5. Manager e showmen

Percorso 5. Il management dell’emittenza locale, davanti e dietro allo schermo

Ci sono poche opere corali come la produzione di un film, la messinscena di un dramma teatrale o la realizzazione di uno spettacolo televisivo. La sinergia tra pluralità di professioni e specificità individuali rende unica questa combinazione che dà vita alle varie forme di spettacolo. Che dal nulla possano nascere realtà televisive elaborate come quelle di Antenna 3, TeleRoma56, TeleSanterno, Sardegna 1 e Videogruppo, si può forse spiegare dalla determinazione, dalla dedizione, ma soprattutto dalla passione per quello che si cerca di costruire, ex novo, insieme. I protagonisti delle cinque emittenti, fondatori e collaboratori, hanno dedicato il loro tempo, sfruttato la loro ambizione e investito il loro denaro per la realizzazione di questi progetti, per dar vita alle loro emittenti locali. Ma quali sono queste energiche personalità? Sono uomini di spettacolo, certo, ma con l’anima divisa in due: showmen da un lato, manager dall’altro; uomini che, dietro allo schermo, seguivano tutto il processo economico-produttivo, e che a volte comparivano anche davanti allo schermo, in veste di conduttori spigliati e ironici. Un’anima improntata alla creatività, ma mossa da una spinta imprenditoriale.

È senz’altro questo, per esempio, il caso di Antenna 3 e del suo fondatore, Renzo Villa, un uomo assai versatile nei suoi programmi, capace di comunicare con il pubblico grazie alla sua spontaneità, ma anche all’ironia e al gusto di non prendersi troppo sul serio. Autore, manager, conduttore, showman, Villa è uno dei volti più noti e apprezzati di Antenna 3. La sua sensibilità emerge in occasioni molto differenti tra loro. Si pensi, tra le tantissime trasmissioni dell’emittente, a una puntata del Bingooo, nel marzo 1978, in cui Villa, in occasione della Giornata internazionale della donna, distribuisce mimose a tutte le donne in studio; sullo sfondo, tromba e voce di Tino Pigni lo accompagnano con Grazie dei fiori.

 

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1 Embed clip Bingooo, Renzo Villa distribuisce mimose alle signore in studio

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Ma Villa è capace di intraprendere una comunicazione efficace non solo con il pubblico adulto. Ne è un esempio il ruolo di “spalla” comica con la mascotte del canale, il pupazzo Ciuffo, il coniglietto creato da Maria Perego. Sempre dal Bingooo, in una puntata del 1980, Villa intrattiene una conversazione con Ciuffo sul significato di essere madre. Il pupazzo ha adottato due criceti e racconta com’è impegnativo prendersi cura dei figli. A metà tra il comico e il didattico, Ciuffo discute con Villa di sesso e maternità, esibendosi poi in una rivisitazione di Mamma, di Beniamino Gigli, dedicandola proprio a Villa.

 

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2 Embed clip Bingooo, Renzo Villa interagisce con Ciuffo, mascotte del canale

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Da subito Villa si circonda di altre figure che lasciano il segno nella storia dell’emittente, a partire da Enzo Tortora. Collaboratore di Villa fin dai tempi di TeleAltoMilanese, Tortora contribuisce alla fondazione di Antenna 3 lavorando come conduttore e occupandosi della redazione giornalistica. Volto noto Rai, Tortora ha la capacità di intrattenere un rapporto diretto con il pubblico, pur mantenendo sempre eleganza e compostezza. Si pensi a quando, nel 1981, si finge un bugiardo, in Cari bugiardimanche finale della trasmissione Caffè doppio. Nel gioco a premi i concorrenti devono scegliere quale delle tre arringhe fosse quella vera: le tre versioni raccontate dai “bugiardi” Enzo Tortora, Felice Andreasi e Lucia Cassini ricostruiscono una vicenda, due in modo falso e una in quello veritiero; in questo caso, si parla di Mino Vergnaghi, cantante che partecipa a Sanremo nel 1979.

