Percorso 10. Il territorio raccontato dalle tv locali: l’Italia a portata di antenna
Tra la metà degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, il sistema dei media italiano vive una fase di profonda trasformazione che si concretizza nel passaggio dalla “paleo-” alla “neo-televisione”, secondo la felice espressione di Umberto Eco (1983). Per due decenni la Rai ha assolto il compito di maestra di lingua, insegnando l’italiano a platee ancora analfabete e dialettofone, e ora le lingue locali, i dialetti, le comunità reclamano spazi. In questo clima di ritorno alla tradizione, in molti casi “tele-inventata”, sbocciano fior fiore di emittenti profondamente radicate nei territori, impegnate a trattare i problemi delle città, dei quartieri, delle province, a dare voce al pubblico attraverso le telefonate, le lettere, le comparsate in tv per pochi minuti di notorietà. È la tv che parla di sé stessa e lo fa con un linguaggio nuovo, più colloquiale, a tratti sguaiato, apertamente diretto e familiare. Attraverso tg, inchieste, rubriche di approfondimento, programmi di intrattenimento e trasmissioni sportive, le tv private locali contribuiscono a costruire un’immagine partecipata e concreta dell’Italia “dal basso”. I numerosi materiali provenienti da archivi privati, televisivi e istituzionali offrono uno straordinario spaccato della stagione della “libertà d’antenna”, come è stata definita da Eugenio Scalfari (1972). Documentano non solo eventi e notizie, ma anche sguardi, linguaggi, stili e aspirazioni che si radicano nelle comunità locali. Un ritratto grottesco di questo variegato paesaggio televisivo è quello di Michele Serra, nell’articolo “L’Italia nel cortile” (1979): “La gratificante certezza di ‘essere tra compaesani’, il poter finalmente ‘restare in famiglia’, lasciando fuori dal video i segnali ‘forestieri’ e sgraditi, portano con sé una semplificazione della propria condizione di telespettatori, il sollievo di non dover mai fare i conti con elementi esterni, sconosciuti, inquietanti”. I programmi delle cinque emittenti di ATLas compongono allora un campionario audiovisivo che racconta l’Italia delle città e dei quartieri, attraverso i fatti della cronaca, la vivacità dell’intrattenimento e tante voci di testimoni.
Nel 1978, ad Antenna 3, Ettore Andenna conduce il gioco a premi La bustarella, una delle creature del “grande sperimentalismo casereccio dell’emittente di Renzo Villa, un grande guru del localismo televisivo”, come scrive Aldo Grasso ne La tv del sommerso. Tra fischi, trombette e schiamazzi del pubblico, le squadre provenienti da Milano, Pavia, Varese e da altre province lombarde si sfidano nel gioco del reggiseno, che vede gli uomini impegnati a cucire improbabili reggiseni confezionati su misura per le loro compagne di gioco. La sfida si può dire conclusa quando il reggiseno “sta su da solo”.
Embed item 1: “La bustarella”, Il “gioco del reggiseno” e gli incidenti sexy (video)
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I programmi di intrattenimento e i varietà sono uno tra i terreni più fertili per riscoprire e rilanciare i dialetti, le tradizioni e le usanze popolari, sia perché intercettano un pubblico ampio, distribuito in maniera omogenea sul territorio, sia perché, riprendendo ancora le parole di Grasso, “le tv locali sono la risposta alla paura del globale”. L’intrattenimento goliardico e ruspante del piccolo schermo fa breccia nei cuori – e nelle pance – del pubblico in studio, chiamato a partecipare, e di quello a casa, coinvolto sul filo del telefono. Qualche anno più tardi, sempre ad Antenna 3, va in onda un talent show sui generis che anticipa le esibizioni dilettantistiche e folkloristiche de La Corrida di Corrado: O la va o la spacca, condotto da Gianni Magni, propone performance di ballo e canto che il pubblico in studio ha il compito di giudicare severamente. Come? Lo svela questa clip della puntata del 22 dicembre 1982.
