Susanna Luppi

Susanna Luppi

A 5 anni adoravo Pippi Calzelunghe ed esplorare il quartierino con le chiavi al collo. L’adolescenza è stata una nicchia buia ma mi sono riscattata diventando la chitarrista di un gruppo punk così bravo da non uscire mai dalla sala prove. Devo il mio nome alla canzone “Suzanne” di Leonard Cohen che, tra fato e casualità, è sulla stessa orbita dei miei interessi anglo-canadesi. Tra gli autori da taschino, da tenere sempre con me, ci sono P. B. Shelley, A. Rimbaud e M. Bulgakov. Credo nella massima parnassiana di Rimbaud per cui è bene adorare sempre Musa e Libertà (e, aggiungo, ascoltando David Bowie). Pratico da anni arti marziali e mi piace definirmi “surfista della domenica” anche se alla domenica, in genere, lavoro. L’orario che più mi si confà è la notte, ascoltare musica è una necessità e penso che Vonnegut sia un autore da studiare a scuola. Mi piace dedicarmi allo studio congiunto di sociologia, arte (in senso lato) e letteratura, indagandone i legami. Il Postmoderno è uno dei temi che più mi affascinano, oltre alla buona fantascienza e alla musica sperimentale. Attualmente sono iscritta alla Scuola Comics di Reggio, dipingo vetrine e lavoro in una libreria. Nella vita precedente ero probabilmente un felidae pigro.