VCS – Visual Culture Studies - Call for Essays #09 a cura di Federica Muzzarelli e Raffaella Perna
Data:
La storia della fotografia delle donne si presenta come una piattaforma ideale per riflettere sulle pratiche di rivendicazione dei diritti e delle identità femministe, anche quando i lavori fotografici sono collocati storicamente, socialmente e artisticamente al di fuori di una strategia di dichiarata militanza. L’estetica femminista, di cui sono portatrici le immagini fotografiche, diventa in questo modo il filo conduttore per guardare da una prospettiva inedita le vicende della fotografia, interrogandola a partire da quesiti nuovi.
Adottando questo sguardo critico, emerge l’esigenza di tracciare una topografia della fotografia di prassi femminista, considerando sia gli spazi reali, come musei e gallerie; sia quelli diffusi, come le pagine delle riviste; oppure luoghi ibridi come gli archivi, dove la documentazione concreta viene raggruppata a partire da vincoli di natura concettuale. Una simile cartografia permetterà non soltanto di fare affiorare accanto ai nomi delle autrici più celebri e ricorrenti, quelli invece rimossi dalla storiografia, ma anche di delineare il ruolo delle fotografe nel contesto storico e politico del proprio tempo e il peso che in momenti diversi è stato dato alla loro attività.
Partendo da questi presupposti, la presente Call for Essays intende indagare quali spazi di visibilità hanno avuto le donne nel campo della fotografia italiana, dall’Ottocento fino al 1980. L’indagine corale che si intende avviare con il presente numero monografico si muoverà su due fronti. Il primo aspetto da approfondire riguarda la contestualizzazione del lavoro delle autrici e la ricostruzione della diffusione delle loro immagini. La ricerca, in questo modo, verterà sui luoghi di presentazione della fotografia femminista. In quali mostre, dibattiti critici, collezioni museali, istituzioni, o riviste sono stati o sono presenti le fotografie di autrici donne? Qual è stata la loro diffusione? Come hanno influito nella definizione di un immaginario femminista? Con quali strumenti metodologici è stata analizzata la loro opera?
Lo studio intende dare risposta ai numerosi interrogativi ancora aperti riguardanti lo spazio di visibilità delle donne nel campo della fotografia italiana, la loro possibilità di accesso alle mostre e al dibattito critico, i modelli di analisi interpretativa con cui la ricerca fotografica delle donne è stata accolta e divulgata nel corso del periodo preso in esame.
Il secondo fronte su cui concentrare le ricerche è invece quello che riguarda la conservazione e le modalità di strutturazione dell’archivio fotografico, inteso come luogo di sedimentazione e riattivazione dell’opera delle fotografe. Il vincolo naturale e spontaneo che lega l’archivio alla vita di un’autrice chiama in gioco anche l’identità con la quale quest’ultima si è imposta nel panorama artistico del proprio tempo. Così lo studio di un archivio e dei materiali lì raccolti ci parlerà più in generale anche del rapporto delle autrici con il loro lavoro. Da una parte ci sono archivi strutturati che riflettono la consapevolezza con la quale le fotografe si sono presentate nella loro attualità, esplicitando la loro volontà di costruire una memoria da tramandare e di narrare il proprio lavoro tramite la formazione progressiva dell’archivio. Quando invece la memoria archivistica delle autrici è frammentaria o assente, ciò può rivelare una conflittualità con l’esperienza artistica e fotografica che può arrivare fino al punto estremo di una sua negazione. Esemplare è il caso di alcune fotografe che, in un certo frangente della loro vita, hanno abbandonato la professione. Uno studio, quello dell’archivio, che va problematizzato metodologicamente nell’ottica di tracciare la fortuna critica o l’oblio di alcune autrici. La storia degli archivi e le scelte compiute dal soggetto produttore permetteranno di gettare un ponte fra una contestualizzazione storica delle vicende delle fotografe nel proprio tempo e la conservazione e la valorizzazione attuale del materiale da loro prodotto.
