitivo, affettivo, comportamentale, senza esserne esaurita. La religiosità appare così una "possibilità aperta", il nucleo vitale di ogni esperienza di fede, caratterizzata da intrinseco dinamismo psicologico e da concretezza storica. Questa definizione della religiosità consente di apprezzarne l'educabilità, e ne fa una componente identitaria a tutti gli effetti (a prescindere dall'effettiva opzione del soggetto per un'appartenenza religiosa).
Il campo dell'affettività e delle relazioni amorose costituisce un punto di interesse per chi si occupa di educazione. Si tratta anzi di una questione educativa in senso pieno, che presuppone l'aver guadagnato una precisa visione del "che cos'è" dell'uomo, dell'educazione, e dell'amore stesso, evitando per quanto possibile l'appiattimento sulla mera genitalità e le ideologizzazioni, oggi prevalenti nel dibattito mediatico e politico. Il tema appare interessante anche sotto l'angolo visuale della conclamata crisi della famiglia e della frequenza dei conflitti coniugali: essi trovano corrispondenza in relazioni adolescenziali precoci che si dilatano anche nel tempo della giovinezza e talvolta dell'adultità, senza mai diventare effettivamente relazioni “amorose” di natura coniugale.
Insegnamento e competenza del docente di scuola secondaria
In questa ricerca l'insegnamento è accostato nella sua autonomia oggettuale ed interpretato come frutto dell'intera storia del docente: una storia, questa, che include inevitabilmente aspetti non solo e non strettamente formativi, ma anche educativi in senso ampio e persino personali. In questo modo l'azione docente è indagata anche nei suoi aspetti non direttamente accessibili alla coscienza, ma non meno capaci di orientare l'azione e l'interpretazione dell'esperienza che chi insegna vive quotidianamente in aula (e, più in generale, nell'ambiente-scuola). La presa in carico della realtà dell'insegnamento con tutti i suoi impliciti e con tutto il portato, ad essa connaturato, di "riflessione nel corso dell'azione", suscita la necessità di un ripensamento pedagogico della competenza dell'insegnante e della sua formazione.