Percorso 2. La comicità e l’intrattenimento delle televisioni locali, tra ambizioni ed espedienti
Un discorso sulla comicità, e più ampiamente sullo spettacolo, è necessario rispetto ai palinsesti delle televisioni locali, dato che poche cose quanto la risata “rimettono al proprio posto”, un posto spesso, appunto, locale. La comicità è uno dei linguaggi costitutivi della televisione italiana, si radica nei valori, negli stereotipi e nei riferimenti che condividiamo con la comunità di appartenenza. Lo spettacolo si lega al contesto di origine delle reti locali come con il più ampio immaginario nazionale, mentre le ambizioni spesso dipendono dalla disponibilità economica, dagli spazi, dalla tecnologia, dal know how e dai volti a disposizione.
Tra le televisioni locali, quella con le maggiori ambizioni comico-spettacolari è sicuramente Antenna 3 Lombardia. Renzo Villa recluta progressivamente negli immensi studi di Legnano autori e attori comici che provengono dalla più celebre fucina comica milanese, il Derby Club. Dopo essersi fatta le ossa sul palcoscenico e in qualche programma della seconda rete Rai, è soprattutto la “seconda generazione” del Derby a raggiunge la piena maturità proprio su Antenna 3: per esempio Massimo Boldi, Giorgio Faletti, Armando Celso, Mauro Di Francesco, Teo Teocoli, Zuzzurro e Gaspare, Gino e Michele. Boldi è uno dei primi ad arrivare: è il 1978, nel programma Secondo me condotto da Ric e Gian. Dopo essere stato introdotto da Donatella Rettore, scherza assieme ai conduttori sulla sua fama ancora modesta.
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video “Secondo me”, L’anteprima di “Splendido splendente” e l’esordio di Massimo Boldi
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Negli anni successivi, Boldi collabora con Teo Teocoli in Non lo sapessi ma lo so e poi, anche con altri, in Buccia di Banana, quando la coppia Boldi-Teocoli si rompe a causa delle divergenze e della competizione tra i due. Teocoli è l’altra grande star comica di Antenna 3: il suo regno è Il guazzabuglio, dove instaura un rapporto personalistico e complice con il pubblico in studio che invoca il nome di “Teo”, grida, ride e si esalta per le sue trovate. Grazie all’atmosfera dinamica e all’improvvisazione, i numeri si susseguono come un unico grande sketch tra battute, canzoncine e dialetto lombardo. C’è anche della bonaria satira ecclesiastica, con Teocoli nei panni di un prete (che non dimentica mai di menzionare gli sponsor), coadiuvato da un Armando Celso campanaro e da un Giorgio Faletti suora.
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Embed item video “Il guazzabuglio”, Sketch a tema ecclesiastico con Teocoli, Faletti e Celso
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Antenna 3 non dà spazio solo al nuovo che arriva, ma anche – e soprattutto, quando può – al vecchio, ai talenti che hanno acquisito già fama nazionale in Rai. Per la rete transitano Cochi e Renato, Paolo Villaggio, Ric e Gian, o vecchi volti della rivista come il Quartetto Cetra e Walter Chiari. Quest’ultimo firma nel 1980 un contratto annuale con Antenna 3, come annuncia a fianco di Renzo Villa a Bingooo. Chiari conduce dunque Ciao come stai? mettendo in scena il suo repertorio di sketch e aprendo con un monologo in un’immaginaria piazza di paese: piazza Milano. Anche in questo caso, l’abilità del comico è messa alla prova dalla necessità di citare gli sponsor della rete nel suo repertorio.
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Embed item video “Ciao, come stai?”, Sigla d’apertura e monologo comico di Walter Chiari
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Nel 1982, Chiari appare in un’altra emittente che punta molto sulla comicità, TeleSanterno. L’impegno incostante e discontinuo del comico, a causa delle difficoltà di vita privata e lavorativa, ha ricadute sulla riuscita della trasmissione Ritmo, dove i suoi sketch sono registrati e montati successivamente. Chiari ritrova la sua lucidità una volta salito sul palco, e anche quando non segue la scaletta, improvvisando, è sempre un successo: la presenza di un mostro sacro della comicità nazionale, pur in declino, infonde fiducia ai collaboratori locali. In questo segmento di Ritmo Chiari è in uno sketch con Sergio Renda. L’ambientazione è quella di una piazza provinciale, il repertorio è quello classico del varietà tradizionale, il “vieni avanti cretino!” rielaborato dalla scenetta dei fratelli De Rege e reso popolare da Chiari e Carlo Campanini in Rai.
