La Valle dell'Eden: tra predesitinazione e libero arbitrio

Joseph Assaiante

Nel settembre del 1952 viene pubblicato La Valle dell’Eden, celebre romanzo di John Steinbeck, premio Nobel per la letteratura del 1962. Il romanzo tratta delle complesse vicende di due famiglie, gli Hamilton e i Trask, che si susseguono parallelamente ai grandi momenti della storia americana, dalla guerra civile al primo conflitto mondiale.

Gli Hamilton sono una famiglia di immigrati irlandesi giunti in California in cerca di fortuna. Samuel Hamilton, un inventore geniale, e un uomo estremamente saggio ed esperto della vita, vive su un pezzo di terra sterile insieme alla sua religiosissima moglie Liza e ai suoi nove figli. Nonostante l’improduttività della sua terra, Samuel le resta legato per tutta la vita, non volendosene allontanare neanche quando i suoi amati figli si trasferiranno altrove in cerca di fortuna.

Poco lontano dalla residenza degli Hamilton, un giovane uomo originario del Connecticut compra il migliore ranch della Valle. Si tratta di Adam Trask, figlio di un padre violento e iracondo che voleva fare di lui e del suo fratellastro Charles dei soldati, dei veri uomini forti e pronti a tutto. Dopo un’infanzia travagliata, segnata in particolare dal rapporto tormentato con il fratellastro, Adam è ora un uomo ricco, intraprendente e pronto a farsi una nuova vita in una terra che offre tante possibilità di riscatto insieme alla sua fresca sposa Cathy e al suo maggiordomo cinese Lee. I primi anni della vita di Cathy Ames sono descritti con una storia parallela a quella dei due fratelli Trask. Cresciuta in una fattoria non molto lontana dalla loro, la giovane si dimostra, fin da subito, malvagia e lasciva. Ben conscia del suo acume e della sua bellezza, sfrutta queste doti per rendere schiavo chi la circonda, muovendosi inesorabilmente verso i suoi obiettivi.

Oltre a costituire una vera e propria saga familiare, in La Valle dell’Eden Steinbeck ripropone in chiave moderna, in un succedersi di varianti, la storia di Adamo ed Eva e della loro discendenza. In primo luogo, La Valle del Salinas dove entrambe le famiglie si ritrovano a vivere assomiglia tanto a quella “a oriente di Eden” in cui si stabilì Caino dopo la cacciata del Signore. Inoltre i veri grandi temi del romanzo sono proprio lo scontro tra il bene e il male compresenti nella vita di ciascun uomo e, soprattutto, il libero arbitrio, la facoltà di scegliere, e di essere dunque padroni di se stessi e del proprio destino. Infatti le storie dei diversi componenti delle due famiglie sono quelle di generazioni che si susseguono alle generazioni precedenti, di figli che ricalcano le orme dei padri e figli che quelle stesse orme le rinnegano liberandosi dalle catene della predestinazione.

La Valle dell'Eden: tra predesitinazione e libero arbitrio: la valle dell'eden

Proprio la predestinazione diventa oggetto di una delle più significative chiacchierate tra Samuel Hamilton, Lee e Adam che, confrontando tre diverse traduzioni del testo biblico, si ritrovano a discutere su quale fosse il vero insegnamento da trarre dalla storia di Caino e Abele. In quei pochi versetti, in circa 200 parole, sono racchiusi il significato della storia dell’uomo, il suo principio e la sua fine: in quel passo, vero e proprio archetipo della letteratura occidentale, Dio offre a Caino la possibilità di scegliere. Nella versione ebraica delle Scritture è presente la parola fondamentale, quella che secondo i tre riscatta l’uomo dallo scacco del destino e lo libera da qualsiasi tipo di soffocante vincolo del proprio passato familiare: timshel (tu puoi tr.)

La traduzione dell’American Standard ordina agli uomini di trionfare sul peccato e il peccato lo si può chiamare ignoranza. Quella di King James fa una promessa, con il suo ‘lo dominerai’, nel senso che l’uomo sicuramente trionferà sul peccato. Ma la parola ebraica timshel – ‘Tu puoi’ – quella dà una possibilità. È forse la parola più importante del mondo. Quella che dice che la strada è aperta. Quella che ributta la cosa sull’uomo. Perché, se ‘tu puoi…è vero anche che ‘tu puoi non… Capisce?' (Steinbeck, 2014:325)

Ecco dunque qual è il vero significato sia dell’episodio biblico sia di questo pilastro della letteratura mondiale: gli uomini possono.

Gli uomini hanno la facoltà di scegliere e, con questa, la possibilità di fare e farsi tanto bene ma anche tanto male. L'umanità non è né costretta a perseguire la santità, né destinata a peccare, bensì è in grado di decidere autonomamente quale cammino intraprendere: il bene e il male, la giustizia e il peccato, la santità e la dannazione non sono altro che conseguenze, non forze che impongono di essere qualcosa o qualcuno.

Gli uomini sono presi – nelle loro vite, nei loro pensieri, nei loro appetiti e ambizioni, avarizie e crudeltà, e persino nei loro impulsi di bontà e generosità – in una rete di bene e di male. Io credo sia questa la sola storia che abbiamo e che si ripete a tutti i livelli del sentimento e dell’intelligenza. Vizio e virtù sono stati trama e ordito della nostra prima presa di coscienza, e saranno il tessuto dell’ultima, e questo malgrado tutti i cambiamenti che potremo imporre a campi, fiumi e montagne, all’economia e a usi e costumi. Non esiste un’altra storia. (Steinbeck, 2014:434)

Con questo romanzo immaginato contemporaneamente come un ultimo lascito ai suoi figli (ai quali è dedicato) e come un requiem per se stesso, Steinbeck riprende molti dei motivi tipici  della tradizione americana e della sua produzione: la ricerca della fortuna e del miglioramento sociale; l’amore; la depravazione e la violenza fisica e morale. Nonostante ciò, il vero focus di La Valle dell’Eden è l’uomo. L’autore non ha alcun problema a parlare degli aspetti più ripugnanti dell’umanità, indugia senza remore sui particolari più disturbanti e al tempo stesso conturbanti dei suoi personaggi descritti con un realismo tale per cui il confine tra fantasia e realtà appare quanto mai sfumato.

Ciò che traspare dalla lettura di La Valle dell’Eden è che, nonostante tutte queste ombre, questi uomini non sono poi tanto diversi dai primi due creati a immagine e somiglianza di Dio. Per Steinbeck la storia dell’umanità sta proprio nella capacità di incarnare al tempo stesso il bene più puro e il male più oscuro. Luci e ombre si alternano e si compenetrano nell’uomo dalla notte dei tempi ed egli non potrebbe esistere se una sola di queste due parti sparisse.



Bibliografia

Steinbeck, John (1952), East of Eden, Bompiani, Milano (2014)

Foto da sentieriselvaggi.it (data di ultima consultazione: 15/09/2021)