Si delineerà così una mappatura complessa dei luoghi della fotografia femminista in cui la diffusione e la presentazione dei lavori delle fotografe nella storia, per il tramite di riviste, esposizioni e dibattiti pubblici, si accosta al presente dell’archivio, che documenta non soltanto l’attività di una fotografa, ma ci parla anche di come la singola autrice si è posta, o meno, il problema della restituzione del proprio lavoro, consapevole dell’importanza di trasmetterlo alle generazioni successive.
La presente Call nasce in dialogo con il convegno Mostrare, promuovere e conservare: I luoghi della fotografia femminista in Italia, che si terrà presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza Università di Roma, il 26-27 settembre 2024. Entrambe queste occasioni di ricerca e di scambio scientifico nascono nell’ambito delle attività organizzate e promosse del PRIN La fotografia femminista italiana. Politiche identitarie e strategie di genere e dal Centro di ricerca FAF - Fotografia Arte Femminismo.
Di seguito un elenco non esclusivo dei luoghi che potranno essere indagati e delle tematiche da approfondire:
- Esposizioni: tipologia di allestimento; scrittura critica alla base delle mostre personali e collettive; narrazione del lavoro fotografico di autrici donne mediante l’impostazione data a personali o all’interno di mostre di gruppo o di rassegne;
- Riviste: analisi della rivista come luogo diffuso di divulgazione della conoscenza della fotografia femminista, anche in base alla politica culturale che sorregge il periodico preso in esame;
- Rivista come oggetto: quali scelte editoriali vengono compiute; l’impostazione grafica delle immagini rispetto al testo; riconoscimento o meno dell’autorialità delle fotografe;
- Dibattici pubblici: presenza delle fotografe nei contesti di dibattici critici e metodologici o politici e sociali;
- Archivi: come luoghi di memoria; cosa racconta la strutturazione dell’archivio rispetto al ruolo ritagliatosi dalla fotografia nel proprio tempo; come si è formato il complesso archivistico; influenza della sedimentazione spontanea dei documenti e delle fotografie nella narrazione successiva dell’operato dell’autrice;
- Archivi nel presente: il ruolo della digitalizzazione degli archivi fotografici; problematicità e potenzialità dell’idea di un archivio digitale fruibile e diffuso;
- Metodi di studio: prospettive di analisi e criteri metodologici diffusi nella storia e nella teoria della fotografia italiana in relazione alle pratiche delle fotografe.
Riferimenti bibliografici:
Bottinelli Silvia, Gastaldon Giorgia (edited by), “Yet who is the Genius?” Women's Art and Criticism in Postwar Italy, «Palinsensti», I-II, n. 9, 2020;
Bussoni Ilaria, Perna Raffaella (a cura di), Il gesto femminista. La rivolta delle donne: nel corpo, nel lavoro, nell’arte, Derive Approdi, Roma 2014;
Casero Cristina, Fotografia e femminismo nell’Italia degli anni Settanta. Rispecchiamento, indagine critica e testimonianza, Postmedia Books, Milano 2021;
Casero Cristina, Gesti di rivolta. Arte, fotografia e femminismo a Milano 1975-1980, Enciclopedia delle donne, Milano 2020;
Casero, Cristina, Ci vediamo mercoledì. Gli altri giorni ci immaginiamo. La nuova immagine femminile nelle ricerche di alcune artiste e fotografe italiane negli anni Settanta del Novecento, «Between», V.10 (2015) http://www.betweenjournal.it/;
Hooks Bell, Feminism is for everybody. Passionate Politics, Pluto Press, London 2000;
Jones Amelia, Seeing Differently. A History and Theory of Identification in Visual Arts, Routledge, London 2012;
Lussana Fiamma, Il movimento femminista in Italia. Esperienze, storie, memorie, Carocci, Roma 2012;
Marra Claudio, Fameli Pasquale, Pompa Chiara (a cura di), Fotografia, corpo, comportamento, «Piano b. Arti e culture visive», vol. 6, n. 2, 2021;
