Mostra a cura di Raffaella Perna che propone per la prima volta una panoramica del lavoro dell’artista attraverso una selezione di oltre cento opere, che ripercorrono la sua attività dal 1970 a oggi
Data:
Luogo: Frittelli arte contemporanea, via Val di Marina 15, 50127, Firenze
Libera Mazzoleni. Io strega, io sorella
A cura di Raffaella Perna
12 aprile – 13 giugno 2025
inaugurazione: venerdì 11 aprile 2025, ore 18
Frittelli arte contemporanea, via Val di Marina 15, 50127, Firenze
Frittelli arte contemporanea è lieta di presentare la mostra Libera Mazzoleni. Io strega, io sorella, a cura di Raffaella Perna, che propone per la prima volta un’ampia panoramica del lavoro dell’artista attraverso una selezione di oltre cento opere, tra dipinti, disegni, sculture, libri d’artista, fotografie e video, che ripercorrono la sua attività dal 1970 a oggi.
L’esposizione, che resterà visitabile fino al 13 giugno 2025, vuole indagare il rapporto con il mito e la storia, al cuore della sperimentazione condotta dall’artista per più di mezzo secolo. Il percorso espositivo si articola secondo tre nuclei che restituiscono le direttrici principali della sua ricerca: la presenza della linea curva concepita come un’estensione del corpo e come rappresentazione del fluire libero e non finalistico della vita; la denuncia dell’oppressione delle donne; l’esaltazione ironica e gioiosa dell’iconografia della Grande Dea, ripresa in funzione del presente per riaffermare il potere femminile e svelarne la rimozione storica.
Attenta lettrice degli scritti di Luce Irigaray, Mazzoleni nei primi anni Settanta si avvicina al pensiero del femminismo e sviluppa una ricerca sulle origini materiali e filosofiche dell’esclusione sistemica delle donne a partire dalla decostruzione della mitologia greco-romana, dall’analisi del linguaggio, dall’esplorazione critica della storia occidentale, antica e contemporanea.
Sfidare l’ordine del linguaggio maschile, facendone esplodere le dicotomie interne, lavorando sui vuoti e sui margini del sistema, è tra le strategie messe in atto da Mazzoleni sin dall’esordio, quando poco più che ventenne, introdotta da Pierre Restany, espone al Palazzo dell’Arengario una serie di lavori dedicati all’identità femminile, al rapporto con la natura e alle costrizioni socio-culturali subite e interiorizzate dalle donne: “Mi hanno detto più volte che non posso fare così, che non devo essere così, mi hanno detto che devo…”, scrive Mazzoleni in un’opera esposta in quest’occasione. Il carattere asettico e tautologico di molta parte dell’arte concettuale viene abbandonato a favore di uno sguardo che muove dal proprio vissuto per aprirsi a un racconto corale. L’opera di Mazzoleni coinvolge infatti, in modo caleidoscopico, la storia delle donne secondo una prospettiva diacronica. L’artista crea una propria genealogia e un pantheon di figure femminili, da Lilith alle streghe, nella cui storia di oppressione e ribellione s’identifica. Irride le rappresentazioni stereotipate della femminilità guardando all’evoluzione della moda e del costume (Identità, 1974; Corsetti, 2006); denaturalizza lo sguardo orientalista e patriarcale presente nella cultura eurocentrica (L’Odalisca, 1973). Indaga i segni della violenza, nelle sue molteplici espressioni, in opere come Ruhma (2004), work in progress composto ad oggi da 310 riquadri di stoffa colorata, su cui l’artista traccia i nomi e le date di eventi traumatici del Novecento, a partire dal nome della bambina afghana di quattro anni vittima del traffico di organi, che dà il titolo alla serie.
La mostra si pone in stretta continuità con la linea culturale e il programma espositivo perseguiti negli ultimi decenni dalla Galleria Frittelli con l’obiettivo di promuovere e valorizzare l’opera delle artiste italiane del secondo dopoguerra.
Durante la mostra si terrà un ciclo di talk con curator*, studios*, artist* e collezionist*, dedicati ai legami tra arte, femminismo e attivismo politico dagli anni Settanta a oggi.
