Le pioniere dei Premi Hugo: Elinor Busby e Anne McCaffrey

Rebecca Santimaria

Ogni anno i Premi Hugo vengono assegnati alle migliori opere di fantascienza e fantasy nel mondo. Dal 1953 migliaia di fan del genere fantastico si ritrovano alla World Science Fiction Convention - o Worldcon - per nominare i vincitori, un maschile universale per un genere letterario considerato appannaggio di autori e di un pubblico maschile fin dalle origini.

La storia della fantascienza è costellata da nomi fondamentali come Ursula K. Le Guin, Margaret Atwood e N. K. Jemisin che hanno decostruito questi stereotipi. Ma chi sono state le prime autrici statunitensi a vincere i Premi Hugo? Quali storie hanno aperto la strada al riconoscimento mondiale del fantastico come genere anche femminile?

 

1. Breve storia dei Premi Hugo
2. La fantascienza tra genere e gender
3. Elinor Busby e la cultura dei fandom
4. Anne McCaffrey e la vita con i draghi
5. I Premi Hugo si aprono al futuro
6. Fonti

 

1. Breve storia dei Premi Hugo

L’Annual Achievement Award for Science Fiction and Fantasy, conosciuto come Premio Hugo, nasce all’interno della fiera internazionale dedicata alla fantascienza: la Worldcon. Dal 1939, con l’eccezione della seconda guerra mondiale, l’evento rappresenta uno dei principali momenti di aggregazione per gli appassionati del genere fantastico. Il carattere popolare della manifestazione, insieme alla sua aspirazione internazionale, crea le basi per l’istituzione dei Premi Hugo.

Logo Premi Hugo su sfondo galassia Rebecca Santimaria "Canadausa"

All’inizio degli anni Cinquanta le organizzazioni locali dell’undicesimo Worldcon di Filadelfia decidono di assegnare un riconoscimento alle opere di fantascienza e fantasy più significative dell’anno precedente. Nascono così i Premi Hugo, tributo a Hugo Gernsback, fondatore nel 1926 della prima rivista di fantascienza al mondo: Amazing Stories

Nel corso dei decenni la premiazione ha avuto luogo in diversi Paesi: dagli Stati Uniti, ai Paesi Bassi, fino ad arrivare in Cina nel 2023. A differenza di altri premi dedicati al fantastico come i Nebula, i Premi Hugo riflettono i gusti del pubblico lettore, poiché sono proprio i fan che partecipano alla Convention a scegliere i vincitori tra la rosa di candidati. Le categorie principali sono: Miglior romanzo (Best Novel), Miglior romanzo breve (Best Novella), Miglior racconto (Best Novelette) e Miglior racconto breve (Best Short Story). La vocazione grassroot (un movimento popolare e spontaneo, che si muove dal basso verso l’alto) rimane al centro dell’evento che premia le scritture dilettanti e le rielaborazioni dei fan, tra queste le fanzine.

 

2. La fantascienza tra genere e gender

La storia dei Premi Hugo rimanda direttamente all’evoluzione del genere fantascientifico e fantasy, relegato tra i generi letterari di serie B e popolari fin dal suo esordio nel XX secolo. 

Joanna Russ vincitrice Premi Hugo Rebecca Santimaria Canadausa

Le storie con elementi fantastici venivano pubblicate all’interno dei pulp magazine, riviste economiche di fiction, e i loro primi autori sono considerabili come i padri fondatori della fantascienza contemporanea. Il canone del genere si costruisce quindi a partire da autori che sanciscono il loro successo prima con le pubblicazioni e poi con le vittorie dei Premi Hugo, fra tutti Philip K. Dick.

Fino agli anni Sessanta la scrittura femminile non trova spazio tra le pubblicazioni del campo fantastico, se non con qualche rara eccezione di pseudonimo come nel caso dell'autrice Alice Sheldon che pubblicò dietro il nome James Tiptree Jr. Questa svalutazione si riflette sull’andamento delle candidature ai primi Premi Hugo, dominate nettamente da autori maschi in tutte le categorie principali.

Nonostante la fatica nel farsi riconoscere dal pubblico di appassionati, l’incontro tra gender e genere si trasforma in un luogo di possibilità per esplorare le dinamiche sociali e culturali ai margini di una letteratura considerata popolare. 

Come ricorda Joanna Russ (Russ, 2021:216), vincitrice del Premio Hugo solo nel 1983, la libertà di muoversi all’interno del genere fantastico permette di aggirare il secolare divieto di scrittura delle donne:

 

“Quando [al college] mi sono resa conto che la mia esperienza era ‘inadeguata’, ho scelto la fantasia. Convinta di non avere nessuna vera esperienza di vita, dal momento che la mia non rientrava certo nella Grande Letteratura, ho preso la decisione consapevole che avrei scritto di cose di cui nessuno sapeva niente, maledizione! Così ho adottato un realismo travestito da fantastico, vale a dire la fantascienza.”

 

Nel 1970 Ursula K. Le Guin passa alla storia come la prima vincitrice del Premio Hugo per il miglior romanzo con La mano sinistra del buio. Da allora il numero di autrici candidate e premiate è aumentato esponenzialmente, fino ad arrivare al 2017 in cui hanno vinto tutte le principali categorie.

Dall’istituzione dei premi, però, due autrici meno conosciute hanno aperto uno spazio di riconoscimento all’interno dell’evento: Elinor Busby e Anne McCaffrey.

