Carducci a Firenze

Un viaggio nella Firenze di Giosue Carducci dalla casa in via Romana a Fiesole.

a cura di Alice Consigli

Via Romana, 133 

Giosue Carducci nasce a Valdicastello la sera del 27 luglio 1835. Nel 1838 la famiglia si trasferisce a Bolgheri dove Giosue viene istruito per i primi anni dal sacerdote Giovanni Bertinelli. Le idee politiche del padre rendono tuttavia ben presto impossibile la vita ai Carducci nel paesino e così il 29 aprile 1849 la famiglia si trasferisce nuovamente a Firenze, in una modesta casa di via Romana 133. In questa casa Carducci, appena quattordicenne, conosce Elvira, la giovane che diventerà sua moglie. Elvira era figlia del sarto Francesco Menicucci e della sua prima moglie: il sarto, infatti, aveva sposato in seconde nozze la sorella della madre di Giosue diventando così parente della famiglia. Nella casa che fu dei Carducci è ora presente una lapide:

dalla casa modesta | ove abitò adolescente | giosue carducci | la scuola tecnica d’oltrarno | in concordia col comune | volle che il bronzo perenne | additasse la gloria | xxvij aprile mcmvij

Via Romana si estende, con via dei Serragli, da Porta Romana, la porta di uscita dalla città in direzione di Siena e Roma. La porta fu costruita nel 1325, assieme all’ultima cerchia di mura della città e, dopo Porta San Frediano, è la più grande porta dell’intera cerchia muraria. Fra il 1865 e il 1871 Firenze fu capitale provvisoria del Regno d'Italia e le mura che la circondavano furono per la maggior parte distrutte per lasciare spazio ai viali di circonvallazione costruiti secondo il piano urbanistico di Giuseppe Poggi. Nel 1998 un tratto delle mura fra Porta Romana e Piazza Tasso è stato restaurato e aperto al pubblico.

Via Martelli, 9 

Il piccolo Giosue viene iscritto presso le Scuole Pie degli Scolopi di San Giovannino in via Martelli, sede oggi del Liceo Classico Statale Galileo. Nel 1775, infatti, gli Scolopi avevano acquisito una parte dell’edificio collocato in via Martelli con lo scopo di trasferire lì la loro scuola, ma l’edificio risultava troppo piccolo e presto acquistarono anche lo stabile adiacente di proprietà della famiglia Martinelli. Nel palazzo gli Scolopi rimasero anche dopo l’Unità fino a quando, nel 1878, cedettero una parte dell'edificio come sede di un Ginnasio Regio che prese il nome di «Galileo»; a questo nel 1884 fu aggiunto anche il Liceo. Sono questi anni fondamentali nella formazione del giovane poeta che si appresta ora con entusiasmo allo studio dei classici come Orazio, Ovidio e Virgilio e dei moderni come Alfieri, Foscolo e Leopardi. Giosue coltiva in questo periodo anche le prime amicizie destinate poi a durare per tutta la vita, come quella con Enrico Nencioni e Giuseppe Torquato Gargani. Sono appunto i due amici a fornirci le informazioni principali circa la vita e le abitudini di Giosue in questo periodo. Carducci in questi anni compone i suoi primi versi.

Fiesole

Negli anni del liceo, come ricordano alcuni suoi amici (primo fra tutti Giuseppe Chiarini), Carducci aveva spesso l’abitudine di saltare la scuola per andare a compiere lunghe passeggiate sui colli fiorentini e a Fiesole. Il poeta ricorda la cittadina nel componimento a questa intitolato (Fiesole), confluito nella raccolta Rime Nuove. Proprio a Fiesole, in via san Francesco, è presente una lapide con i versi della poesia:

 

Su l’arce onde mirò Fiesole al basso, | Dov’or s’infiora la città di Silla, | Stagnar livido l’Arno, a lento passo | Richiama i francescani un suon di squilla. | Su le mura, dal rotto etrusco sasso | La lucertola figge la pupilla, | E un bosco di cipressi a i venti lasso | Ulula, e il vespro solitario brilla. | Ma dal clivo lunato a la pianura | Il campanil domina allegro, come | La risorta nel mille itala gente. | O Mino, e nel tuo marmo è la natura | Che de’ fanciulli a le ricciute chiome | Ride, vergine e madre eternamente. || Giosuè Carducci | di Fiesole il V Marzo MCMXI

 Borgo Ognissanti

Terminati gli studi liceali nel 1852, Carducci raggiunge la famiglia alle pendici del monte Amiata. Il soggiorno a Celle sul Rigo non è particolarmente felice per il giovane Giosue, che si trova spesso a disagio con la gente del luogo. Stringe tuttavia una profonda amicizia con Ercole Scaramucci, un padre di famiglia trentacinquenne appassionato di letteratura. Nel 1853 Carducci vince il concorso di ammissione alla Scuola Normale Superiore e si laurea a pieni voti nel 1855. Inizia quindi a lavorare come docente a San Miniato dove insegna per un solo anno prima di licenziarsi. Nel frattempo, torna spesso a Firenze per vedere i vecchi amici. Il 1857 è l’anno del suicidio del fratello Dante e, a poca distanza, della morte del padre. In seguito a questi avvenimenti, Giosue è costretto a prendersi cura della famiglia, con la quale si trasferisce in una soffitta in borgo Ognissanti a Firenze.

