Anyone But You: perché la rinascita delle rom-coms non passa per Hollywood

Chiara Veccia

Il 22 dicembre 2025 segna il secondo anniversario dell’uscita di Anyone But You, il film diretto da Will Gluck che molti hanno salutato come il simbolo della tanto attesa rinascita delle rom com: le commedie romantiche. Tuttavia, la critica è ben più cauta: secondo una recensione del The Guardian, il film appare “slick but soulless”, ossia visivamente patinato ma privo del nucleo emotivo necessario per un vero rilancio del genere. Il film ha incassato bene (oltre 220 milioni di dollari nel mondo) ma questo successo commerciale non basta a mascherare i limiti della sceneggiatura, della chimica tra i protagonisti, e della struttura narrativa che richiama in modo troppo esplicito modelli già visti. In questo senso, Anyone But You può essere letto più come un omaggio nostalgico alle rom-com passate che come un’effettiva evoluzione del genere.

1. Anyone But You, nostalgia senza innovazione

2. Le rom com: dall’età d’oro al declino

3. Il nuovo volto delle rom com, tra produzioni indipendenti e streaming

4. Perché la rinascita del genere non passa per Anyone But You

 

1. Anyone But You: nostalgia senza innovazione

Presentato come il grande ritorno della rom com al cinema, Anyone But You si inserisce nella scia dei tentativi hollywoodiani di riportare in vita un genere che, per molti, appartiene ormai ad un’altra epoca.

Il film racconta la storia di Bea (Sydney Sweeney) e Ben (Glen Powell) che, dopo un primo appuntamento concluso con un malinteso, interrompono bruscamente la loro conoscenza. Qualche mese più tardi, i due si ritrovano per caso invitati allo stesso matrimonio in Australia, dove, per evitare tensioni e sospetti da parte di amici e familiari, accettano di fingersi una coppia felice. Questa situazione dà avvio a un susseguirsi di momenti basati sull’equivoco e sul confronto tra finzione e realtà, e in cui i battibecchi sono pretesti di intimità forzata e progressivi avvicinamenti.

Sydney Sweeney e Glen Powell nella locandina di Anyone But You. Chiara Veccia per CanadaUsa

La commedia gioca con il classico trope del “finto appuntamento”, in cui la finzione evolve in attrazione reale. Tuttavia, dietro la patina glamour e la fotografia curata, il film ripropone schemi narrativi tradizionali, senza offrire la freschezza e la profondità emotiva necessarie a emozionare davvero lo spettatore.

Sydney Sweeney e Glen Powell sono volti accattivanti e di grande richiamo mediatico, ma la loro relazione sullo schermo fatica a convincere. Infatti molte recensioni hanno sottolineato un problema più profondo: la mancanza di sviluppo dei personaggi e del loro legame. Come osserva la critica, Anyone But You “non offre alcuna reale comprensione del legame tra Ben e Bea”, costringendo lo spettatore ad accettare come autentico un sentimento che non ha il tempo di crescere sullo schermo.

Un esempio emblematico è la scena in cui Ben prepara un semplice toast al formaggio per Bea, che dovrebbe rappresentare il momento di connessione emotiva tra i due. In realtà, la sequenza appare superficiale e affrettata, lasciando poco spazio alla costruzione di una relazione credibile. Di conseguenza, l’odio ostentato e i continui battibecchi tra i protagonisti — su cui il film punta gran parte del suo ritmo comico — risultano forzati e poco motivati. “I due non si conoscono abbastanza da leggersi con tanta profondità”, scrive The Guardian , e proprio per questo le loro interazioni sembrano più funzionali a far avanzare la trama che a rivelare qualcosa di autentico.

Questo vuoto di costruzione psicologica mina anche il cuore della storia: la trasformazione del rapporto finto in amore reale. L’alchimia, che nelle rom com classiche nasceva da scrittura, ritmo e naturalezza, qui appare imposta, quasi costruita a tavolino. 

 

2. Le rom com: dall’età d’oro al declino

Per capire perché Anyone But You non rappresenti una vera rinascita delle rom com, bisogna tornare a quando questo genere era al suo apice. 

Tra gli anni ’80 e ’90, le commedie romantiche vivevano la loro età d’oro: film come Harry ti presento Sally (Rob Reiner, 1989), Quattro matrimoni e un funerale (Mike Newell, 1994), Notting Hill (Roger Michell, 1999) o Il diario di Bridget Jones (Sharon Maguire,2001) non erano semplici intrattenimenti leggeri, ma grandi produzioni cinematografiche capaci di conquistare il pubblico e, spesso, anche la critica.