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Embed item video “Ritmo”, Gag tra Walter Chiari e Sergio Renda
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TeleSanterno, sotto la direzione artistica (mai formalizzata) di Daniele Piombi, prosegue nel recupero di vecchi talenti comici che si sono fatti conoscere tra varietà, cabaret e partecipazioni tv. Sull’emittente arrivano anche i fratelli Pippo e Mario Santonastaso, che a Sabato quiz e negli altri programmi condotti da Piombi ripropongono i loro sketch, talvolta con sottotesti ammiccanti molto debitori alla tradizione dell’avanspettacolo. Come nella scenetta, accompagnata da una laugh track preregistrata, in cui Pippo Santonastaso interpreta uno scienziato che ha costruito un prototipo di donna “ideale” in laboratorio, infine rianimata dal fratello Mario.
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Embed item video “Sabato quiz”, Berta, la donna costruita in laboratorio
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I casi di Antenna 3 e TeleSanterno mostrano come una comicità strutturata nei tipici generi televisivi – varietà, sketch, monologhi – necessiti di un chiaro progetto spettacolare, che a sua volta dipende dall’investimento massiccio in produzioni proprie. L’intrattenimento è un’arma a doppio taglio, che ha contribuito prima al successo e poi al fallimento poi delle emittenti. Altre reti si pongono obiettivi più limitati: Valentino Tocco racconta di come il poco spazio riservato all’intrattenimento a TeleRoma56 nel corso degli anni Ottanta dipendesse dalla mancanza di risorse, strutture e personaggi per costruire un ambiente spettacolare “puro”. Per questo, oltre che per la vocazione primariamente politica della rete, si punta molto sul più economico e politicamente impegnato genere dell’informazione, che tuttavia è pur sempre contaminato da qualche logica di intrattenimento.
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Embed item audio Intervista a Valentino Tocco, Il telegiornale innovativo di TeleRoma56
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Anche se l’intrattenimento occupa uno spazio marginale nella programmazione di TeleRoma, la spinta a “inventarsi cose divertenti”, a fare cose “folli” è forte nella fase aurorale dell’emittente, quando la tv romana è ancora di proprietà di Bruno Zevi e Guglielmo Arcieri e si sta lentamente facendo strada sulla scena romana. Come ricorda Francesco Arcieri, nel muovere i suoi primi passi, TeleRoma56 dà la possibilità di esprimersi a “cosiddetti comici” che poi avrebbero intrapreso altre carriere – giuristi, medici – o a personaggi televisivi esordienti, come Giancarlo Magalli. Comica era anche l’inventiva con cui si cercava di supplire all’assenza di risorse e di mezzi tecnici, fingendo collegamenti da Londra nello stesso studio romano o proponendo giochi sciocchi e immediati per il pubblico che poteva chiamare da casa. Il gioco dell’oggetto misterioso provoca addirittura un’ilare telefonata in studio di Gino Bramieri. Un intrattenimento di base, insomma, giovanile e spontaneo, dove si scimmiottano convenzioni e pretese di intellettualità, come quando sono organizzati finti dibattiti che giustappongono Kandinsky, economia e cavoletti di Bruxelles.
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Embed item audio Intervista a Francesco Arcieri, I primi programmi realizzati a TeleRoma56
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I momenti di comicità formalizzata si fanno più scarsi con il passaggio dell’emittente ai radicali. Anche su TeleRoma56 emerge, tuttavia, quel registro comico implicito, a volte involontario, nel confronto con la cittadinanza, con la banalità e la quotidianità dei romani di tutti i giorni: dai sondaggi estemporanei su quanti credono che il sole giri attorno alla terra, al programma Per la strada, che dava la possibilità ai passanti di esprimersi su svariate questioni.