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Embed item 2: “O la va o la spacca”, Gara tra dilettanti: l’esibizione di samba (video)
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Attore, cantante e fondatore del gruppo cabarettistico I Gufi, Magni approfitta del medium televisivo per ridare voce e spazio al dialetto milanese, di cui lamenta la progressiva scomparsa: “varda quell fioeu / rob de matt’/ […] lassala sta’ / vergogna”, dice rivolto al “valletto” che accompagna una delle ragazze in ambiti succinti di cui la telecamera si affretta a riprendere il generoso décolleté. E qual è la risposta del pubblico alla programmazione delle emittenti locali? Prima di Auditel, l’unico canale approssimativo per sapere se il pubblico gradisce le trasmissioni sono le telefonate da casa. Lo racconta Raffaele Matteucci, tecnico di TeleSanterno, rispetto alla reazione del fondatore dell’emittente Domenico Berti alla prima rilevazione dei dati d’ascolto fornita dall’Auditel.
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Embed item 3: Intervista a Raffaele Matteucci, “A come agricoltura” e l’avvio di Auditel (clip audio)
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Il programma sull’agricoltura ideato da Matteucci è ripreso da altre reti private, tra cui Retequattro, a riprova del successo che la trasmissione riscuote presso il pubblico regionale. Le attività produttive delineano un profilo preciso del territorio, legato all’economia, all’industria e alle tradizioni da preservare, e le emittenti locali introiettano il bisogno delle comunità di vedersi raccontate e rappresentate sul piccolo schermo. In un’epoca segnata dal progressivo radicamento delle reti nazionali, queste realtà minori costruiscono una narrazione decentrata, alternativa, plurale e spesso sorprendente. Il racconto del territorio avviene con i notiziari, l’intrattenimento, le rubriche dedicate alle sagre di paese; ma nella sua testimonianza, Alberto Giangichiodo racconta Calciolandia di TeleRoma56, che segue le squadre di calcio del Lazio, dagli esordienti ai pulcini. L’attenzione al territorio di cui parla Giangichiodo si traduce nelle cronache delle partite di calcio locali, dai piccoli paesi ai centri più grandi. In questo periodo, si percepisce una precisa “aderenza al territorio” che pervade qualsiasi produzione.
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Embed item 4: Intervista a Alberto Gangichiodo, Gli anni d’oro delle televisioni locali (clip audio)
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Sardegna 1 restituisce invece una puntata del notiziario sportivo andata in onda nell’aprile 1987. Dai commenti delle partite di calcio affidati al direttore Angioni e al corrispondente da Sassari si passa alla pagina dedicata al basket con i risultati delle partite commentati da Giacomo Serreli.
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Embed item 5: “Sardegna 1 Sport”, il calcio interregionale e il basket (video)
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“Entrare nelle case dei sardi proponendo qualcosa di diverso”: Gianni Zanata racconta la linea editoriale del tg di Sardegna 1, che mira a offrire un prodotto nuovo e facilmente riconoscibile nel panorama mediale isolano. La fidelizzazione dell’audience avviene attraverso la politica, ovviamente, la cronaca locale, il costume e gli eventi “straordinari” dei piccoli e dei grandi centri.
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Embed item 6: Intervista a Gianni Zanata, La linea editoriale del tg (clip audio)
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I “miracoli” di cui parla Zanata nell’intervista sono approfonditi da Ignazio Artizzu nella sua testimonianza: il caso della miracolata di Uta, Teresina Loche, è seguito personalmente da Artizzu nel primo periodo della sua collaborazione con Sardegna 1. È la prima intervista televisiva che la donna rilascia anni dopo il miracolo avvenuto nelle piscine di Lourdes.