Meg Ryan e Billy Crystal seduti uno accanto all’altra nel film Harry ti Presento Sally. Chiara Veccia per CanadaUsa

Queste opere funzionavano perché univano la forza universale del romanticismo — il desiderio di amare ed essere amati, che attraversa epoche e culture — con idee originali, dialoghi intelligenti e personaggi fuori dagli schemi. Pensiamo alla spontaneità imperfetta di Bridget Jones, alla sottile ironia e profondità emotiva di Harry ti presento Sally, o al modo in cui Notting Hill riusciva a trasformare un sogno romantico in una storia credibile e umana. 

A rendere memorabili queste commedie non era solo la scrittura o la regia, ma anche la complicità reale tra gli attori e una combinazione di qualità, freschezza e autenticità.

In questo clima, le rom com erano parte di un ecosistema industriale in cui il budget medio, la distribuzione e l’attenzione mediatico-critica permettevano di coniugare intrattenimento e qualità. Oggi, invece, quello stesso equilibrio risulta difficile da replicare.

Infatti, dopo l’abbagliante stagione degli anni ’90, le rom com sono scivolate in una fase di declino. 

Nei primi anni 2000, Hollywood sembra smarrire la formula magica che aveva reso il genere un successo globale. I motivi convergono tutti sulla perdita di fiducia da parte delle major e il conseguente calo di investimenti. Le commedie romantiche non garantivano più incassi certi e le case di produzione hanno progressivamente spostato le loro risorse verso franchise d’azione, cinecomic e saghe fantasy, considerate più redditizie e più adatte a un pubblico internazionale.

A questa crisi industriale si è sommato, negli ultimi due decenni, un cambiamento culturale, per cui la narrazione delle relazioni sentimentali è mutata in modo graduale ma molto profondo, e questo ha avuto conseguenze dirette sui modelli utilizzati nelle commedie romantiche. In primo luogo, la diffusione massiccia delle app di dating ha modificato le pratiche d’incontro, i tempi delle relazioni e le aspettative: la modalità “scorri-seleziona-scarta” ha introdotto dinamiche di scelta rapida e sovrabbondanza di opzioni, che rendono meno credibili sul piano narrativo i grandi archi romantici basati su incontri casuali e colpi di fulmine tipici delle rom-com classiche.

Andie McDowell e Hugh Grant parlano e ridono seduti al tavolo di un bar londinese in Quattro Matrimoni e un Funerale. Chiara Veccia per CanadaUsa

In secondo luogo, la crescente complessità e visibilità delle questioni legate al genere e alla sessualità richiede narrazioni più sfumate e rappresentazioni meno stereotipate. Le audience di oggi sono più attente alla fedeltà e alla qualità della rappresentazione di persone LGBTQ+, identità non binarie e ruoli di genere non tradizionali: la semplice riproposizione di ruoli eterosessuali e archetipi datati viene spesso percepita come anacronistica o inautentica. La letteratura scientifica e le analisi sul media reporting sottolineano che una rappresentazione più accurata non è solo una questione etica, ma anche un fattore che determina il gradimento e la rilevanza culturale di un’opera.

Infine, la frammentazione dell’audience dovuta alla rivoluzione dello streaming e alla moltiplicazione dei canali ha cambiato la logica del successo cinematografico: non basta più produrre un “film per tutti”, perché il pubblico si è disperso in nicchie con gusti, codici e aspettative differenti. Report di settore mostrano come il consumo sia sempre più cross-mediale e segmentato su piattaforme diverse

Questo spinge i produttori a privilegiare titoli che parlino a target specifici (genere, età, identità culturale) piuttosto che a un’ipotetica audience di massa. La conseguenza per le rom-com è duplice: da un lato si aprono opportunità creative (narrazioni più diverse e coraggiose), dall’altro decade la possibilità di finanziare e distribuire sul grande schermo commedie romantiche generaliste con lo stesso peso culturale che avevano negli anni ’90.

 

3. Il nuovo volto delle rom com, tra produzioni indipendenti e streaming

Oggi le sceneggiature rom com devono saper cogliere insicurezze digitali, relazioni non lineari, molteplicità di desideri ed evitare così di presentare al pubblico delle soluzioni narrative stereotipate. I casi di successo recenti su piattaforme streaming mostrano che lo spettatore risponde positivamente a storie che rappresentano diversità e ambiguità emotiva. Viceversa, prodotti che si limitano a copiare formule del passato senza aggiornare la loro base socio-culturale risultano forzati o superflui.

In questo scenario, la vera linfa vitale del genere non arriva quindi dai blockbuster hollywoodiani, ma dalle produzioni indipendenti e dalle piattaforme di streaming come Netflix, Hulu e Prime Video. È qui che la rom-com ha trovato un nuovo terreno di sperimentazione: storie più intime e autentiche, spesso radicate in prospettive marginali o poco rappresentate, che parlano a pubblici specifici — dalle comunità LGBTQ+ alle minoranze etniche, fino agli adolescenti cresciuti in un contesto globale e digitale.

