Udite, udite il molto reverendo
Sopra la educazione de’ figliuoli.
E’ si vuol, quand’han messo i lattaiuoli,
Cominciar la grammatica esponendo;
5 E quelli duri a modo di piuoli
Tutta in latin la vengan ripetendo.
Che se il ragazzo dice – I’ non la intendo, –
È da pigliar de’ nerbi o ver querciuoli,
E picchiatelo forte a nodo a nodo,
10 E chiamatel furfante a tutto pasto:
A un bisogno, e’ c’è il martello e ’l chiodo
Per crocifigger chi l’avesse guasto.
Questo de l’insegnar cristiano è il modo,
Così il fanciullo vien saputo e casto.
15 Ma deh prima il catasto
Insegnategli e la negromanzia,
Che non la storia e la geografia.
Questa è una cosa ria,
Questo è razionalismo di quel fino:
20 Contentisi il ragazzo al Bellarmino.
Oh che giovin divino,
Se di nulla mai chieggavi ragione
Credendo tutto a tutte le persone!
E creda anche al forcone
25 Di Satanasso o ver di Lucibello
E a le penne de l’agnol Gabriello,
Ed a lo spiritello
O spiritelli che vengano a schiere
E al dïavolo grande e a le versiere,
30 E che le fattucchiere
Piglin forme di cagne o vuoi di gatte,
Ed a tant’altre autorità sì fatte.
E così si combatte
In pro’ de’ nostri italïani vecchi,
35 E questo è il classicismo di parecchi!
O bónzi, o mozzorecchi,
Voi fiorirete i ginnasi e’ licei
D’Ecceomi e Barabbi e Zebedei.