Passa la nave mia, sola, tra il pianto
De gli alcïon, per l’acqua procellosa;
E la involge e la batte, e mai non posa,
De l’onde il tuon, de i folgori lo schianto.
5 Volgono al lido, omai perduto, in tanto
Le memorie la faccia lacrimosa;
E vinte le speranze in faticosa
Vista s’abbatton sovra il remo infranto.
Ma dritto su la poppa il genio mio
10 Guarda il cielo ed il mare, e canta forte
De’ venti e de le antenne al cigolìo:
– Voghiam, voghiamo, o disperate scorte,
Al nubiloso porto de l’oblio,
A la scogliera bianca de la morte. –