− Superbo! e lui non tocca
Gentil senso d’amore:
Motto di rosea bocca
A lui non scende in core.
5 Ei per la via de gli anni
Tutt’i soavi inganni
Gittò, gittò la soma
De le memorie pie;
E con la mente doma
10 Da torve fantasie,
Solitario, aggrondato,
Va pe ’l divin creato.
Amor covava in petto
Al buon veglio di Teo:
15 In lui l’ira e ’l dispetto
Albergo e nido feo,
E la Furia pon l’ova,
E la Musa le cova;
E guizzan viperette
20 Da i sanguinosi vani,
E fischian su le vette
De’ versi orridi e strani,
E lingueggiano al sole
Tra rovi di parole. −
25 E pur (m’udite, o voi
Che un dì mi amaste) ancora
Dischiude i color suoi
E in mezzo al cor m’odora
Più soave che pria
30 Il fior di poesia.
E ne vo’ far ghirlande
Per le fronti severe
Ove suoi raggi spande
L’onor et il dovere,
35 E per le fronti belle
Di pudiche donzelle.
O monti, o fiumi, o prati;
O amori integri e sani;
O affetti esercitati
40 Fra una schiatta d’umani
Alta gentile e pura;
O natura, o natura;
Da questo reo mercato
Di falsitadi, anelo
45 A voi, come piagato
Augello al proprio cielo
Dal fango ond’è implicata
L’ala al sereno usata.
Dolci sonate e molli
50 Aleggiate, o miei versi,
Qual d’Imetto da i colli
Di roseo lume aspersi
Mormoravan giulivi
Del bel Cefiso a i rivi
55 Gli sciami de le attee
Api, ed allora inchino
Libava a le tre dee
Il tragico divino
Meditando i secreti
60 Di Colono oliveti.
Dolci sonate e puri
Della candida festa
Fra i domestici augùri:
Parenzo oggi a la onesta
65 Tua legge affida, o amore,
Il prode ingegno e il core.
E ride la donzella
A l’amator marito,
Lei che tacita e bella
70 L’attese, ed a l’ardito
Guerrier di nostra fede
Serbò questa mercede.
Oh dolce oblio profondo
De le lotte anelanti!
75 Oh divisi dal mondo
Susurri de gli amanti,
Che l’aura pia diffonde
Tra l’ombre e tra le fronde,
Ma in ciel par che gl’intenda
80 Espero amico lume
E soave risplenda
Con fraterno costume
A la fronte levata
De la fanciulla amata!
85 Se non che dietro rugge
La marea de la vita,
E l’anima che fugge
Chiama a la via smarrita:
In su l’aspro sentiero
90 Tornate, o sposi, e al vero.
Da i vostri amori, o prode
Gioventù di mia terra,
A la forza e a la frode
Esca perenne guerra,
95 Esca a l’italo sole
Una robusta prole;
E il sano occhio nel giorno
Del ver fisi giocondo,
E tutto a lei dintorno
100 Rida libero il mondo.
Non è divino fato
Il dolore e il peccato.
A l’armi, a l’armi, o amore!
Tu puoi, tu sol, cotanto!
105 Se questa speme in core
Io porti, ancora il canto
Da l’anima ferita
Gitterò ne la vita;
E su ’l ginocchio, come
110 Il gladiator tirreno,
Poggiato, io, fra le chiome
E nel rïarso seno
La fresc’aura sentendo,
Morirò combattendo.
4 giugno 1870