Programma 2021/2022

Di seguito le locandine degli eventi in programmazione per l'a.a. 2021/2022

PROSSIMI APPUNTAMENTI

DICEMBRE 2022. Michele Smargiassi: "L'immagine del migrante in fotografia". Michele Smargiassi è un giornalista italiano, specializzato in critica e storia della fotografia. Laureato in storia contemporanea all'Università di Bologna con una tesi di storia della fotografia, entra nel 1982 a L'Unità, per passare nel 1989 a La Repubblica, dove cura anche il blog Fotocrazia. Ha scritto: La famiglia foto-genica saggio negli Annali della Storia d'Italia Einaudi(2004); Un'autentica bugia: la fotografia, il vero, il falso, Roma, Contrasto, 2009; Ora che ci penso: la storia dimenticata delle cose quotidiane, Milano, Dalai, 2011; Sorridere: la fotografia comica e quella ridicola, Roma, Contrasto, 2020; Voglio proprio vedere, Roma, Contrasto, 2021. Referente: Silvia Albertazzi. 

14 dicembre 2022

ore 15.30

L'immagine del migrante in fotografia

A cura di Michele Smargiassi

Aula V, Dipartimento Lingue Letterature e Culture Moderne,

Via Cartoleria 5, Bologna

Michele Smargiassi è un giornalista italiano, specializzato in critica e storia della fotografia. Laureato in storia contemporanea all'Università di Bologna con una tesi di storia della fotografia, entra nel 1982 a L'Unità, per passare nel 1989 a La Repubblica, dove cura anche il blog Fotocrazia. Ha scritto: La famiglia foto-genica saggio negli Annali della Storia d'Italia Einaudi(2004); Un'autentica bugia: la fotografia, il vero, il falso, Roma, Contrasto, 2009; Ora che ci penso: la storia dimenticata delle cose quotidiane, Milano, Dalai, 2011; Sorridere: la fotografia comica e quella ridicola, Roma, Contrasto, 2020; Voglio proprio vedere, Roma, Contrasto, 2021. 

Novembre 2022

ore 17.00

Autori e autrici ucraini: scrivere e agire contro l'invasione russa

A cura di Oxana Matiychuk


Sala Convegni, Dipartimento Lingue Letterature e Culture Moderne,

Via Cartoleria 5, Bologna

Oxana Matiychuk ha studiato germanistica e ucrainistica alla Jurij-Fedkowytsch-Universität di Černivci. Ha ricevuto borse di studio della Fondazione Robert Bosch, del DAAD e dell’Erasmus Mundus. Nel 2020 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca con una tesi sulla Genese des poetischen Textes im Werk von Rose Ausländer (Genesi del testo poetico nell’opera di Rose Ausländer) presso il Taras-Schewtschenko-Institut für Literatur dell’Accademia ucraina delle Scienze di Kiev. Dirige l’associazione culturale ucraino-tedesca di Černivci al centro Gedankendach (www.gedankendach.org). Insegna all’istituto di Storia della letteratura straniera, teoria della letteratura e filologia slava dell’università di Černivci e collabora con l’International Office in quanto responsabile di progetti con le università tedesche. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo il Graphic Novel Rose Ausländer. Leben im Wort, uscito a Zagabria per i tipi di danubebooks nel 2021.

Ottobre 2022

ore 17.15

L'utilizzo di lingue inventate come strumento di educazione interculturale in una scuola primaria montessoriana di Milano

A cura di Federico Gobbo

Aula VIII, Dipartimento Lingue Letterature e Culture Moderne,

Via Cartoleria 5, Bologna

Federico Gobbo è professore di interlinguistica ed esperanto all'Università di Amsterdam (UvA). Si occupa di pianificazione linguistica, lingue pianificate, glottodidattica, linguistica costruttiva e filosofia del linguaggio. 

Giugno 2022

ore 17.00

Dante nelle culture francofone. Ritraduzioni dell'Inferno tra Francia, Belgio, Svizzera, Québec

A cura di Fernando Funari

Sala Convegni, Dipartimento Lingue Letterature e Culture Moderne,

Via Cartoleria 5, Bologna

Fernando Funari è ricercatore in lingua e traduzione francese presso l’Università degli Studi di Firenze. Ha insegnato in atenei italiani e all’estero (principalmente in Francia, in India e in Senegal). Le sue ricerche vertono sulla terminologia dei beni culturali nella comunicazione mediatica (in particolare nei forum turistici online), sulla traduzione (soprattutto il fenomeno della ritraduzione italiano/francese) e sulla francofonia (Belgio, Queìbec). 

