Gli archivi fotografici personali al femminile nell’era digitale: memorie private e public history

Panel coordinato da Lucia Miodini (CSAC) all'interno della Sessione di Archivi fotografici e Public History. AIPH (Associazione Italiana di Public History), V conferenza annuale

  • Data: 08 GIUGNO 2023  dalle 9:30 alle 11:00

  • Luogo: Università degli Studi di Firenze | Via Laura, 48, 50121 Firenze FI

ARCHIVI FOTOGRAFICI E PUBLIC HISTORY 

AIPH, V conferenza annuale 6-10 giugno, Firenze 2023

 

Fotografia e public history rappresentano oggi due ambiti di indagine ancora relativamente nuovi per la storiografia dell'età contemporanea in Italia. La fotografia, oggetto di primario interesse, ha rappresentato in passato, e continua a rappresentare, un luogo privilegiato e un medium particolarmente appropriato per le pratiche memoriali legate al tema dell'identità collettiva care alla PH. I due panel, promossi dai gruppi di lavoro AIPH, Fotografia e Public History e Gender e Public History, offrono una riflessione sulle pratiche e le prospettive della PH che tiene conto della dimensione culturale e memoriale della fotografia e dei suoi rapporti con i processi di disseminazione del patrimonio attraverso i moderni mezzi di comunicazione.

 

Giovedì 8 giugno 2023 ore 9.30-11

UNIVERSITÀ DI FIRENZE Dipartimento FORLIPSI, via Laura 48

Coordinatrice - Lucia Miodini CSAC-Università di Parma

Gli archivi fotografici personali al femminile nell’era digitale: memorie private e public history

La fotografia è considerata il medium più indicato per interpretare lo stretto connubio tra pratica politica e autorappresentazione e per raccontare la presenza delle donne nello spazio pubblico. Un rapporto quello tra fotografia e femminismi nella cultura visiva contemporanea ampiamente studiato. Alla ricerca storica non sempre ha corrisposto la disseminazione dei saperi in pratiche di Public History. La riflessione sulla valorizzazione e il riuso creativo degli archivi fotografici di persona conservati all’interno di istituzioni pubbliche e private, accomuna studiose attive nei gruppi di lavoro promossi da AIPH: Fotografia e Public History e Gender e Public History. L’avvento del digitale ha contribuito a rompere schemi tradizionali di costruzione, trasmissione e disseminazione della memoria culturale, per superare in maniera innovativa e creativa stereotipi e master narratives radicati nella società contemporanea; ma è la connessione tra narrazioni storiche dei femminismi e la disseminazione della storia di genere nelle pratiche di public history a costituire la grande sfida del presente. La ricerca sugli archivi fotografici personali deve mantenere visibile l’originalità e anche l’anomalia delle scritture personali e collettive, che possono essere riattualizzate nello scambio intergenerazionale, attraverso azioni concrete, al fine di favorire la circolazione del sapere in un più ampio dibattito politico e culturale. Diverse sono le modalità di comunicazione e disseminazione delle fonti, e la pluralità di media e new media utilizzati, comune è la condivisione in pratiche di partecipazione attiva di gruppi e comunità. L’incontro fra pratiche di Public History e archivi fotografici si misura nelle azioni concrete in grado di originare cambiamenti nelle forme di valorizzazione della fotografia come medium che partecipa egregiamente del campo sociale (Bourdieu) e delle istituzioni che le rappresentano, mettendo al centro il coinvolgimento culturale e la piena partecipazione dei pubblici.

 

Sabato 10 giugno 2023 ore 11.15-12.45

UNIVERSITÀ DI FIRENZE Dipartimento FORLIPSI, via Laura 48

Coordinatrice - Raffaella Biscioni Università di Bologna

Fotografia e Public History: questioni di metodo e casi di studio

Le pratiche di Public History hanno aperto un vasto dibattito interdisciplinare sulle modalità del lavoro storiografico rivolto non a un pubblico specializzato, ma alla più ampia collettività e basato sul concetto di shared autority, che, superando il concetto di autore e la distanza fra esso e il suo pubblico, permette di accedere ad una narrazione condivisa “per e con il pubblico”. In questo contesto di condivisione di memorie collettive, pubbliche e private, di rilettura del proprio passato da parte di comunità più o meno estese, appare significativo l’uso della fotografia quale “strumento della memoria” e al contempo ontologicamente predisposta alla più ampia comunicazione e disseminazione del sapere. La riflessione proposta dunque pone al centro il rapporto fra fotografia, storia e Public History e si interroga sugli aspetti di metodo che pone l’uso dell’immagine fotografica in tutti quei processi collegati al tema della identità e della memoria. In primo luogo, il suo legame con il reale che ha spesso influito nella percezione della fotografia come testimone oggettivo della realtà. In secondo luogo, le modalità di produzione e sedimentazione che richiedono un approccio accorto alla fonte, che tenga conto di una serie di elementi extralinguistici, ma allo stesso tempo necessari per una sua corretta comprensione (ad esempio i contesti di produzione e circolazione). La transizione digitale ha acuito in parte alcune criticità per la trasformazione operata sulla natura stessa della fotografia e sulle pratiche sociali che la coinvolgono rendendola ancor più pervasiva. Le tecnologie digitali infatti hanno reso accessibile agli studiosi, ma anche al grande pubblico, un grande numero archivi e collezioni fotografiche digitali. La disseminazione e valorizzazione delle immagini fotografiche attraverso piattaforme di photosharing o mostre on-line pongono però questioni di grande importanza relativamente al trattamento catalografico delle immagini, così come la contestualizzazione e la lettura delle immagini.