Se Dio ti guardi sino a befania
Così fresco grassoccio e badïale
Ed a risparmio del pepe e del sale
Da viver anche sant’Anton ti dia,
5 Or dinne, Bambolone, in cortesia:
Se’ tu tozzone o porti pivïale?
Ha’ tu studiato di negromanzia?
Se’ turcimanno o cozzone o sensale?
Quando tu mostri fuora il tuo faccione
10 E l’occhio picciolino e quella fessa
Che tieni ov’han la bocca le persone,
Dice la gente – È egli ora da messa?
Ècci oggi a la Nunziata processione?
Ehi, sagrestano! – Ma quel dir poi cessa,
15 Quando una filatessa
Sciogli di citazion greche e latine
Che l’una e l’altra si pigliano al crine.
A fé tu trinci fine
L’apotegma ed il colon e lo scolio,
20 E l’assïoma bei come il rosolio.
Sembri il padre Nizolio
Che fe’ di Marco Tullio anatomia,
Sembri il sultan de la filologia.
Ma di filosofia
25 Tu n’hai piene le sacca anzi le balle
Dice la gente che mai non ti falle.
N’hai sempre in su le spalle,
E ne le brache, e fin dentro gli usatti,
E la vendi al minuto e la baratti.
30 Oh come sono matti,
I’ volevo dir nuovi e peregrini,
I discorsi che fai, grandi e piccini!
Gli arabi ed i latini,
I francesi i geloni ed i caldei
35 E irochesi e ottentotti ed aramei,
Gli svizzeri e gli ebrei,
Ed i russi ed i prussi ed i borussi,
Gli hai su le dita come tu ci fussi.
Anche hai giocato a frussi
40 Con Salomone, e facei l’altalena 40
Con Licurgo quand’ei murava Atena.
O testona ripiena
D’ogni gran cosa, grossa soda e dura,
Tu hai gran naturale, anzi natura.
45 Or dài or dài la stura
A quelle fantasie che in rima hai mésse,
Ma risprangale prima ove son fesse.
Calate le brachesse,
Baraballo t’aspetta in Elicona
50 E vuol dare al tuo crin la sua corona.
E tutto il monte suona
– O Bambolone, vienne a questo stallo,
Vienne tra il Carafulla e Baraballo! –