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Embed item 7: Intervista a Ignazio Artizzu, Il caso della miracolata di Uta tg (clip audio)
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Tornando nel Lazio, secondo Paolo Vigevano, Roma non ha avuto televisioni del livello di Telenorba in Puglia e Videolina in Sardegna, esempi di emittenti locali che hanno saputo raccontare il territorio in maniera puntuale. Il rapporto con le altre tv locali, Videouno e GBR, era basato sulla concorrenza, come avveniva anche in altre realtà regionali; ma TeleRoma56 agisce in un contesto locale fortemente ibridato dalla prossimità di altre regioni e dal Vaticano. La dimensione locale di TeleRoma56 si interseca con la politica dei quartieri; il suo telegiornale si focalizza maggiormente sulla città.
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Embed item 8: Intervista a Paolo Vigevano, La connotazione locale e romana di TeleRoma56 (clip audio) [handle:
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“Nessuno sembrava avere contezza di quali fossero le proprietà del comune a Roma”, spiega la giornalista Manuela Moreno: e quella sulle proprietà immobiliari nella capitale è senz’altro una delle inchieste più significative condotte da Moreno con Carlo Romeo per TeleRoma56. Il ritrovamento di un tomo di carte gigantesco che custodisce il patrimonio immobiliare di Roma dà una svolta decisiva all’indagine: nemmeno l’assessore ne è a conoscenza, come ricorda la giornalista.
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Embed item 9: Intervista a Manuela Moreno, L’inchiesta sulle proprietà immobiliari del comune di Roma (clip audio)
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In Piemonte, la copertura di Videogruppo, inizialmente limitata alla città di Torino e ad altre zone in collina, gradualmente si estende alle altre province piemontesi; quello della ricezione del segnale è un problema tecnico che tutte le emittenti locali devono affrontare e risolvere, come racconta il tecnico Fausto Amprimo.
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Embed item 10: Intervista a Fausto Amprimo, messa in onda e copertura di Videogruppo in Piemonte (clip audio)
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Ritaglio de “Stampa Sera” del 30 dicembre 1982: Videogruppo e la concorrenza dei canali nazionali
Una panoramica e uno zoom sui platani di corso Regina Margherita, prima che la strada cambi fisionomia per lasciar posto alla linea del tram. Le piante stanno bene e gli esercenti non sono d’accordo che siano sradicate a favore della nuova infrastruttura dei trasporti urbani: “trovo assurdo toglierci questo po’ di verde”, afferma la proprietaria di un panificio intervistata da Federico Peiretti. Il video è interessante anche perché restituisce un variegato assortimento di accenti e parlate regionali a partire dalle testimonianze delle persone incontrate da Peiretti, tutte contrarie all’abbattimento delle piante.
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Embed item 11: “Primo piano”, cosa ne pensano i torinesi del passaggio del tram in corso Regina Margherita? (video)
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In un altro esempio, i torinesi coltivano la passione della corsa all’aria aperta per il piacere di raggiungere sempre nuovi obiettivi, spostandosi nei parchi cittadini o addirittura da Torino a Milano, con 100 km percorsi in 11 ore. Se il territorio diventa teatro di sfide, la tv le racconta al pubblico a casa. Non è uno sport per tutti, però, come avverte il corridore agonista ai microfoni di Cronache torinesi.
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Embed item 12: “Cronache torinesi”, corridori al parco Valentino (video)
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In un panorama mediale ancora fortemente ancorato alla dimensione nazionale, le emittenti locali hanno saputo sviluppare una voce autonoma, legata al vissuto quotidiano delle comunità e dei territori, alle storie, alle feste, alle trasformazioni in atto. Le interviste, i servizi del tg e le clip dei programmi di intrattenimento restituiscono pertanto uno spaccato autentico e diretto delle città, delle province e delle regioni. Un mosaico vivo e variegato, in cui il territorio non è solo sfondo ma vero protagonista.
Percorso a cura di Myriam Mereu (Università degli Studi di Cagliari)