Un viaggio nella Maremma di Giosue Carducci, da Valdicastello a Castagneto.
a cura di Chiara Cotignoli
Giosue Carducci nacque il 27 luglio 1835 a Valdicastello, una frazione di Pietrasanta, situata nella valle bagnata dal torrente Baccatoio e stretta fra il Monte Lieto e il Monte Gabberi. Fu il primogenito di Michele Carducci, medico e rivoluzionario, e Ildegonda Celli, di origini volterrane. Qui è ancora presente e visitabile la casa natale del poeta, oggi divenuta un vero e proprio museo. L’abitazione della famiglia è costituita dalle quattro stanze del fabbricato collocate dalla parte del torrente. Al suo interno sono conservati alcuni fra i mobili originari e molti documenti ed effetti personali donati dai familiari al Comune.
Carducci visse solo tre anni in questa abitazione poiché il 25 ottobre 1838 la famiglia Carducci, a causa del concorso vinto dal padre per diventare medico di zona, si trasferì a Bolgheri, piccolo paesello della Toscana che grazie al poeta diventerà famoso in tutto il mondo. Anche se trascorse a Valdicastello pochi anni, ne rimase sempre legato, tanto da rievocarlo nei suoi ricordi di Versilia; fece inoltre ritorno nella sua terra natale il 16 giugno 1877 e il 1° e 29 marzo 1890. In occasione della prima di tali visite, il 17 giugno 1877 scrisse in una lettera a Carolina Cristofori Piva:
Quel che mi piace è Pietrasanta: bellissima cittadina, con piazza unica, una cattedrale da grande città, e, sfondo, le Alpi Apuane. E che paese all'intorno! che monti, che verde, che ombre, che fiumi, che ruscelli risonanti freschi sotto i castagni e gli olivi fra il verde.
La strada lunga quasi cinque chilometri, che collega l'oratorio di San Guido (lungo la via Aurelia) allo scenografico centro storico di Bolgheri è meglio nota come il viale dei cipressi. Si presenta come un lunghissimo viale rettilineo, chiuso ed ombreggiato su entrambe le sponde laterali da una fila di fittissimi cipressi secolari, che taglia in due la campagna maremmana. All’inizio del viale dei cipressi, all’incrocio tra la vecchia Aurelia e la Strada provinciale bolgherese, è stato eretto un monumento in ricordo del poeta con alcune targhe che indicano l’anno di costruzione, il 1957, cinquantenario della sua morte, e alcune citazioni dalle sue poesie. Pochi passi più avanti, avvolta dai cipressi, si può scorgere una caratteristica struttura ottagonale: l’oratorio di San Guido, realizzato nel 1703 su commissione della famiglia Della Gherardesca.
Questi luoghi danno conto del profondo e duraturo legame tra Giosue Carducci e la Maremma. Nonostante vi avesse trascorso soltanto l’infanzia e qualche soggiorno in età adulta, essi furono per lui sempre estremamente cari e a loro dovette l’ispirazione per alcune delle sue più celebri liriche tra cui, nel caso dei cipressi, Davanti San Guido. Nel 1873, infatti, mentre si recava da Livorno a Roma in treno attraversando questo lembo di Maremma, vide dal finestrino il viale che gli rievocò la sua infanzia, ispirandogli con un po’ di nostalgia i famosi versi 1-7 della poesia confluita poi nella raccolta Rime nuove:
I cipressi che a Bólgheri alti e schietti / Van da San Guido in duplice filar, / Quasi in corsa giganti giovinetti / Mi balzarono incontro e mi guardar. / Mi riconobbero, e — Ben torni omai — / Bisbigliaron vèr’ me co ’l capo chino — / Perché non scendi? Perché non ristai?
A Bolgheri, passando accanto al castello e alla chiesa d’impianto romanico dei Santi Giacomo e Cristoforo, si arriva al centro del paese dove, nella piazzetta centrale, si affaccia la casa in cui Carducci abitò dal 1838 al 1848. Nei dieci anni a Bolgheri la famiglia visse in povertà e non era possibile per Giosue frequentare le scuole: il padre incaricò così il sacerdote Giovanni Bertinelli di dargli lezioni di latino durante il giorno; mentre la sera era direttamente il padre a impartirgli l’insegnamento. Casa Carducci, inoltre, seppur povera, disponeva di una discreta biblioteca, in cui si riflettevano le predilezioni classico-romantiche e quelle rivoluzionarie di Michele, il padre del futuro poeta. Qui Giosue poté voracemente impegnarsi nelle prime letture e avvicinarsi a testi come l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide, la Gerusalemme liberata, la Storia romana di Charles Rollin e la Storia della Rivoluzione francese di Adolphe Thiers. Si trova in questo luogo anche una targa, che indica il periodo trascorso dal poeta nella casa durante la sua fanciullezza.
QUI TRASCORSE LA FANCIULLEZZA | GIOSUE CARDUCCI | DAL 1838 AL 1848
Sempre a Bolgheri, ma in Piazza Teresa, sul lato destro, di fronte a un ristorante, si trova una casetta riconoscibile da una fontanella ai piedi della scalinata in muratura che conduce all’ingresso. Qui si trova un’altra targa, che recita:
QUI VISSE MARIA BANCHINI | ISPIRATRICE DELL’IDILLIO MAREMMANO || MEGLIO ERA SPOSAR TE BIONDA MARIA
Maria era figlia dei mugnai del borgo, ragazza che in giovinezza aveva fatto sussultare il cuore di Carducci e che egli rincontrerà quarant’anni dopo, quando lei, pur con i capelli brizzolati e mutata nei tratti, manteneva l’impronta della bellezza passata. Il poeta la ricorda come «amor mio primo» al verso 6 del componimento Idillio maremmano, scritto nel 1872 e confluito poi nella raccolta Rime nuove.
