Fuggono, ahi fuggon rapidi
Gl’irrevocabili anni!
E sempre schiavi fremere,
Sempre insultar tiranni,
5 Ovunque il guardo e l’animo
Interrogando invio,
Odomi intorno; ed armasi
Pur d’odio il canto mio.
Sperai, sperai che, il ferreo
10 Tempo de l’ire vòlto,
Io libero tra i liberi,
A liete mense accolto,
Potrei ne’ voti unanimi
Seguir con l’inno alato
15 L’ascensïon de’ popoli
Su per le vie del fato.
Tal salutando Armodio
Incoronar le cene
Solea tornata a civica
20 Egualitade Atene:
Fremean gli aerei portici
Al canto, e Salamina
Rosea del sole occiduo
Ridea da la marina:
25 Pensoso udia Trasibulo,
E nel bel fior de gli anni
La fronte radïavagli,
Minaccia de’ tiranni.
Oh, ancor nel mirto ascondere
30 Convien le spade: ancora
L’antico e il nuovo obbrobrio
Ci fiede e ci addolora.
O libertà, sollecita
Speme de’ padri e nostra,
35 Sangue di nuovi martiri
Il tuo bel velo inostra;
Né da te gl’inni movono
Dove Rattazzi impera
E geme in ceppi il vindice
40 Trasibul di Caprera.
Oh de l’eroe, del povero
Ferito al carcer muto
Portate, o venti italici,
Il mio primier saluto.
45 Evviva a te, magnanimo
Ribelle! a la tua fronte
Più sacri lauri crebbero
Le selve d’Aspromonte.
Spada il tuo nome (o improvvido,
50 Ei non ti fu lorica,)
Tu solo ardisti insorgere
Contro l’Europa antica.
Chi vinse te? Deh, cessino
I vanti disonesti:
55 Te vinse amor di patria
E nel cader vincesti.
Evviva a te, magnanimo
Ribelle e precursore!
Il culto a te de’ posteri,
60 Con te d’Italia è il cuore!
Io bevo al dì che fausto
L’eterna Roma schiuda,
Non a’ Seiani ignobili,
A i Tigellini, a i Giuda,
65 Sì a libertà che vindice
De l’umano pensiero
Spezzi la falsa cattedra
Del successor di Piero.
Io bevo al dì che tingere
70 Al masnadier di Francia
Dee di tremante e luteo
Pallor l’oscena guancia.
Ferma, o pugnal che in Cesare
Festi al regnar divieto,
75 O scure a cui mal docile
S’inginocchiò Capeto!
Sacro è costui: segnavalo
Co ’l dito suo divino
La libertà: risparmisi
80 L’imperïal Caino.
Viva; e un urlar di vittime
Da i gorghi de la Senna
E da le fosse putride
De la feral Caienna
85 Lo insegua: e, spettri lividi
Con gli spioventi crini,
– Sii maledetto – gridingli
Mameli e Morosini.
– Sii maledetto – e d’odio
90 Con inesauste brame
I fratricidi il premano
Onde Aspromonte è infame.
Viva: insignito gli omeri
De la casacca gialla,
95 Al piè che due repubbliche
Schiacciò, la ferrea palla,
Di sua vecchiezza ignobile
Contamini Tolone
Ove la prima folgore
100 Scagliò Napoleone.
Ahi, grave è l’odio e sterile,
Stanco il mio cuor de l’ire:
Splendi e m’arridi, o candida
Luce de l’avvenire!
105 Arridi! i nostri parvoli
Che a te veder son nati
Io t’accomando: ei vivano
Del raggio tuo beati.
A terra i serti e l’infule!
110 In pezzi, o inique spade!
Sole nel mondo regnino
Giustizia e libertade!
O dee, ne la perpetua
Ombra si chiuderanno
115 Quest’occhi, e il vostro imperio
In van ricercheranno.
O dee, ma, quando cómpiansi
L’età vaticinate,
Di vostra gloria un alito
120 Su l’avel mio mandate.
Io ’l sentirò: superstite
A i fati è amor: e vive
Esulteran le ceneri
Del vostro vate, o dive.
125 Or distruggiam. De i secoli
Lo strato è su ’l pensiero:
O pochi e forti, a l’opera,
Ché ne i profondi è il vero.
Odio di dèi Prometeo,
130 Arridi a’ figli tuoi.
Solcati ancor dal fulmine,
Pur l’avvenir siam noi.