 

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3 Embed clip “Cari Bugiardi”, Gioco a premi: le arringhe dei “bugiardi”

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Come è tristemente noto, Tortora è poi protagonista di una vicenda giudiziaria in cui è ingiustamente accusato di traffico di stupefacenti e affiliazione alla camorra. Pur essendo totalmente estraneo ai fatti, Tortora è dapprima condannato a dieci anni di reclusione, salvo poi essere riconosciuto innocente dalla Corte d’Appello, e nel 1987 anche dalla Corte di Cassazione. L’opinione pubblica si divide – lo osserva lo scrittore Leonardo Sciascia su “El País” nel 1987 – tra “innocentisti” e “colpevolisti”, basandosi più sulla simpatia o sull’antipatia nei confronti del personaggio che sui fatti. Arrestato nel 1983, Tortora invia un telegramma a Villa dal carcere di Bergamo, dove esprimeva commozione per la solidarietà che il collega gli ha dimostrato, anche nelle trasmissioni di Antenna 3. Si può intuire, in quest’occasione, come il legame tra Villa e Tortora non fosse soltanto professionale, ma anche di profonda amicizia.

La vicenda che coinvolge Tortora è seguita da un’altra emittente televisiva locale, TeleRoma56, che, affiancata da Radio Radicale, trasmette in diretta il processo. Entrambe avevano già trattato il rapimento del giudice D’Urso che, come racconta Paolo Vigevano, è stato il solo caso di rapimento a opera delle Brigate Rosse conclusosi in maniera non violenta, grazie anche alla mediazione trasparente della radio. Sulla scia di questa vicenda, ricorda il fondatore di Radio Radicale, Paolo Liguori e Lino Jannuzzi inaugurano la rubrica Il misfatto del giorno, che si sofferma a lungo sul caso Tortora.

 

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5 Embed file audio Intervista a Paolo Vigevano, La programmazione di TeleRoma56 tra calcio, informazione e politica

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TeleRoma56 trasmette anche un servizio, Il dovere di agire, della trasmissione Speciale TV Italia, dedicato al processo. Realizzato da Carlo Romeo in collaborazione con Fabio Galimberti e Raffaele Pellegrino, il servizio va in onda nel 1988, e mostra varie immagini, tratte da Radio Radicale, dalla seduta del Parlamento Europeo in cui Tortora si dimette, da una conferenza con Walter Chiari e Marco Pannella, e dal congresso del Partito Radicale, a cui Tortora è fortemente legato.

 

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6 Embed clip “Speciale TV Italia”, Servizio intitolato “Il Dovere di agire” sul processo ad Enzo Tortora

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Come ha specificato Vigevano, la programmazione di TeleRoma56 era legata soprattutto all’esaltazione dello sport, e incentrata sull’informazione e sulla politica, di cui si occupava Carlo Romeo. La copertura del caso e del processo Tortora rientrava evidentemente in tale ambito. Talvolta gli argomenti sono trattati con un tono, in parte, più leggero e satirico, come in Prima Pagina, quando ironicamente si annuncia il collegamento con il “capo della camorra”, Enzo Tortora, agli arresti domiciliari.

 

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7 Embed clip “Prima Pagina”, Collegamento telefonico di Carlo Romeo con Enzo Tortora agli arresti domiciliari

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Carlo Romeo, già collaboratore di Radio Radicale, entra a far parte della redazione di TeleRoma56 tramite Angelo Sampieri nel 1980. La sede dell’emittente era un garage privato su via Nomentana, in cui collaboravano una decina di persone, tra cui Fabio Galimberti, Valentino Rocco e Michele Plastino. Romeo è responsabile e redattore unico dei programmi giornalistici e politici. L’emittente presenta un carattere controcorrente: oltre al versante politico, è mandato in onda Ultimo tango a Parigi, come racconta Romeo, un film di cui era proibito persino possedere una locandina. Nel 1987 viene allestito un telegiornale, che nel 1994 vincerà anche il Premio Cronisti del Quirinale.

