La collezione aldrovandiana di manoscritti, reperti naturalistici, libri, xilografie ed altri oggetti di straordinaria importanza storica fu legata all’Università di Bologna dopo la morte del naturalista bolognese ed è stata custodita e conservata dall’Ateneo fino ai giorni nostri.
In occasione del terzo centenario dalla morte vennero realizzate numerose iniziative di valorizzazione dell’eccezionale patrimonio di Aldrovandi: su tutte, la ricostituzione del suo Museo presso Palazzo Poggi. Tuttavia, l’enorme quantità di manoscritti lasciata dallo scienziato bolognese, catalogata da Lodovico Frati nel 1907 (oltre 350 volumi, per lo più in folio), inibì in quella circostanza di formulare un piano preciso per la pubblicazione dell’intero corpus. Nei decenni successivi e fino ad anni più recenti sono stati editati e trascritti alcuni importanti manoscritti e qualche centinaio di lettere, lasciando però pressoché intatta la maggior parte della collezione. Le opere a stampa pubblicate da Aldrovandi e dai suoi allievi tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento non sono mai state oggetto di indagine critica e filologica. Questa lacuna è sorprendente perché la maggior parte di questi volumi, riccamente illustrati e ristampati più volte, hanno rappresentato per quasi due secoli fonti di riferimento per i naturalisti di tutta Europa. L’enorme fortuna goduta da Aldrovandi tra i suoi contemporanei ed epigoni eguaglia, pur se su versanti di ricerca completamente differenti, quella di Cardano e di Galileo e l’assenza di una moderna edizione della sua produzione scientifica, a stampa e manoscritta, costituisce un notevole impedimento alla comprensione del suo significato storico e culturale per la scienza, italiana ed europea, della prima età moderna.
L’Edizione Nazionale degli scritti di Ulisse Aldrovandi, costituitasi con decreto del Ministro della Cultura 25 febbraio 2022, n. 76, e insediatasi a Roma il 24 marzo 2022, presso la sede della Direzione generale educazione, ricerca e istituti culturali, mira perciò a colmare questa lacuna, restituendo la ricchezza del patrimonio aldrovandiano, unico non solo per vastità ma anche per concentrazione, essendo infatti conservato, quasi nella sua integrità, a Bologna. Questo faciliterà l’accesso al materiale e il coordinamento dei lavori.
La Commissione Nazionale è presieduta da Marco Beretta, diretta da Monica Azzolini e Paolo Savoia (Dipartimento FILCOM). Il tesoriere è Matteo Martelli (Dipartimento FILCOM).