Incrocio via dei Cerretani e via Rondinelli

Nel corso dei suoi incontri con gli amici fiorentini, Giosue aveva dato vita a un gruppo antiromantico e impegnato in una strenua diffusione del classicismo, che prendeva il nome di Amici Pedanti. Il sodalizio letterario contava la presenza di Carducci, insieme con Gargani, Chiarini e Ottaviano Targioni Tozzetti. In questi incontri si discuteva con fervore di un po' di tutto, ma principalmente di letteratura e di politica. In coincidenza con il suo trasferimento a Firenze, Carducci e il gruppo degli Amici pedanti fondano un giornale letterario fra rinnovamento e tradizione: il Poliziano.Il giornale vede la luce nel gennaio del 1859, ma sopravvive a mala pena sino al mese giugno di quell'anno. Al gruppo lavorano, oltre ai già citati Amici pedanti, anche altri esponenti del mondo letterario dell’epoca come Antonio Gussali, Giuseppe Puccianti, Francesco Donati, ecc. Le riunioni si tengono presso il Caffè Galileo, allora all’incrocio fra via dei Cerretani e via Rondinelli.

Via dall'Albero

Il 7 marzo 1859 a Firenze Carducci sposa Elvira Menicucci. I due vivono inizialmente nella casa di Borgo Ognissanti per poi trasferirsi, due mesi dopo, in via dell’Albero. In questa casa Giosue riprende a lavorare e a studiare e qui, il 12 dicembre 1859, nasce la prima figlia, Beatrice.

Basilica di Santa Croce - Piazza di Santa Croce, 16 

Giosue Carducci muore il 16 febbraio 1907 nella sua abitazione a Bologna. I funerali solenni si svolgono il 18 febbraio e Piazza Maggiore viene parata a lutto. L’onorevole Rosati, informato della morte del poeta, inizia a richiedere a gran voce la sepoltura di Giosue in Santa Croce. Le autorità felsinee protestano: il poeta deve essere sepolto nella città che ha amato e in cui ha vissuto gran parte della sua vita. La contesa si fa feroce e il sindaco di Bologna, Giuseppe Tanari, arriva a dichiarare che sarebbe più facile portare via dalla città le Due Torri, piuttosto che la salma di Carducci. Il corpo viene quindi sepolto presso il cimitero bolognese della Certosa, mentre una targa commemorativa viene posta nella Basilica di Santa Croce a Firenze

A | GIOSVE CARDVCCI | POETA DELLA PATRIA RISORTA  | DESIGNATO DAL PARLAMENTO | ALLA GLORIA ITALICA DI SANTA CROCE | BOLOGNA CON INVITTO AMORE LA TOMBA | FIRENZE | CON AFFETTO COME DI MADRE | QVESTA MEMORIA

Bibliografia e sitografia di riferimento: 

 

Orazio Bacci, G. Carducci e gli "Amici pedanti", Rocca S. Casciano, Stab. Tip. Cappelli, 1908.

Giuseppe Chiarini, Memorie della vita di Giosue Carducci, Firenze, G. Barbera, 1907.

Laura Simbula, Preamboli alla esecuzione del monumento a Giosue Carducci di Leonardo Bistolfi, in L'oro e il piombo. I prestiti nazionali in Italia nella Grande Guerra, Bologna, Museo Civico del Risorgimento, 4 novembre 1991 - 31 maggio 1992, Mostra e catalogo a cura di Mirtide Gavelli e Otello Sangiorgi, Bologna, Museo Civico del Risorgimento, 1991, pp. 363-384. 

Amici Pedanti, «Enciclopedia Treccani online»: <www.treccani.it/enciclopedia/amici-pedanti/>.

Giuseppe Chiarini, «Enciclopedia Treccani online»:<https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-chiarini/>.

Giuseppe Torquato Gargani, «Enciclopedia Treccani online»: <https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-torquato-gargani/>.

La morte di Giosue Carducci, «Bologna Online»: <www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1907/.>.

Porta romana, «Mus.E»: <https://musefirenze.it/blog/portaromana/>.