 

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8 Embed file audio Intervista a Carlo Romeo, I suoi anni a TeleRoma56

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Tra le emittenti locali padronali, nate in piccolo e poi ampliatesi in modo considerevole, c’è anche il caso di Sardegna 1. Come racconta Michele Rossetti, già cofondatore di Videolina, nel 1982 inizia a collaborare con Paolo Ragazzo, fondatore della rete, che, sfruttando lo spazio di una villa comprata precedentemente, ha dato avvio a una piccola tv, da cui andava in onda un tg. Rossetti, tecnico addetto all’alta frequenza, racconta come, dopo pochi mesi, il progetto si amplia notevolmente e la sede viene trasferita nei locali di via Venturi, dove si occupa della parte tecnica e dell’adattamento degli studi.

 

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9 Embed file audio Intervista a Michele Rossetti, L’arrivo di Rossetti a Sardegna 1

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Se alcuni dei manager-showmen sono disposti a esporsi in prima persona, prestando il proprio volto alla conduzione dei programmi, vi è anche il caso di chi, pur essendo una personalità molto in vista, preferisce invece non stare sotto i riflettori, o meglio non comparire davanti alle telecamere in qualità di uomo di spettacolo. Proprietario delle omonime Ceramiche, Domenico Berti crede e investe risorse nel progetto di TeleSanterno. Fin dai primissimi passi, l’emittente è un laboratorio sperimentale per giovani che vogliono lavorare in ambito televisivo, dai tecnici alla regia. Qui il volto più noto è Daniele Piombi, conduttore che, grazie alla sua esperienza nel servizio pubblico, contribuisce alla formazione delle maestranze e all’acquisizione di professionalità di alto livello. Alcuni negativi della trasmissione Ed è subito sabato, trasmissione di punta del canale, mostrano Piombi nel 1982, in compagnia di numerosi ospiti, dove è possibile vedere anche alcuni dei tecnici al lavoro.

Altre personalità imprenditoriali si prestano invece alla conduzione dei programmi, sebbene con stili diversi. Sergio Rogna Manassero, fondatore di Videogruppo, intervista il noto urbanista Giovanni Astengo, all’epoca consigliere regionale del Piemonte, nella trasmissione Spazio Regione, svolgendo dunque un ruolo da presentatore. In linea con l’impronta giornalistica dell’emittente, Rogna Manassero intervista Astengo sull’organizzazione urbanistica dell’area di Torino, confrontando anche il caso locale con quello milanese, con riferimento alla Milano 2 di Silvio Berlusconi.

 

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11 Embed clip “Spazio regione”, intervento di Giovanni Astengo

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Showmen con la spinta manageriale, o imprenditori con caratteristiche da showmen? Entrambi, si direbbe: caratteri esuberanti come Renzo Villa si affiancano a uomini dalla presenza incisiva come Enzo Tortora, serio e professionale davanti e dietro allo schermo; altre personalità erano sbilanciate più sul lato imprenditoriale rispetto a quello scenico, come Domenico Berti, sebbene affiancato da Daniele Piombi, conduttore molto noto che mette la sua esperienza al servizio dello sviluppo di TeleSanterno, in modo analogo a ciò che Mike Bongiorno rappresenta per TeleMilano o Tortora per TeleAltoMilanese e poi per Antenna 3. Altri, come Michele Rossetti, sono manager-tecnici, con conoscenze tecnologiche specializzate; altri manager ancora, poi, tendono a mettere in gioco se stessi in campo giornalistico, come Sergio Rogna Manassero a Videogruppo, o politica, come Paolo Vigevano e Carlo Romeo, che danno forma al legame con il Partito Radicale (Vigevano ne è a lungo il tesoriere). È evidente che l’impronta padronale permea il funzionamento delle emittenti locali private: la personalità e le vicissitudini del singolo sono elementi centrali, caratterizzanti, della nascita, dell’organizzazione e della traiettoria di questi canali. Costruite intorno a fortissime individualità, nel bene e nel male questo influenza l’andamento dell’emittente, compresi gli scontri tra personalità e i fallimenti. La realizzazione di grandi progetti richiede insomma sia un volto simbolo, un individuo che concili varie spinte, talvolta contrastanti, sia un lavoro necessariamente corale. Come recita un vecchio detto: meglio provarci e fallire che non provarci affatto. Questo, probabilmente, era lo spirito di molti tra i manager-showmen di queste reti, artefici e protagonisti di queste storie, dei propri successi e dei propri fallimenti.

Percorso a cura di Darcy Isabel Continanza (Università di Bologna)