L'esperienza del Grand Tour rappresenta uno dei fenomeni più rilevanti della storia intellettuale del Vecchio Continente, per le sue poliedriche sfaccettature e per le sue importanti ricadute nella costruzione dei modelli culturali di riferimento a cui hanno guardato le élites aristocratiche e del notabilato borghese lungo tutta l'età moderna. Istituzionalizzato come una vera e propria consuetudine quale percorso formativo almeno fino a tutto il XVIII secolo, esso si è mosso in realtà fin dalla fine del Cinquecento in una sequela pressoché ininterrotta di eruditi, letterati, filosofi che hanno fatto dell'Italia una delle mete privilegiate della loro curiosità conoscitiva. Un'esperienza accompagnata anche da una attenta capacità di osservazione che non ha mancato l'occasione di registrare le caratteristiche della società italiana del tempo, le particolarità del costume e degli stili di vita, gli aspetti naturalistici e la stessa morfologia del paesaggio. La congerie eterogenea di osservazioni e di stimoli scaturiti dal viaggio in Italia si è fatta narrazione in una altrettanto diversificata serie di forme letterarie: resoconti diaristici, lettere, relazioni, guide per il viaggiatore che fanno della letteratura odeporica un genere composito e quasi inafferrabile, ma al tempo stesso un terreno di ricerca fecondo e con una forte vocazione per l'interdisciplinarietà. Questo intervento mette in primo piano l'importanza delle biblioteche contemporanee per reperire questo tipo di fonti, ma anche per la storia delle biblioteche, che, visitate dai viaggiatori europei tra XVII e XVIII secolo, sono state descritte sistematicamente nei resoconti odeporici. La scelta metodologica utilizzata nella selezione dei testi parte dalla distinzione fondamentale tra il genere epistolare e quello del resoconto di viaggio, attraverso cui si ripercorrono gli itinerari che hanno condotto letterati ed eruditi a visitare le principali biblioteche italiane. Attraverso le fonti analizzate si viene guidati in un viaggio ideale, in una sorta di complesso e articolato "viaggio tra i viaggi” come mostra l’edizione di una memoria autografa manoscritta, relativa al viaggio che il bibliotecario Angelo Maria Bandini compì da Firenze alla volta del Sud Italia (1780-1781), e da cui emerge un ricco spaccato culturale della Roma della seconda metà del XVIII secolo: salotti, caffè e cioccolate, riti religiosi, relazioni curiali, azione riformatrice di Pio VI fanno da sfondo alla descrizione minuziosa di una Roma ‘museo diffuso’. Bandini, bibliotecario ed erudito del secolo dei lumi, visita e osserva, infatti, palazzi, gallerie d’arte, gabinetti e chiese, dedicando particolare attenzione alle biblioteche. Si presenterà una mappa virtuale - realizzata in seno all’esperienza della Summer school ‘Linked data per i beni culturali’ del Dipartimento dei Beni Culturali dell’UNIBO - per fornire una ulteriore traccia esplorativa, e dimostrare come da ricerche di taglio storico possano scaturire occasioni di valorizzazione del patrimonio culturale contemporaneo supportate dalle nuove tecnologie, che in questa fase storica pandemica sono una risorsa utilissima per riprogrammare a lungo termine l’apprendimento del prossimo futuro.