O arcadi e romantici fratelli
Ne la castroneria che insiem vi lega,
Deh finite, per dio, la trista bega,
E sturate il forame de’ cervelli.
5 Del vostro pianto crescono i ruscelli
E i fiumi e i laghi sì che l’alpe annega,
E stanco è il Gusto a batter chiavistelli
A questa vostra misera bottega.
Sentite in confidenza: i lepri e i ghiri
10 Son lepri e ghiri, e non son mai leoni:
Né Byron si rimpasta co’ delirî,
Né Shakspeare si rifà co’ farfalloni,
Né si fabbrica Schiller co’ sospiri,
Né Cristi e sagrestie fanno il Manzoni.
15 Dopo tanti sermoni,
O baironiani, o cristïani, o ebrei,
Ed o voi che credete ne gli dèi,
Lasciate i piagnistei;
E, se più al mondo non avete spene,
20 Fatevi un po’ il servizio d’Origene.