Muzzarelli Federica, Album di famiglia e scrapbook vittoriani. Fotografia e femminismo nella seconda metà dell’Ottocento, «Uomo Nero. Materiali per una storia delle arti della modernità», vol. 20, n. 21, 2023, pp. 8-25;
Muzzarelli Federica, Il corpo e l’azione: donne e fotografia tra Otto e Novecento, Atlante, Monteveglio (Bologna) 2007;
Muzzarelli Federica, Photography and modern icons: the visual planning of myth. Newcastle upon Tyne, Newcastle upon Tyne, Cambridge Scholars Publishing 2023;
Muzzarelli Federica, Women photographers and female identities. Annemarie Schwarzenbach, new dandy and lesbian chic icon, «Visual resources», vol. 34, no. 3/4 (September-December 2018), pp. 265-292;
Perna Raffaella, Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta, Postmedia Books, Milano 2013;
Perna Raffaella, Ketty La Rocca: se io fotovivo. Opere/works 1967-1975, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano) 2022;
Perna Raffaella, L’altro sguardo: fotografe italiane 1965-2018, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano) 2018;
Perna Raffaella, Mostre al femminile: Romana Loda e l’arte delle donne nell’Italia degli anni Settanta, «Ricerche di S/Confine», vol. 6, n. 1, 2015, pp. 143-154;
Perna Raffaella, Scotini Marco, The unexpected subject: 1978 art and feminism in Italy, Flash Art, Milan 2019;
Pollock Griselda, Vision and Difference. Femininity, Feminism and the History of Art, London-New York 1988;
Raymond Claire, Women Photographers and Feminist Aesthetics, Routledge, London 2017;
Solomon-Godeau Abigail, Photography at the Dock. Essays on Photographic History, Institutions, and Practices, University of Minnesota Press, Minnesota 1991.
Indicazioni operative:
Studiose e studiosi interessati a partecipare sono invitati a inviare un proposal entro e non oltre il 20 luglio 2024. Il proposal deve essere avere una lunghezza di circa 300 parole (compresa una bibliografia essenziale) e una biografia di 100 parole. Tutti i materiali e le comunicazioni relative alla pubblicazione vanno inviati alle mail dei curatori e a quella della redazione:
Chi ha inviato i proposal riceverà una risposta entro il 30 luglio 2024 e dovrà eventualmente inviare il proprio contributo entro il 20 ottobre 2024. I contributi dovranno essere compresi tra le 8000 e le 10000 parole, note e bibliografia comprese. Le norme editoriali di riferimento sono consultabili e scaricabili all’indirizzo https://vcsmimesis.org/norme-redazionali. Gli articoli devono essere completati da un abstract di 200 parole, da tre a cinque parole chiave e da una nota bio-bibliografica riferita all’autore o agli autori di massimo 100 parole.
Abstract, parole chiave e nota bio-bibliografica devono essere redatti sia in inglese sia in italiano. Gli articoli possono essere scritti in inglese o in italiano. Gli articoli possono essere accompagnati da immagini, rispetto alle quali l’autore o gli autori devono assicurare il possesso dei diritti di riproduzione.
Gli articoli vengono sottoposti a valutazione secondo il sistema del doppio cieco. I pareri dei referee vengono rimandati agli estensori entro il 30 novembre 2024. Nel caso i referee ritengano pubblicabile il contributo con modifiche, gli estensori avranno tempo fino al 20 dicembre 2024 per inviare il loro contributo con le opportune correzioni. Per tutto quanto non è indicato in questo CFE, si rinvia alla policy della rivista che si possono consultare e scaricare all’indirizzo https://vcsmimesis.org/norme-etiche
Call for Essays promossa nell’ambito del PRIN 2020 – La fotografia femminista italiana
Università di Bologna, Principal Investigator e Responsabile Unità di Ricerca: Prof.ssa Federica Muzzarelli;
Università di Parma, Responsabile Unità di Ricerca: Prof.ssa Cristina Casero;
Sapienza Università di Roma, Responsabile Unità di Ricerca: Prof.ssa Raffaella Perna.