Maggio 2022

Sala Convegni - Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne
Via Cartoleria 5, Bologna

Arabità e africanità: la letteratura sudanese come luogo di rappresentazione di identità molteplici

Marcella Rubino

Quest’incontro si propone di esplorare le rappresentazioni dell'arabità e dell'africanità nella letteratura sudanese contemporanea. Di fronte a una narrativa ufficiale che rappresenta l’essere sudanese come un’identità principalmente araba e islamica e che polarizza le molte identità del paese in entità conflittuali al servizio degli interessi politici e ideologici del momento, i romanzieri sudanesi contemporanei illustrano le molteplici identità del paese, mostrando, attraverso la ricchezza, libertà e complessità consentite dallo spazio della narrativa, una gamma molto varia di rapporti all'identità. La letteratura sudanese contemporanea può quindi essere vista come uno spazio di connessione tra arabità e africanità. La definizione estremamente complessa di questi due concetti, che risulta dalla lettura della produzione letteraria, costituisce una questione fondamentale per la costruzione nazionale del Sudan, ma anche di molti altri paesi a cavallo tra spazio arabo ed africano.

Marcella Rubino è professoressa associata all’INALCO (Istituto Nazionale di Lingue e Civiltà Orientali) di Parigi. Specialista di letteratura araba contemporanea, ha pubblicato: « Youssef Ziedan’s literary and ideological project about religion and violence », La rivista di Arablit, n° XXI, Istituto per l’Oriente Carlo Alfonso Nallino; « Le palmier et le grenadier dans les romans de Sinan Antoon : renversement, réception et portée de deux symboles à la croisée des religions », Annales Islamologiques, n° 55, IFAO ; « Les arts face à la violence : interférences des genres dans les romans de Sinan Antoon », LiCArC, n° 9, Classiques Garnier ; « La polémique autour du roman ‘Azāzīl de Yūsuf Zaydān », Arabica 67(2020), Brill ; « Les frères al-Sirāǧī et les frères Maḥfūẓ. Des relieurs à cheval entre un savoir hérité et la demande du marché, Arabian Humanities [En ligne], 13 | 2020 ; « Bound by tradition. New ways and old paths in Yemeni bookbinding workshops between XIXth and XXth centuries » (avec Claudia Colini et Marco di Bella), Chroniques du manuscrit au Yémen 20, Juillet 2015 ; « La question féminine en Arabie Saoudite », Revue de l’Institut des Belles Lettres Arabes (IBLA), n.197, Tunis, 2006 ; « Dallo Yemen all’Italia. Percorso di un artista anarchico », Orient xxi; « I chiodi della terra : eroi della letteratura sudanese », Orient xxi; Les Noyées du Nil, traduzione del romanzo di Hammour Ziada (Sudan), Actes Sud.

Aprile 2022

ore 17.00

Sala Convegni - Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne
Via Cartoleria 5, Bologna

Teorie, saperi e pratiche decoloniali contemporanee:
Una lettura di “Memorie della piantagione” di Grada Kilomba

INTERVENGONO:
MARIE MOÏSE: Traduttrice del testo, dottoressa in Filosofia Politica presso l’Università degli Studi di Padova
MACKDA GHEBREMARIAM TESFAÙ: Traduttrice del testo, docente di studi postcoloniali e decoloniali presso l'Università Iuav diVenezia
VALERIA RIBEIRO COROSSACZ: Docente di Antropologia culturale presso l’Università di Modena e Reggio Emilia
ALESA HERERO: Artista e scrittrice

A cura di Alessia Di Eugenio e Nicola Biasio

Marzo 2022

EuropE. Derive psicogeografiche tra Nancy e Bologna 

Ugo Russo

Sala Convegni

LILEC, Via Cartoleria 5, Bologna

 

Ugo Russo (Nancy) si occupa di letteratura della migrazione italiana in Francia e soprattutto di François Cavanna (Les Ritals, Les Russkoffs). Studioso dei movimenti di controcultura a Bologna negli anni 70 e cantautore-polistrumentista. Franco-italiano, nato e cresciuto nella Lorena e con un percorso di studi e umano tra la Francia e Bologna, Ugo Russo rifletterà sui luoghi delle sue peregrinazioni e sulle sue ricerche - nello studio e nella musica -  per esplorare una geografia dello sradicamento che corrisponda al vissuto intimo di ogni "senza patria". 