I protagonisti di The Half of It, Ellie e Paul, percorrono la strada verso casa insieme, lei in bicicletta e lui che le corre accanto. Chiara Veccia per Canada Usa

Queste opere non ambiscono più a raccontare un amore universale astratto, ma a esplorare la pluralità delle esperienze sentimentali contemporanee. Al centro ci sono la vulnerabilità, la ricerca di sé, la fluidità dei legami e l’impatto delle tecnologie sulle relazioni. È una trasformazione che restituisce al genere una nuova autenticità emotiva: meno idealizzata, ma più sincera, capace di emozionare senza artifici.

Uno degli esempi più riusciti è L’Altra Metà (The Half of It, 2020), scritto e diretto da Alice Wu. La storia di Ellie, una ragazza timida e intelligente che aiuta un compagno a scrivere lettere d’amore per la ragazza di cui entrambi sono innamorati, è una rivisitazione queer del mito di Cyrano de Bergerac. Wu costruisce un racconto delicato e poetico sull’amore, l’identità e la solitudine adolescenziale, senza mai scivolare nei cliché. 

È una rom com che sceglie la tenerezza al posto della farsa, la complessità al posto della formula.

Altro esempio emblematico è Crazy Rich Asians (2018), di Jon M. Chu, che ha portato sul grande schermo una rappresentazione inedita della comunità asiatica, fondendo romanticismo classico e riflessione sociale. Pur avendo un’anima da commedia hollywoodiana, il film si distingue per la sua energia visiva, i personaggi tridimensionali e l’ironia con cui esplora differenze culturali, status e appartenenza.

A questi si possono aggiungere titoli come To All the Boys I’ve Loved Before (Susan Johnson, 2018), Fire Island (Andrew Ahn, 2022) o Good on Paper (Kimmy Gatewood, 2021), che, pur appartenendo a universi narrativi diversi, condividono un obiettivo comune: restituire autenticità, pluralità e contemporaneità a un genere che per troppo tempo è rimasto imprigionato nei suoi stessi stereotipi.

 

4. Perché la rinascita del genere non passa per Anyone But You

Nonostante il successo commerciale e la strategia promozionale che lo ha presentato come il segnale di una rinascita del genereAnyone But You non rappresenta un punto di svolta per le commedie romantiche contemporanee. 

Il film di Will Gluck, pur rispettando i codici estetici della rom com classica, manca di quella consapevolezza culturale e di quella sensibilità narrativa che caratterizzano il nuovo corso del genere. La sua struttura resta ancorata a cliché consolidatisenza reinterpretarli alla luce delle trasformazioni sociali e relazionali del nostro presente.

In un contesto in cui il pubblico chiede rappresentazioni più autenticheinclusive e sfumate dell’amore, il film sembra invece rifugiarsi in una nostalgia superficiale, estetizzata e poco in sintonia con la contemporaneità.

In questo senso, Anyone But You non è un fallimento isolato, ma un sintomo di una Hollywood ancora incerta su come rinnovare la propria idea di romanticismo. La vera rinascita delle commedie romantiche non sta avvenendo rispolverando il linguaggio del passato, ma trovando il coraggio di riscriverlo.

Per questo non si dovrebbe parlare di una resurrezione del genere, ma di un’evoluzione strutturalemeno patinata e più consapevole, meno orientata al mito e più attenta alla verità delle emozioni.

 

 

 

 5. Bibliografia e sitografia

 Scott Shilstone; Anthony D’Alessandro, “Sydney Sweeney & Glen Powell at ‘Anyone But You’ Premiere: “We Made the Rom-Com Big Again” da deadline.com (ultima consultazione 04/11/25)

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 Nancy Tartaglione, “‘Anyone But You’: How The Sexy Romcom Became A $200M+ Global Box Office Phenom” da deadline.com (ultima consultazione 04/11/25)

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Olivia Chiappelli, “Anyone But You is not the return of the rom-com” da oaklandpostonline.com (ultima consultazione 06/11/25)

Jessica Sager, “Are We in the Midst of a Rom-Com Renaissance? Yes, But Here's Why the Next Gen Won't—And Shouldn't—Look the Same” da parade.com (ultima consultazione 06/11/25)

 Gao Yuan, Ma Agatha Anne D. Guintu, “LGBT Representation in Film and Media: Social Impact and Future Development: A Literature Review” da ijesd.com (ultima consultazione 06/11/25)

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Acharya, Chayan. (2022). Romantic Comedies of Hollywood a Critical Analysis.

 

Foto 1 da mubi.com (ultima consultazione 06/11/25)

Foto 2 da primevideo.com (ultima consultazione 06/11/25)

Foto 3 da mubi.com (ultima consultazione 06/11/25)

Foto 4 da mubi.com (ultima consultazione 06/11/25)