Ricerche 2017-2024

Dal 2017 il prof. Giuseppe Lepore e la prof.ssa Belisa Muka dirigono la Missione Archeologica italo-albanese a Phoinike

Vista dall'alto di uno dei vani riscaldati del complesso termale. Lo scavo ha restituito i frammenti delle lastre pavimentali e le strutture pertinenti a vasche e bacini per le abluzioni.
Particolare di uno dei vani riscaldati del complesso termale. Lo scavo ha restituito i frammenti delle lastre pavimentali e le strutture pertinenti a vasche e bacini per le abluzioni.

IL COMPLESSO TERMALE

Le ricognizioni effettuate nell’area collocata a monte del teatro hanno messo in luce una serie di poderose strutture, direttamente collegate tra loro e certamente appartenenti a un complesso legato all’uso delle acque. In quest’area già Ugolini aveva scavato parzialmente una cisterna, attribuita a epoca ellenistica con successive riprese romane. Le recenti indagini hanno documentato diverse strutture murarie e alcuni nuovi ambienti, probabilmente connessi tra loro, tra cui spicca un vano con banchine laterali e una pavimentazione sostenuta da suspensurae. Si tratta dunque di un complesso di ambienti termali riscaldati, probabilmente assai strutturato e collegato con la cisterna già indagata e descritta da Ugolini. Nei pressi l’archeologo individua anche una ulteriore imponente struttura, lunga 19 metri e di cui restano in vista parti delle murature con nucleo cementizio: è probabile che il complesso, in virtù della sua collocazione in summa cavea - sulla sommità dell’edificio teatrale - e al suo rapporto con l’acqua possa essere considerato un ginnasio, magari provvisto di un ninfeo.

 

 

Collocazione della chiesa cimiteriale sulle rovine della stoà orientale.
Collocazione della chiesa cimiteriale sulle rovine della stoà orientale.

LA STOÀ E LA CHIESA CIMITERIALE

L’area dell’archaia agorà, collocata nel settore orientale della collina di Phoinike, è quella che negli ultimi anni ha restituito le novità di maggiore rilievo. Già durante le prime ricognizioni del 2000 era stata individuata una piccola struttura quadrangolare attorniata da numerose sepolture che reimpiegavano blocchi lapidei (per lo più di un buon calcare bianco) più antichi. Le successive indagini hanno permesso di capire che si trattava di una piccola chiesa con funzione cimiteriale, databile al corso del VII secolo, che diventa il riferimento di un ulteriore nucleo demico di età medievale (sono numerose, infatti, le strutture a carattere abitativo individuate intorno alla chiesetta). Nel corso del XIV secolo la chiesa viene ristretta a due navate e successivamente viene trasformata in un luogo di culto particolare, legato forse ad un personaggio ivi sepolto, con caratteristiche simili ai cd. “marabutti” del mondo musulmano. Ma le sorprese non erano finite: la chiesa sfruttava come fondazione una grande struttura che, anche se conservata in minima parte, ci permette di ricostruire nelle sue forme essenziali. Si tratta di una grande stoà - portico, con colonne sulla facciata occidentale e una planimetria a doppia navata, poggiante su pilastri ottagonali. Si tratta di un edificio ben noto in ambito ellenistico, che ha la funzione di delimitare e frazionare lo spazio urbano: nel caso dell’archaia agorà l’area pubblica viene divisa in due settori funzionali, la cui destinazione al momento non è ancora chiara. Anche questo edificio si data a momento di massima espansione della città di Phoinike, tra la fine del III e gli inizi del II secolo a.C. 

Posizionamento dell'area di lavoro degli ultimi anni di ricerche e scavi presso il sito di Phoinike.
Posizionamento dell'area di lavoro degli ultimi anni di ricerche e scavi presso il sito di Phoinike.

AGORÀ ROMANA

gli sforzi maggiori negli ultimi anni si sono concentrati sulla terrazza inferiore della nea agorà. Il settore superiore già descritto conteneva uno spazio pubblico di età ellenistica (una stoà-portico, un edificio quadrato e uno spazio aperto), poi trasformato in età tardo antica e altomedievale in un’area sacra, con una basilica, un battistero e un probabile episcopio. Una strada con andamento est-ovest separava questa prima terrazza da una inferiore, altrettanto ampia e occupata esclusivamente (da quello che è dato vedere al momento) da strutture di età romana. E’ stato dapprima identificato un grande edificio di forma quadrangolare (Edificio su sostruzioni), la cui forma complessiva e soprattutto le cui funzioni sono in corso di definizione: è tuttavia probabile che l’edificio fosse destinato ad ampliare verso sud lo spazio dell’agorà, ottenendo un effetto scenografico di grande impatto. Ancora più a valle è stato messo in luce un lungo criptoportico - portico collocato ad una quota inferiore, lungo oltre 20 m in senso est-ovest e probabilmente aperto con finestre sulla valle sottostante (con vista sulla laguna di Butrinto). L’insieme, databile per ora a partire dall’età augustea, doveva costituire un complesso, forse unitario, a carattere pubblico, come dimostra anche il rinvenimento di una statua di marmo realizzata con l’abbigliamento tipico delle sacerdotesse di Iside.