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Embed item audio Intervista a Carlo Romeo, Programmi e innovazioni di TeleRoma56: “Per la strada” e la scoperta di Camilleri
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Un altro modo attraverso il quale la comicità e lo spettacolo entravano nelle tv locali erano gli acquisti di produzioni realizzate altrove. Sardegna 1, per esempio, acquista da SACIS, concessionaria per la vendita di prodotti Rai, numerosi programmi, tra cui Il tasto matto, la trasmissione in cui nel 1985 esordisce il trio composto da Massimo Lopez, Anna Marchesini e Tullio Solenghi.
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Embed item audio Intervista a Roberto Sini, Il palinsesto di Sardegna 1 negli anni ‘80
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L’approccio al comico può arrivare anche nei generi dell’informazione, con l’approfondimento e le rubriche di costume, società e cultura. È il caso di Videogruppo in Piemonte, che nel trattare di comicità e spettacolo riprende formati già utilizzati dal servizio pubblico. Nel 1979 la giornalista Laura Cerro a Cronache torinesi intervista alcuni comici chiedendo loro “come ridono i torinesi”. Franco Barbero, inizialmente un po’ colto alla sprovvista dalla domanda, risponde che i torinesi forse ridono più della situazione creatasi sul palco che della battuta in sé. Gli fa eco Carlo Campanini, che afferma come i torinesi ridano “fin troppo” e “fuori tempo”, cosa un po’ fastidiosa. Tuttavia, il bello dei torinesi è che sono allegri, che vogliono lasciarsi alle spalle i problemi quando entrano in teatro, cosa che giova molto al successo dello spettacolo, tutti elementi confermati anche da Walter Chiari, che riflette più ampiamente sul suo legame con la città.
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Embed item video “Cronache torinesi”, interviste a comici;
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L’occasione di queste interviste è solitamente contingente, legata a tournée teatrali o a singoli spettacoli, così come lo sono i servizi della rubrica Obiettivo Torino dedicata alla promozione di concerti, mostre e opere teatrali che hanno luogo nella città. L’anno successivo, dalla ricezione della comicità si passa alla produzione: Cerro intervista, infatti, il trio comico La Smorfia – Massimo Troisi, Enzo De Caro e Lello Arena – in tournée a Torino in quel periodo. I tre sono diventati celebri dopo la loro partecipazione a Non stop, il programma della prima rete Rai preso poi come esempio da tanti altri nelle tv commerciali. Parlando al pubblico dal backstage del nuovo spettacolo del trio, Cerro afferma di non sapere se si tratta “di cabaret o di sceneggiata”, data l’originalità della loro comicità. I comici, dunque, approfittano della visita per improvvisare un piccolo siparietto di equivoci assieme ad alcuni amici, con la giornalista che sta al gioco nonostante le loro piccole irriverenze.
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“Obiettivo Torino”, Laura Cerro intervista il trio comico “La Smorfia”;
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Tenendo conto delle risorse economiche e della linea editoriale, le tv private hanno tutte, prima o poi, interagito con la comicità. Talvolta è avvenuto in maniera più esplicita e formalizzata: in reti come Antenna 3 e TeleSanterno, che dialogano esplicitamente con il panorama comico italiano (e hanno le risorse per farlo), troviamo programmi che segnalano la propria volontà di “essere comici” e di articolare un discorso spettacolare in maniera strutturata. I due canali si fanno scuderia di nuovi ensemble e promozione di singoli volti, ma hanno anche un occhio di riguardo verso la dimensione nazionale della comicità, tentando di recuperare l’eredità dell’avanspettacolo e del varietà Rai. Dall’altra parte, nella prima fase di TeleRoma56 troviamo un approccio al comico meno “spettacolare” ma comunque vitale e spontaneo, radicato nella dimensione ludica di un medium che mescola generi e linguaggi, e che è fatto anche di inventiva, ripetizioni, imprevisti e banalità quotidiane. Le acquisizioni di Sardegna 1 e l’attenzione alla comicità fuori dalla tv di Videogruppo, invece, mostrano come le reti locali, anche se meno orientate all’intrattenimento, non rinunciano mai del tutto al rapporto con il più ampio panorama spettacolare italiano, raccontando il palcoscenico come specchio di un locale (e nazionale) che cambia.
Percorso a cura di Matteo Marinello (Università di Bologna)