Spezzato il pugno che vibrò l’audace
Picca tra ghiaccio e ghiaccio, il domatore
De la montagna ne la bara giace.
Giù da la Saxe in funeral tenore
5 Scende e canta il corteo: dicono i preti
– La requie eterna dona a lui, Signore –,
– E la luce perpetua l’allieti –
Rispondono le donne: ondeggia al vento
Il vessil de la morte in fra gli abeti.
10 Or sì or no su rotte aure il lamento
Vien del mortorio, or sì or no si vede
Scender tra’ boschi il coro grave e lento.
Esce in aperto, e al cimiter procede.
Posta la bara fra le croci, pria
15 Favella il prete: – Iddio t’abbia mercede,
Emilio, re de la montagna: e pia
Avei l’alma, e ogni dì le tue preghiere
Ascendevano al grembo di Maria –.
Le donne sotto le gramaglie nere
20 Co ’l viso in terra piangono a una volta
Sopra i figli caduti e da cadere.
A un tratto la caligine ravvolta
Intorno al Montebianco ecco si squaglia
E purga nel sereno aere disciolta:
25 Via tra lo sdrucio de la nuvolaglia
Erto, aguzzo, feroce si protende
E, mentre il ciel di sua minaccia taglia,
Il Dente del gigante al sol risplende.
Courmayeur, 28 agosto 1895.