Di fronte alla casa di Carducci si trova ora la statua della nonna paterna del poeta, Lucia Galleni, figura determinante nell'educazione e nella formazione del piccolo Giosue. La nonna Lucia, rimasta vedova del marito Francesco, aiutò il figlio e la sua famiglia a stabilirsi a Bolgheri, dando loro un contributo con le sue modeste risorse economiche e mitigando i conflitti che erano sorti tra il padre del poeta, di idee liberali, e il parroco del paese, Don Bussotti. Lucia morirà di tisi il 18 dicembre 1842, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di Giosue. Si tratta del primo dei numerosi lutti che segnarono dolorosamente la vita di Carducci.
La nonna di Carducci è sepolta nel piccolo cimitero di Bolgheri, che si trova a pochi passi dalla casa del poeta. Qui si erge una cappelletta contornata da cespugli ed è presente una targa sulla pietra tombale dove sono incisi i versi 77-80 della già citata Davanti San Guido, in cui il poeta, da lontano, sembra scorgere la figura della nonna:
Di cima al poggio allora dal cimitero / Giù de’ cipressi per la verde via / Alta solenne vestita di nero / Parvemi riveder Nonna Lucia
La primavera del 1848 segnò bruscamente la fine di questa più o meno spensierata fanciullezza. All’epoca infatti il territorio di Bolgheri, della contea di Donoratico, era di proprietà della famiglia Della Gherardesca, aristocratica e conservatrice, che ben presto mostrò insofferenza verso la posizione repubblicana assunta dal padre del poeta. Il 21 e il 23 maggio 1848, nel cuore della notte, la casa dove i Carducci vivevano fu resa bersaglio di fucilate: un avvertimento al padre di Carducci, il quale sobillava i contadini con le sue idee rivoluzionarie. Ancora oggi, guardando con attenzione, si possono scorgere i buchi lasciati dagli spari. Era il 2 giugno 1848, quando la famiglia Carducci si trasferì a Castagneto: Giosue aveva trascorso a Bolgheri quasi dieci anni, un arco di tempo importantissimo dall’infanzia all’adolescenza.
A Castagneto i Carducci giunsero provvisoriamente, nella speranza di tornare a Bolgheri, ma la permanenza si protrasse quasi undici mesi. Castagneto Marittimo, che dal 1907 prese il nome di Castagneto Carducci, è un borgo chiuso da una cinta medievale ancora visibile, alla cui sommità è collocato il castello di Segalari. In via G. Carducci si trovano, a pochi passi l’uno dall’altro, ancora il Museo “Casa Carducci” dove ha vissuto il poeta e il Museo Archivio Giosue Carducci, le cui sale facevano parte del complesso che fino al 1838 era il vecchio Palazzo Pretorio, divenuto l’attuale Municipio. All’interno del Museo Archivio vengono proposti diversi percorsi che fanno vivere al visitatore i maggiori momenti dell’attività letteraria del poeta, legata ai suoni e ai profumi della Maremma.
Per quanto riguarda Casa Carducci, attualmente visitabile, essa è costituita da due stanze (originariamente erano tre), di cui una ospita la camera da letto del poeta con gli arredi originali tardo ottocenteschi e l’altra testimonia, attraverso documenti e fotografie, la presenza di Carducci a Castagneto e Bolgheri. Proprio in questa casa, presa in affitto dagli Espinassi Moratti, Carducci tornò abitualmente negli anni dal 1879 al 1894, per frequentare i vecchi amici e partecipare alle "ribotte", quei grandi pranzi a base di specialità maremmane (in particolare cacciagione) e vini locali che si tenevano nei prati sotto la Torre di Donoratico o il castello di Segalari. Vicino all’ingresso della casa, sopra una delle finestre che davano sul vicolo, è posta una lapide commemorativa che ricorda la permanenza del piccolo Giosue nella residenza.
QUI ABITÒ FANCIULLO | GIOSUÈ CARDUCCI || CITTADINO RICORDA CHE IL GENIO DI NOSTRA GENTE | VI ABITÒ | E QUESTA CASA | TI SIA SACRA COME UN TEMPIO
Di fronte al Comune invece torreggia un busto del poeta, posto sopra una colonna, ad opera dello scultore sardo Albino Manca, realizzato nel 1935, ma installato in questa posizione solo nel 1952. Purtroppo, anche il soggiorno a Castagneto venne interrotto: a causa della sempre maggiore intransigenza politica del padre Michele, tutta la famiglia il 28 aprile 1849 dovette trasferirsi a Firenze, nella speranza che il clima di una grande città potesse stemperare l’opposizione politica suscitata dal capofamiglia. I tanti luoghi della Maremma, vissuti se pur brevemente da Carducci, ne hanno segnato la vita e, quindi, la produzione letteraria: molte delle sue poesie sono costellate infatti di riferimenti e ricordi, che riconducono al periodo dell’infanzia e della giovinezza trascorso proprio tra Valdicastello, Bolgheri e Castagneto.
Corrado Bologna, Paola Rocchi, Fresca rosa novella, vol. 3A, Dal Naturalismo al primo Novecento, Torino, Loesher Editore, 2015, pp. 99-101.
Luciano Bezzini, Giosue Carducci e la sua Maremma: luoghi, avvenimenti, persone, nell'esperienza carducciana a Bolgheri e a Castagneto, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi, 1993.
Aldo Santini, Il Carducci maremmano, Lucca, Pacini Fazzi, 2003.
Museo Archivio Giosue Carducci e Museo "Casa Carducci", Sito del Comune di Castagneto: <https://www.comune.castagneto-carducci.li.it/servizi-e-uffici/i-musei-di-castagneto-carducci>.