Macchine

Presentando lo scorso anno il percorso pluriennale della Summer School  “Parole dell’innovazione” davamo un nome al nostro mondo, definendolo, con Ulrich Beck, un mondo non di cambiamento, ma di metamorfosi. Individuavamo tre sfide che l’innovazione ha di fronte e a cui deve rispondere: sostenibilità, superamento delle ineguaglianze, formazione del capitale umano. Alla parola Tempo, tematizzata nel 2021, segue quest’anno la parola MACCHINE.

Parola antica, già usata dai Greci per indicare qualcosa di inventato dall’uomo per facilitare il suo lavoro con risparmio di fatica o di tempo. L’uomo costruisce qualcosa da cui, nel tempo, egli stesso sarà sostituito. Entra un nuovo interlocutore nel rapporto tra l’uomo e la realtà. Si modifica l’organizzazione del lavoro. Si scoprono potenzialità conoscitive e scientifiche impensabili. Non solo si costruiscono robot in grado di sostituire l’uomo ma si sta aprendo l’orizzonte dell’interfaccia cervello macchina (brain computer interface).

E’ sempre più evidente che le macchine non sono solo uno strumento, ma tendono a diventare una cultura, modificando i modelli cognitivi e le modalità di rapporto con la realtà. La cybersociety rappresenta un nuovo modello sociale.

Ma l’uomo mantiene una sua irriducibilità? Chi giudicherà quanto le macchine stanno rispondendo adeguatamente alle tre grandi sfide (sostenibilità, superamento delle ineguaglianze, formazione del capitale umano)? Le macchine saranno alleate di un nuovo umanesimo?