Cronologia carducciana

Questa pagina è dedicata alla ricostruzione degli eventi che hanno caratterizzato la vita di Giosue Carducci in relazione alla letteratura, all'arte e alla politica di allora. Potrai inoltre consultare e scaricare la nostra timeline "Carducci e il suo tempo".

La giovinezza, gli studi e le prime esperienze d'insegnamento

 

Giosue Carducci nasce a Valdicastello, in Versilia, il 27 luglio 1835. Tra il 1838 e il 1839 si sposta in Maremma e vive tra Bolgheri e Castagneto. A Firenze, dove si trasferisce poco dopo, frequenta le scuole dei Padri Scolopi e nel 1853 è ammesso alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Si laurea in filosofia e filologia nel 1856 e inizia subito a insegnare presso il ginnasio di San Miniato. Con lo pseudonimo di Enotrio Romano pubblica la sua prima raccolta di Rime (i.e. Rime di San Miniato, 1857).

Nel novembre 1857 la vita di Carducci viene segnata dal suicidio del fratello Dante; nell'agosto 1858 perde anche il padre Michele, medico di provincia. Giosue deve ora farsi carico della famiglia e, per questo, cura una serie di edizioni di classici per l'editore Barbèra di Firenze e prosegue i suoi studi critici. Nel 1859 sposa Elvira Menicucci, dal loro matrimonio nascerà Beatrice. Tra il 1859 e il 1860 insegna al liceo di Pistoia e si avvicina alla politica del Piemonte sabaudo.

L'incarico all'università di Bologna, il periodo giacobino e la relazione con Lidia

 

Nel 1860 Giosue viene nominato professore di eloquenza presso l'Università di Bologna, città dalla quale non si separerà più. In questo periodo si sposta su posizioni giacobine e repubblicane, anticlericali, e poi anarchiche e socialisteggianti. L'Inno a Satana(1863) è la miglior prova di questa evoluzione. Nel 1868 pubblica la raccolta Levia gravia, ancora una volta con il nome di Enotrio Romano, e viene sospeso dall'insegnamento per un paio di mesi a causa di comportamenti eversivi. 

Il 1870 è un anno molto duro per Carducci: prima perde la madre poi il figlioletto Dante. Nel 1871 pubblica le Poesie, opera di immediato successo; la raccolta è divisa in tre parti: DecennaliaLevia gravia e Juvenilia. Dal 1872 al 1878 Giosue intreccia una relazione con Carolina Cristofori Piva (1837-1881), moglie di un colonnello e chiamata Lidia o Lina nelle poesie e nelle lettere d'amore a lei dedicate. Sempre per Carolina, Carducci scrive le Primavere elleniche (1872), poi inserite nella raccolta Rime Nuove.

Il poeta-vate, le nuove raccolte e gli ultimi anni di vita

 

Carducci, nel 1876, scrive l'ode "barbara" Alle fonti del Clitumno e si candida alle elezioni parlamentari nello schieramento democratico, ma - deluso dalla politica della Sinistra - si avvicina alla monarchia sabauda anche grazie al fascino della regina Margherita. Nel 1877 pubblica le Odi barbare e nel 1880 viene riconosciuto ufficialmente poeta-vate d'Italia. Del 1882 sono le raccolte Nuove odi barbare Giambi ed epodi; invece, le Rime nuove vengono pubblicate nel 1887. Nel 1889 al 1905, per l'editore Zanichelli, cura l'edizione completa delle sue Opere.

Nel 1890 Giosue viene nominato senatore del Regno d'Italia. Poco dopo, inizia una relazione con Annie Vivanti (1868-1942) alla quale sono dedicate molte poesie della raccolta Rime e ritmi, ultima silloge di Carducci pubblicata nel 1899; dello stesso anno è il commento alle Rime del Petrarca, allestito con Severino Ferrari (1856-1905). Nel 1904 abbandona definitivamente l'insegnamento e nel 1906 riceve il premio Nobel per la letteratura. Muore a Bologna il 16 febbraio 1907 di broncopolmonite.