Elinor Busby vincitrice Premi Hugo Rebecca Santimaria Canadausa

3. Elinor Busby e  la cultura dei fandom

Premi Hugo rappresentano l’importanza dei fan nella cultura popolare, in particolare nel genere fantastico. Per lo studioso di media Henry Jenkins gli anni Sessanta e l’avvento della serie cult Star Trek segnano la nascita dei fandom. Attraverso fanzine e convention, gli appassionati della saga fantascientifica mantengono vivo l’interesse per la storia e ne amplificano i significati. La novità di questo fenomeno risiede anche nella composizione del pubblico: se la fantascienza letteraria è dominata da lettori, il fandom di Star Trek ha una massiccia percentuale di appassionate.

Elinor Busby (1924 -) fa parte di questo fandom e nel 1960 la sua fanzine Cry of the Nameless vince il Premio Hugo come Migliore fanzine. La rivista amatoriale co-editata con il marito F. M. Busby è ispirata al mondo di Star Trek e contiene articoli, storie e discussioni. Dal 1950 al 1989 vengono pubblicati 187 numeri ed è considerata una pietra miliare nel fandom di Star Trek. La carriera da autrice ed editor di Elinor Busby rimane ancorata alla cultura dei fandom e nelle pagine delle sue fanzine offre parole di affetto e apprezzamento per le altre due pioniere dei Premi Hugo, Anne McCaffrey e Ursula K. Le Guin:

 

“Sono rimasta piacevolmente colpita da Ursula K. Le Guin. Lei è una ragazza ordinata, elegante, una bella donna dagli occhi scuri con un aspetto senza pretese e dei modi semplici. Appariva proprio come avrebbe dovuto sapendo che ha scritto ‘La mano sinistra del buio’ […] Qualcuno mi ha chiesto recentemente perché mi piacevano i libri di Anne McCaffrey. ‘Hanno colore e romanticismo’, ho detto. Ho aggiunto che se Anne McCaffrey non fosse una scrittrice di fantascienza avrebbe potuto scrivere testi gotici - altrettanto buoni o migliori di quelli di Mary Stewart - e guadagnare molti soldi.”

 

4. Anne McCaffrey e la vita con i draghi

Anne McCaffrey (1926 - 2011) nasce negli Stati Uniti per trasferirsi poi in Irlanda a partire dagli anni Settanta. Rappresenta la prima autrice fantasy a vincere il Premio Hugo per un’opera di narrativa nel 1968. A essere premiato è il suo romanzo breve Weyr Search, primo capitolo del ciclo dei Dragonieri di Pern. La serie comprende due trilogie, undici romanzi autoconclusivi e alcuni spin-off young adult. La storia è ambientata nel pianeta immaginario di Pern, parte del sistema reale di Rukbat, colonizzato da una popolazione di origine terrestre.

Anne McCaffrey vincitrice Premi Hugo Rebecca Santimaria Canadausa

La sua  passione per le creature fantastiche, che definisce good guys, la porta a creare un mondo, quello di Pern, in cui draghi e umani vivono in una relazione simbiotica. Nei suoi lavori torna spesso un pensiero ecologico e femminista che unisce mondo naturale e personagge nella resistenza contro la subordinazione. In un momento storico in cui il filone fantascientifico è dominato da autori ed eroi, la vittoria di McCaffrey rappresenta una prima crepa inevitabile nel soffitto di cristallo della fantascienza:

 

“Quando vinsi l'Hugo, che fu per me completamente inaspettato, non ebbi bisogno dell'aereo per volare a casa. E fui ancor più colpita dall'ottenimento del Nebula - con entrambe le storie relative al ciclo di Dragonrider of Pern. Era solo questione di tempo prima che una donna vincesse questi premi: certo è bello essere stata la prima.”

 

5. I Premi Hugo si aprono al futuro

I Premi Hugo nascono da un canone letterario fortemente genderizzato e ne mantengono i bias. I gruppi marginalizzati risentono di queste dinamiche poiché le loro storie sono meno visibili, meno pubblicate, meno lette e meno premiate. Da Elinor Busby e Anne McCaffrey diverse autrici del fantastico sono state riconosciute per le loro opere, ma come ricorda N. K. Jemisin, prima donna nera a vincere il Premio Hugo per il miglior romanzo nel 2016, c’è ancora del lavoro da fare: se il genere fantastico riconosce finalmente i sogni e le possibilità di futuro delle persone marginalizzate, la speranza è che lo faccia anche il mondo.

 

6. Fonti

Bould M., Butler A. (a cura di), The Routledge Companion to Science Fiction 1st ed, Abingdon, Routledge Literature Companions, 2009.

Coci Laura, Fantascienza, un genere (femminile), 2023.

Federici Eleonora, Quando la fantascienza è donna. Dalle utopie femminili del secolo XIX all'età contemporanea, 2016.

Hugo awards: women clean up as NK Jemisin wins best novel again, su theguardian.com (data di ultima consultazione 10/07/2024)

Hugo Awards by Year, su thehugoawards.org (data di ultima consultazione 10/07/2024)

Jenkins Henry su Fandom (data di ultima consultazione:  10/07/2024)

McCaffrey, Anne su SF Encyclopedia (data di ultima consultazione 10/07/2024)

Le Guin Ursula K., I sogni si spiegano da soli. Immaginazione, utopia, femminismo, 2022;

NPR, In Debate Over Hugo Awards, Science Fiction Community Engages With Issues Of Bias, su npr.org (data di ultima consultazione 10/07/2024)

Prell Lettie, PreWomen writers winning Hugo Awards: a history, su lettieprell.com (data di ultima consultazione 10/07/2024)

Russ Joanna, Vietato scrivere. Come soffocare la scrittura delle donne, 2021

 

Foto 1 da booknotification.com  (data di ultima consultazione:10/07/2024)

Foto 2 da www.newyorker.com (data di ultima consultazione:10/07/2024)

Foto 3 da fancyclopedia.org (data di ultima consultazione:10/07/2024)

Foto 4 da writingforward.com (data di ultima consultazione:10/07/2024)