A S. F.
A piè del monte la cui neve è rosa
In su ’l mattino candido e vermiglio,
Lucida, fresca, lieve, armonïosa
Traversa un’acqua ed ha nome dal giglio.
5 Io qui seggo, Ferrari, e la famosa
Riva d’Arno ripenso e il tuo consiglio;
E di por via la piccioletta prosa
E altamente cantar partito piglio.
Ma il Lys m’avvisa – Al nulla si confonde
10 Questo mio canto, e non se ne rammarca;
Pur di tanto maggior vena s’effonde –.
Ond’io, la fronte di superbia scarca,
Torno al mio cuore; e a’ monti a l’aure a l’onde
Ridico la canzon del tuo Petrarca.
Gressoney-la-Trinité, 8 agosto 1898.