Da i gradi alti del circo ammantellati
Di porpora, esse ritte
Ne i lunghi bissi, gli occhi dilatati,
Le pupille in giù fitte,
5 Abbassavano il pollice nervoso
De la mano gentile.
Ardea tra bianche nuvole estuoso
Il sol primaverile
Su le superbe, e ne la nera chioma
10 Mettea lampeggiamenti.
Fremea la lupa nutrice di Roma
Ne i lor piccoli denti,
Bianchi, affilati, tra le labbra rosse
Contratte in fiero ghigno.
15 Un selvatico odor su da le fosse
Vaporava maligno.
Era il sangue del mondo che fervea
Con lievito mortale,
Su cui provava già Nemesi dea
20 Al vol prossimo l’ale.
E le nipoti di Camilla, pria
Di cedere le mani
A i ferri, assaporavan l’agonia
De’ cerulei Germani.
25 Voi sgretolate, o belle, i pasticcini
Tra il palco e la galera;
Ed intente a fornir di cittadini
La nuova italica èra,
Studiate, e gli occhi mobili dan guizzi
30 Di feroce ideale,
Gli abbracciamenti de’ cavallerizzi
Tra i colpi di pugnale;
E palpate con gli occhi abbracciatori
Le schiene ed i toraci,
35 Mentre rei gerghi tra sucidi odori
Testimonian su i baci.
Poi, se un puttin di marmo avvien che mostri
Qualcosellina al sole,
Protesterete con furor d’inchiostri,
40 Con fulmin di parole.
E pur ieri cullaste il figliuoletto
Tra i notturni fantasmi
Co’ l piè male proteso fuor del letto
Ne gli adulteri spasmi.
45 Ma voi siete cristiane, o Maddalene!
Foste da’ preti a scuola.
Siete moderne! avete ne le vene
L’Aretino e il Loiola.
ottobre 1879.