"Archive 81 - Universi alternativi": un connubio quasi perfetto tra fantascienza e horror lovecraftiani

Alessia Olindo

Dan Turner, giovane archivista specializzato nel recupero e restauro di vecchie pellicole e nastri magnetici, viene ingaggiato dal manager di una misteriosa azienda per ripristinare una serie di videocassette, danneggiate da un incendio improvviso nel 1994 in un palazzo newyorkese dell’East Village: il Visser Apartment.

Il palazzo era il fulcro di leggende urbane legate alla presenza di una setta e un antico culto. Melody Pendras, studentessa dottoranda e autrice delle riprese all’interno dell’edificio, era alla ricerca della madre scomparsa, che si diceva facesse parte di quella realtà.

Man mano che Dan restaura le videocassette scopre le attività e il passato della ragazza ed entra in contatto con lei superando ogni legge spazio-temporale. Dan riporta così alla luce un segreto di nuovo pronto a minacciare l’equilibrio della vita sulla Terra.

Soltanto l’incipit di questa serie horror statunitense del 2022 dovrebbe già rievocare, almeno nella mente degli appassionati, un insieme di riferimenti e ambientazioni di stampo lovecraftiano: un universo capace di fondere fantascienza e devozione, universi paralleli e dimensione onirica.

Prodotta da Netflix, Archive 81 è sviluppata da Rebecca Sonnenshine insieme a Paul Harris Boardman e James Wan (già noto per aver creato e diretto saghe di successo come Saw e The Conjuring, ndr.).

La storia si ispira all’omonimo podcast ideato da Daniel Powell e Marc Sollinger, e copre unicamente la prima stagione dei racconti. Questo perché, a pochi mesi dalla messa in onda, la serie venne cancellata nonostante la buona ricezione. Si pensa che l’indice di ascolto e gradimento, sebbene alto, non sia stato comunque sufficiente a eguagliare il budget di produzione.

L’opera di otto episodi offre un’ottima panoramica di tale universo.

Il richiamo a Lovecraft, in particolare ai racconti del Ciclo di Chtulhu e della Casa Stregata, è forte. Troviamo, ad esempio, la presenza di una muffa vivida e a tratti evanescente in alcune aree o in angoli dell’edificio Visser, che indica la presenza di entità sinistre, oppure la tematica onirica e di visioni che, attraverso strumenti come quelli di un pittore, divengono portali interdimensionali. E, ancora, gli aspetti sonori dei rituali, in particolare le cantilene recitate in una lingua arcana per evocare le creature e fendere la barriera che delimita le due dimensioni.

Archive 81 mette in scena un concetto di devozione equiparabile a una dipendenza, concetto acutizzato dalla presenza, appunto, della muffa e di personaggi che presentano i tratti tipici della tossicodipendenza.

Una metafora, insomma, di debolezza spirituale e, di conseguenza, fisica. Il culto efferato di una divinità giunta dalle stelle è presente in più tradizioni culturali ma il comune denominatore è il medesimo: gli esseri umani hanno sempre bisogno di conforto, speranze e sicurezze. Molte persone non accettano le ingiustizie e sono (chi più, chi meno) influenzabili, temono il dolore e la morte. Sono, per natura, curiose ed egoiste.

Ciascun personaggio incarna un vizio, uno stereotipo dell’universo del terrore e dell’occulto: tra gli altri, nel panorama dei personaggi che costellano la serie, troviamo Beatriz la medium; Jess la giovane pura e “prescelta”; Annabelle la ritrattista di volti inquietanti. Questi personaggi sono sviluppati tanto quanto basta per far sì che la comprensione generale della storia e un perenne alone di disagio e mistero restino bilanciati.

Forse alcuni di loro, come Samuel e Virgil, sono stati pensati per essere sviluppati meglio in una seconda stagione, dato che la loro personalità rimane ambigua.

Un tasto che per molti recensori online pare essere dolente è il finale. Cinematografo lo descrive come “né brutto né scontato, semmai sbagliato”, in quanto “il dominio delle ambiguità viene fatto cadere nel nome di un rassicurante ‘spiegone’, con le tessere di un mosaico fino ad allora negato che tornano [...] al loro posto”. Nocturno.it lo definisce “sbrigativo”; citando testualmente, “[...] il cliffhanger che lascia aperta la porta a un’eventuale seconda stagione ci sta, ma la costruzione poteva certamente essere migliore”.

Nonostante questo, Archive 81 si presenta come una serie con un senso di inquietudine sempre crescente, che però, si prende tutto il tempo per sviluppare. Una piccola perla da non far cadere nel dimenticatoio e da tramandare come esempio riuscito di una fusione magistralmente architettata tra horror e fantascienza.

 

Fonti

Archive 81, www.cinematografo.it (data di ultima consultazione: 17/06/2023)

Archive 81- Universi alternativi - la recensione, www.nocturno.it (data ultima consultazione: 17/06/2023)

 

Foto 1 da tvfanatic.com (data di ultima consultazione: 17/06/2023)

Foto 2 da netflix-news.com (data di ultima consultazione: 17/06/2023)