Astratte. Nuove ricerche sull’astrazione delle donne tra avanguardia e neoavanguardia in Italia

Il convegno, a cura di Elena Di Raddo e Bianca Trevisan, è promosso dal Centro di Ricerca per l’Arte Astratta (CRA.IT) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

  • Data:

    04 MAGGIO
    -
    05 MAGGIO 2023
     dalle 9:00 alle 20:00
  • Luogo: Cripta dell'Aula Magna | Largo Agostino Gemelli, 1, 20123 Milano MI

Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

Convegno a cura di Elena DI RADDO e Bianca TREVISAN

Informazioni:
Alissa Meraviglia, Bianca Perrone, Martina Pini
convegno.astratte@unicatt.it

Enti organizzatori

DIPARTIMENTO DI STORIA, ARCHEOLOGIA E STORIA DELL’ARTE
DIPARTIMENTO DI SCIENZE STORICHE E FILOLOGICHE
CENTRO DI RICERCA SULL’ARTE ASTRATTA IN ITALIA (CRAIT)

La storia dell’arte astratta nel periodo delle avanguardie è stata una storia sostanzialmente al maschile. Le poche donne coinvolte erano in gran parte legate agli artisti uomini e nonostante il grande impegno in privato, solo raramente avevano visibilità negli eventi pubblici. Si dovrà attendere gli anni Settanta per vedere finalmente riconosciuto il lavoro delle donne. Nel 1978 alla galleria Porta Ticinese di Milano lunghe tele bianche elencano i nomi di artiste dimenticate dalla storia ribadendo uno specifico femminile nel mondo dell’arte attraverso la valorizzazione di quelle poche protagoniste sopravvissute all’oblio come Sonia Delaunay, Frida Kahlo, Meret Oppenheim, Florence Henri, sottolineandone, tuttavia, al contempo, la vicinanza, in qualità di mogli o compagne, ai maggiori artisti del tempo. Due anni dopo la mostra L’altra metà dell’avanguardia, curata da Lea Vergine, portò invece per la prima volta alla luce le opere di quelle donne che erano state fino a quel momento trascurate dalla storia dell’arte.

Solo da qualche decennio si sono moltiplicate le occasioni di valorizzazione e rilettura critica dell’arte realizzata dalle artiste, soprattutto in relazione al loro impegno esplicito o implicito al femminismo. Meno indagata è però l’attività delle artiste del dopoguerra che hanno contribuito al linguaggio dell’arte astratta e quindi meno direttamente implicate nelle rivendicazioni femministe. Questa “dimenticanza” nei confronti dell’“altra metà dell’astrazione” si somma pertanto al ritardo con cui l’arte astratta è stata studiata dalla critica, specialmente in ambito italiano.

Letture critiche dell’arte astratta sono state avanzate infatti solo a partire dagli anni Ottanta e Novanta del ‘900 in mostre che hanno contribuito a riportare alla luce gli studi sugli anni delle origini e degli sviluppi storici di questo linguaggio. Tra queste, in Italia la storica Origini dell’astrattismo. Verso altri orizzonti del reale, a cura di Guido Ballo, che si è tenuta a Palazzo Reale di Milano nel 1980, negli Stati Uniti la mostra itinerante The Spiritual in Art. Abstract Paintings 1890-1985 a cura di Maurice Tuchman e a Parigi nel 1997 Annés Trente en Europe. Le temps menaçant 1929-1939. Tali mostre hanno portato all’attenzione molti protagonisti di quella tendenza, hanno indagato in modo organico come gli artisti degli anni Trenta si fossero posti l’obiettivo di elaborare un nuovo linguaggio in grado restituire una visione multidirezionale dell’uomo e del mondo, e come questi principi abbiano assunto declinazioni diverse nel corso del secolo scorso.
In quegli stessi anni altre mostre hanno portato l’attenzione in modo più specifico sulle donne come Sense and Sensibility al Moma di New York nel 1994 e Karo Dame: Konstructive, Konkrete und Radikale Kunst on Frauen von 1914 bis haute tenutasi alla Aargauer Kunsthaus di Aarau nel 1995. Più recentemente la mostra Elles font l’abstraction, curata da Christine Macel e Karolina Ziębińska-Lewandowska nel 2021 al Centre Pompidou, ha inoltre offerto una panoramica mondiale su queste artiste, con una lettura trasversale inedita e l’apertura allargata anche alle arti applicate, alla musica e alla danza. La mostra Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930-2000, infine, tenutasi nella primavera del 2022 a Como, ha voluto portare l’attenzione sul panorama italiano a partire proprio dal luogo in cui alcune artiste negli anni Trenta avevano attivamente partecipato al gruppo degli astrattisti comaschi e milanesi. Proprio da quella mostra è nata l’esigenza di indagare ulteriormente questo panorama sia per far emergere artiste dimenticate, sia per offrire l’occasione di letture e riletture dell’astrazione alla luce di questo panorama allargato.
 
I temi che potranno essere affrontati potrebbero essere i seguenti: la rivoluzione formale delle artiste astratte ai tempi delle Avanguardie storiche, con uno sguardo particolare alle figure a cui la storia non ha ancora restituito il giusto riconoscimento; il rapporto con la scrittura, anche alla luce delle sperimentazioni della Poesia Visiva; le sperimentazioni formaliste e geometriche; le indagini materiche, a partire anche dalle tecniche artigianali da sempre appannaggio, soprattutto, delle donne, dal ricamo alla tessitura, fino agli origami; meditazione e metalinguaggio: le ricerche concettuali; arte e azione: la riappropriazione del corpo; ricerche cinetiche, Optical e programmate; sperimentazioni spaziali, video, multimediali e fotografiche; nuove letture storico-critiche della ricerca astratta alla luce del contributo delle donne; gli archivi delle artiste: nuove ricerche e nuove prospettive; rapporti delle artiste italiane con le ricerche internazionali.
 
Il convegno, a cura di Elena Di Raddo e Bianca Trevisan, è promosso dal Centro di Ricerca per l’Arte Astratta (CRA.IT) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e si terrà nei giorni di giovedì 4 e venerdì 5 maggio 2023. È prevista la pubblicazione degli atti entro la fine del 2023 pertanto la consegna dei contributi dovrà essere effettuata entro inizio settembre 2023.