Libera Mazzoleni. Io strega, io sorella
12 aprile – 13 giugno 2025
Inaugurazione 11 aprile 2025, ore 17
Frittelli arte contemporanea
via Val di Marina 15, Firenze
orari: dal lunedì al venerdì 10 – 13 | 15 – 18
sabato, domenica e festivi su appuntamento
Per info: tel. 055 410153 | info@frittelliarte.it
www.frittelliarte.it
Biografia dell’artista
Nata a Milano nel 1949, dopo la maturità artistica Mazzoleni frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove si diploma nel 1970. Dal 1968 al 1973 realizza sculture colorate in poliestere dai profili ondulati, concepite in contrapposizione con la staticità gerarchica delle forme monumentali della Minimal Art e in dialogo «con la dimensione fluida e ‘in divenire’ dell’esistenza»[1], che espone in numerose mostre collettive: alla Galleria San Fedele (“Rassegna San Fedele 1” nel 1970; “Proposte Documenti - Rassegna San Fedele” nel 1971 e ancora nel 1972) e al Parco Sempione (1971) a Milano, al Grand Salon Richards di Parigi e alla Malta Society of Art nel 1972.
Nel 1973 tiene la prima personale al Palazzo dell’Arengario di Milano, dove espone sculture in poliestere, ferro e poliuretano accanto a pannelli in formica, in cui le linee che riprendono i profili delle sculture sono associate a fotografie di parti del corpo femminile e a frasi sull’essere umano tracciate a mano libera. L’anno successivo realizza il libro d’artista Linee Complessi Essere: le fotografie e la scrittura creano un percorso di ricerca sull’identità e sull’autenticità, che parte dall’immagine del corpo nudo dell’artista, ritratto di schiena e raccolto su se stesso, sul quale Mazzoleni scrive un discorso in cui esprime il rifiuto di una ”concezione astratta e impersonale dell’arte”[2].
Nel 1976 realizza Ulrike Meinhof, polittico fotografico che raccoglie immagini diverse – incisioni storiche della caccia alle streghe, fotografie della Meinhof e ritratti dell’artista –, ideato a seguito della notizia del presunto suicidio della giornalista tedesca, rivoluzionaria e terrorista della R.A.F. (Rote Armee Fraktion).
Nel 1977 è invitata da Romana Loda a partecipare alla mostra Magma al Museo di Castelvecchio a Verona e nello stesso anno espone a Firenze nella mostra Il volto sinistro dell’arte, di nuovo a cura di Loda, la serie Luca, II – 49: 16 fotografie in cui le parole di un versetto del Vangelo di Luca vengono cancellate e accostate a immagini diverse, creando di volta in volta significati imprevisti che svelano il carattere ”escludente e misogino” del testo e al contempo suggeriscono altre possibilità, in una prospettiva femminista di liberazione dall’oppressione.
Mazzoleni sviluppa la sua ricerca anche nel campo della performance: in Afanisi (Galleria Centrosei, Bari, 1977) indaga l’espropriazione della singolarità della sessualità femminile operata dalla psicoanalisi freudiana. In Narciso contro Narciso (Galleria Comunale di Arte Moderna, Ancona, 1979) l’artista ritorna sul tema dell’identità e la scoperta di sé e suggerisce, con il richiamo alla figura di Narciso, gli effetti distruttivi del modello patriarcale.
Negli anni Ottanta crea la serie Oggetti inutili (1980), ”piccoli monumenti al contemporaneo” composti da materiali riciclati e di recupero e le Superfici monocrome (1985) in fibra di vetro, che sanciscono l’azzeramento dell’immagine a favore di un ”ritorno alle radici dell’informale”. Nelle performance (Consumarsi del 1981 e Frammenti del 1989) l’artista, attraverso la gestualità del corpo, la proiezione di immagini e la propria voce registrata, ripercorre i cardini della cultura Occidentale, mentre nelle installazioni Stonehenge 2000 e Un luogo della memoria (entrambe del 1986) traspare l’interesse per la mitologia. Queste tematiche sono alla base dei lavori del decennio successivo, in cui l’artista approfondisce la riflessione sul mito (La danza della gru cieca, performance del 1993) e analizza «le contraddizioni del percorso culturale e tecnico dell’Occidente»[3] (Charlie e l’Amore del 1999, elaborazioni fotografiche di ordigni atomici e immagini tratte dal film Two Faced Woman).
Lo sguardo di Mazzoleni si allarga sui luoghi ”difficili” del mondo, articolandosi in progetti che comprendono svariate modalità espressive: la memoria dell’olocausto permea il lavoro Vorrei incontrare il cuore del mondo (1997), composto da dipinti, un libro di poesie e dal video L’arte come rimedio al vivere e ritorna in I muri della mente (2006-2008), lavoro dedicato ai meccanismi di esclusione, negazione, nichilismo nei confronti dell’“altro”, in cui l’operazione artistica si qualifica come “procedura di verità”[4]. Sulla stessa falsariga si pone Altante del Mondo (2006): il progetto racconta, attraverso un libro d’artista, le stampe su pvc del Planisfero e dei Continenti, il video Ma noi siamo qui per aiutarvi, un mondo smarrito, che rivela «l’eccesso caotico e ingovernabile di un reale riempito a dismisura di oggetti connotati esclusivamente dalla loro funzione d’uso»[5].
