No, le luci non ha di Maddalena
Molli e del pianger vaghe;
No, balsami non ha la mia Camena
Per le fetenti piaghe.
5 Né Cristi siete voi; per ogni fòro
L’anima vostra impura
Fornicò; se v’ha conci il reo lavoro,
Ci pensi la questura.
Ma Fulvia, in quel che la persona bella
10 Rileva su ’l divano
Ravvïando al crin fulgido le anella
Con la tremante mano
E le pieghe a la vesta, tutta in viso
Vermiglia e di piacere
15 Spumante, con un guardo e con un riso
Ove tutta Citere
Lampeggia e a cui Laide erudita avria
Aggiudicato il mirto,
− Odio − dice − la triste poesia
20 Che rinnega lo spirto. −
E il buffon Mena, ch’empie d’inodora
Corruzïon la pancia
E via co ’l guanto profumato sfiora
Gli schiaffi de la guancia,
25 Dice − A me giova tra un bicchier di Broglio
E l’altro metter l’ale.
Io mi sento meschino, e a cena voglio
Del soprannaturale
E de i tartufi.... Via, dopo l’arrosto
30 Fa bene un po’ d’azzurro:
Apri, poeta: il cielo, il cielo, a costo
Di pigliare un cimurro!
Nel cospetto del ciel l’ebrezza casca
Del senso riscaldato.
35 Il canto è fede −. E s’accarezza in tasca
Il soldo ruffianato.
Ecco Pomponio, a le cui false chiome
E al giallo adipe arguto,
Dolce Pimplea, tu splendi in vista come
40 Un grosso angel paffuto
Che ne le chiese del Gesù stuccate
Su le nubi s’adagia,
Su le nubi dorate e inargentate
Che paion di bambagia.
45 − Amore, amore! − ei sbuffa − il mondo nuota
Tutto nel latt’e miele:
Le rane come me lasciâr la mota
E le vipere il fiele.
Vero; un asino crepa a quando a quando
50 Di martirio o di fame:
Ma il listino a la borsa va montando
E a Pegaso lo strame.
Ho de’ valori pubblici, un’amante
Paölotta e un giornale
55 Del centro che mi paragona a Dante:
Io canto l’ideale.
Seguo l’arte che l’ali erge e dilata
A più sublimi sfere:
Lungi le Muse de la barricata,
60 Le Grazie petroliere! −
Così le belle e i vati e i savi in coro
Mi vietano con gesto
Di drammatico orrore il sacro alloro...
Deh via, chi ve l’ha chiesto?
65 Quand’io salgo de’ secoli su ’l monte
Triste in sembianti e solo
Levan le strofe intorno a la mia fronte,
Siccome falchi, il volo.
Ed ogni strofe ha un’anima; ed a valle
70 Precipita e rimbomba,
Come fuga d’indomite cavalle,
Con la spada e la tromba;
E con la spada alto volando prostra
I mostri ed i giganti,
75 E con la tromba a la suprema giostra
Chiama i guerrier festanti.
Al passar de le aeree fanciulle
Fremon per tutti i campi
L’ossa de’ morti, e i tumoli a le culle
80 Mandan saluti e lampi.
E il giovinetto pallido, a cui cade
Su gli occhi umido un velo,
Sogna la morte per la libertade
In faccia al patrio cielo.
85 Avanti, avanti, o messaggere armate
Di fede e di valore !
Su l’ali vostre a più felice etate
Lancio il mio vivo cuore.
A voi la vita mia: me ignota fossa
90 Accolga innanzi gli anni:
Pugnate voi contro ogni iniqua possa,
Contro tutti i tiranni!
19 decembre 1871