Profonda, solitaria, immensa notte;
Visibil sonno del divin creato
Su le montagne già dal fulmin rotte,
Su le terre che l’uomo ha seminato;
5 Alte da i casti lumi ombre interrotte;
Cielo vasto, pacifico, stellato;
Lucide forme belle, al vostro fato,
Equabilmente, arcanamente, addotte;
Luna, e tu che i sereni e freddi argenti
10 Antica peregrina a i petti mesti
Ed a’ lieti dispensi indifferenti:
Che misteri, che orror, dite, son questi?
Che siam, povera razza de i viventi?...
Ma tu, bruta quïete, immobil resti.