V. IL CESARISMO

[LEGGENDO LA INTRODUZIONE ALLA VITA DI CESARE SCRITTA DA NAPOLEONE III].

I.

        – Giove ha Cesare in cura. Ei dal delitto

        Svolge il diritto, e dal misfatto il fato.

        Se un erario al bisogno è scassinato

        O un cittadino per error trafitto,

 

5      Tutto si sanerà con un editto.

        A sua gloria e per forza ei ci ha salvato.

        Chi ebbe tenga, e quel ch’è stato è stato.

        Nuovo ordine di cose in cielo è scritto. – 

 

        Così diceva, senator da ieri,

10   Il ladro fuggitivo servo Mena;

        E la plebe a Labien sassi gittava.

 

        Ma la legione undecima cantava

        – Trionfo! quattro nivei destrieri,

        Divin trionfo, al divin Giulio infrena! –

 

II.

15   Quattro al dio Giulio, o dio Trionfo, infrena,

        Come al buon Furio già, nivei cavalli:

        Leghi al carro d’avorio aurea catena

        L’Egitto e il Ponto e gli Africani e i Galli.

 

        Gracco, la plebe tua straniere valli                                                    

20   Ari a un suo cenno; e tu curva la schiena,

        Sangue Cornelio, e a’ senator da’ gialli

        Crin la via mostra che a la curia mena.

 

        Dittatore universo, anche la vaga

        Lingua d'Ennio ei fermò; l'anno ha costretto

25   Errante già per la siderea plaga.

 

        Ma fra tant’inni il mondo ode su ’l petto

        Santo di Cato stridere la piaga

        E scricchiolar di Nicomede il letto.

 

        Settembre 1868.