Sbarrate la soglia, chiudete ogni varco,
Gittatemi intorno densissimo un vel!
D’orribile sogno mi preme l’incarco:
Ho visto di giallo rifulgere il ciel.
5 Un lezzo nefando d’avello e di fogna
Uscìa dal palagio che a fronte ci sta:
Le vecchie campane sonavano a gogna
Di Piero Capponi per l’ampia città,
E giù da’ bei colli che a’ dì del cimento
10 Tonavan la morte su ’l fulvo stranier
Un suon di letane scendea lento lento
E pallide torme dicean – Miserer – .
Con giunte le mani prostrato il Ferruccio
Al reo Maramaldo chiedeva mercé,
15 E Gian de la Bella levato il cappuccio
Mostrava lo schiaffo che Berto gli diè.
E Dante Alighieri vestito da zanni
Laggiù in Santa Croce facea ’l ciceron,
Diceva – Signori, badatevi a’ panni!
20 Entrate, signori: voi siete i padron.
Che importa se l’onta più, meno, ci frutti?
Io sono poeta, né so mercantar.
Il ghetto d’Italia dischiuso è per tutti.
Al popol d’Italia chi un calcio vuol dar? –
25 E dietro una tomba vid’io Machiavello
De gli occhi ammiccare con un che passò
E dir sotto voce – Crin morbido e bello,
Sen largo ha mia madre; né dice mai no.
Son fòri fulgenti di dorie colonne
30 I talami aperti di sue voluttà:
Su ’l gran Campidoglio si scigne le gonne
E nuda su l’urna di Scipio si dà. –
Firenze, nei primi giorni di nov. del 1867.