[LEGGENDO LA INTRODUZIONE ALLA VITA DI CESARE SCRITTA DA NAPOLEONE III].
– Giove ha Cesare in cura. Ei dal delitto
Svolge il diritto, e dal misfatto il fato.
Se un erario al bisogno è scassinato
O un cittadino per error trafitto,
5 Tutto si sanerà con un editto.
A sua gloria e per forza ei ci ha salvato.
Chi ebbe tenga, e quel ch’è stato è stato.
Nuovo ordine di cose in cielo è scritto. –
Così diceva, senator da ieri,
10 Il ladro fuggitivo servo Mena;
E la plebe a Labien sassi gittava.
Ma la legione undecima cantava
– Trionfo! quattro nivei destrieri,
Divin trionfo, al divin Giulio infrena! –
15 Quattro al dio Giulio, o dio Trionfo, infrena,
Come al buon Furio già, nivei cavalli:
Leghi al carro d’avorio aurea catena
L’Egitto e il Ponto e gli Africani e i Galli.
Gracco, la plebe tua straniere valli
20 Ari a un suo cenno; e tu curva la schiena,
Sangue Cornelio, e a’ senator da’ gialli
Crin la via mostra che a la curia mena.
Dittatore universo, anche la vaga
Lingua d'Ennio ei fermò; l'anno ha costretto
25 Errante già per la siderea plaga.
Ma fra tant’inni il mondo ode su ’l petto
Santo di Cato stridere la piaga
E scricchiolar di Nicomede il letto.
Settembre 1868.