I femminicidi perpetrati a Ciudad Juárez in Messico tra il 1993 e il 2002 sono all’origine dell’opera Las Mariposas del 2008: la serie è composta dall’elaborazione grafico-fotografica di circa 600 farfalle disposte su 42 riquadri; sul dorso di ciascuna l’artista ha inserito il nome di una delle oltre 600 donne che a oggi risultano scomparse.
L’esegesi dei miti dell’Occidente e le questioni identitarie ed esistenziali rimangono centrali anche nei lavori più recenti di Mazzoleni, in cui si intrecciano la riflessione sull’atto creativo e artistico e quella sui mutamenti innescati dallo sviluppo tecnologico: tra gli altri, Oh! L’identità del 2010, L’ultima cena del 2014 e la performance del 2015 Oggi , “Gli dei se ne sono andati”. L’artista vive e lavora a Milano.
Tra le mostre recenti:
2017 L’ALTRO SGUARDO. Fotografe italiane 1965-2015 dalla collezione Donata Pizzi,a cura di Raffaella Perna, Fondazione La Triennale di Milano – Milano
2017 TV70: FRANCESCO VEZZOLI GUARDA LA RAI – Nell’ambito: SI DICE DONNA. Il femminismo italiano nell’arte e nella televisione degli anni ’70 , a cura di Raffaella Perna - Fondazione Prada – Milano2017
2018 Culture Resistenti – Spoiler@Lettere// 7-8 maggio ‘Arte & Genere’ – Il Femminile tra rappresentazione e autorappresentazione, con Libera Mazzoleni (artista) Ilaria Bussoni (filosofa), Silvia Giambrone (artista).
invito degli studenti della Facoltà di Lettere Università di Bologna Festival di Ateneo.
2018 L’ALTRO SGUARDO. Fotografe italiane 1965-2018 a cura di Raffaella Perna. Palazzo delle Esposizioni, Roma.
2018 XV Rassegna POESIARTE MILANO - Giochi e Gioghi globali, Galleria Quintocortile Milano
2019 Installazione del Piccolo Museion Cubo Garutti con un adattamento di RHUMA opera 2008 – Fondazione Museion, Bolzano
2019 The Unexpected Subject. 1978, Art and Feminism in Italy – Curated by Marco Scotini and Raffaella Perna, Production: Simone Frittelli, Elisabetta Galasso, Sponsored by Dior. FM Centro per l’Arte Contemporanea, Open Care, Mart Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Milano
2020 Gesti di rivolta – arte fotografie e femminismo a Milano 1975/1980 a cura di Cristina Casero. Nuova Galleria Morone, Milano
2020 disturbance: witch – a cura di Alba D’Urbano e Olga Vostretsova 10.09.2020 – 27.12.2020 ZAK / Galerie / OG - Zentrum für Aktuelle Kunst Zitadelle / Am Juliusturm 64 / 13599, Berlino
2020 Romana Loda e l’arte delle donne – dal 3 ottobre al 30 novembre 2020 APALAZZOGALLERY, Brescia
2021 FUTURO. Arte e Società dagli anni Sessanta a domani. A cura di Luca Beatrice e Walter Guadagnini. Galleria d’Italia Palazzo Leoni Montanari, progetto espositivo di Intesa Sanpaolo con il patrocinio del Comune di Vicenza, Vicenza
2022 MIA Fair - New Post Photography 2022, coordinato da Gigliola Foschi.
Premio di partecipazione e menzione d’onore.
[1]<http://www.liberamazzoleni.it/percorso_scultureinpoliestere.html>
[2]Cfr. L. Mazzoleni, Linee Complessi Essere, Milano, Editrice d’Arte Gorlini, 1974; <http://www.liberamazzoleni.it/percorso_lineecomplessessere.html>.
[3]<http://www.liberamazzoleni.it/percorso_charlie.html>
[4]G. Longoni, Dentro l’inferno dell’esclusione, in Libera, I muri della mente, Milano, Silvana Editoriale, 2009, pp. 6-8.
[5]G. Longoni, Tra le pieghe del mondo, in Libera, Atlante del Mondo. La mappa del potere, Milano, Lupetti Editore, 2006, p. 70.