Marzo 2022

Les défis de la diversité

Michèle Vatz-Laaroussi

Sala Convegni

LILEC, Via Cartoleria 5, Bologna

Gennaio 2022

Gli imabarazzismi, le alterità e le differenze culturali

Incontro a cura di Kossi Komla-Ebri

“Ogni nero che vive in Italia ha un proprio ricco repertorio di «Imbarazzismi». Questo fortunato neologismo, ideato da Kossi Komla-Ebri, sta a indicare situazioni che non rientrano nei casi di discriminazione crudele, violenta o quantomeno intenzionale, ma si tratta di episodi di razzismo di piccolo calibro, che avvengono senza che il loro autore se ne sia reso propriamente conto. L’imbarazzismo, come una gaffe sconveniente, crea disagio. Come un lapsus freudiano, svela giudizi e pregiudizi rimossi. Ma per quanto ciascuno di questi episodi non sia grave, gli imbarazzismi feriscono le loro vittime, perché sono quotidiani e perché illustrano una mentalità diffusa popolata di stereotipi.” Cécile Kyenge

L’imbarazzismo è l’imbarazzo della differenza, il disagio legato all’Altro, il diverso de se. Il culturalmente diverso e in particolare il diversamente visibile.

La paura dell’Altro per tutto ciò che è diverso ed insolito è normale. Una paura nutrita sempre di più da un immaginario negativo sull’altro. Oggi questa che paura del diverso sta diventando una vera e propria “Sindrome dell’accerchiamento”. Le persone sono arrivate alla convinzione che i diversi siano qui per portare via a loro il lavoro, gli usi, i costumi, la famiglia…in una parola sola la loro identità!

Urge decostruire l’immaginario!

“L’Altro, soprattutto il nero, con i suoi modi, suoni, cromie, riti ci mette in discussione a un livello di profondità radicale, ci riconsegna la terribile sensazione della nostra contingenza, ci rinvia alla possibile accidentalità di ciò che siamo, di ciò a cui teniamo, ci ricorda nel pieno della nostra vita, anche quando la fine è lontana, la nostra insuperabile finitezza di specie, collettiva, individuale. Gran parte delle nostre abilità intellettuali è destinata a soffocare questa sensazione, ad annullare il rischio che ci viene dalla percezione che altri punti di vista sul mondo sono possibili. Senza l’Altro, senza l’incontro (scontro) con gli “altri”, questo complesso risveglio, mobilitazione e sviluppo delle umane componenti (psichiche, razionali, relazionali) non avverrebbe (come talvolta purtroppo accade), o avverrebbe in misura assai limitata. In sintesi: l’altra via per scoprire il sé e, soprattutto, per costruire il sé. Difatti solo l’esistenza dell’alterità ci fa scoprire il bene reputato più personale e privato: la nostra stessa identità.” Cosimo Laneve

Dicembre 2021

Sulle ali della fiaba - Felici attraversamenti di confini fisici e virtuali

 a cura di Adalinda Gasparini e Claudia Chellini

La nostra esperienza nelle scuole, e quel che sappiamo delle fiabe, forse l'argomento più-facile-difficile-del-mondo, ci ha indotto a fare un'ipotesi: la potenza simbolica ed evocativa della fiaba tradizionale poteva attivare gli alunni di una classe in DAD come se fossero – e se fossimo - stati in presenza. A Castel Mella (BS) hanno accettato la nostra sperimentazione per l'a.s. 2019-2020 e l'ipotesi è stata dimostrata. L'entusiasmo dei bambini e degli insegnanti – per non parlare del nostro - è stato tale che nella stessa scuola elementare siamo stati chiamati a tenere un secondo ciclo di lavoro, per il quale abbiamo chiesto e ottenuto la partecipazione di un membro dell'Opificio di Letteratura Potenziale. In questa seconda esperienza abbiamo lavorato col mito, leggendo attorialmente alcuni versi dalla Teogonia di Esiodo. Non dimentichiamo che fino al Settecento e a una parte dell'Ottocento anche i miti si chiamavano favole, essendo, come le fiabe, storie non vere. Intendiamo presentare la nostra esperienza relativa ai confini fra culture e popoli, fisici e virtuali, e sull'attitudine delle fiabe e dei miti di attraversarli senza soffrirne e senza infliggere dolore, senza dimenticarne le implicazioni teoriche.

 Adalinda Gasparini, psicoanalista a Firenze dal 1983, studiosa di favole e strutture narrative, scrittrice, progetta e conduce dal 1980 interventi psicofiabeschi nella scuola primaria e secondaria. Fra le sue pubblicazioni, Aladino e la lampada meravigliosa. Psicoanalisi di una fiaba immortale (Firenze 1993), La luna nella cenere. Analisi del grande sogno di Cenerentola, Pelle d'Asino, Cordelia (Milano 1999). Con Silvia Albertazzi, Il romanzo new-global. Storie di intolleranza, fiabe di comunità (Pisa 2003). Per altri lavori, fra i quali contributi a riviste e libri collettanei, italiani e stranieri, progettazione e organizzazione di convegni e altri eventi, dal 1988 a oggi, vedi: www.alaaddin.it.

 Claudia Chellini, ricercatrice INDIRE, sede di Firenze, studiosa nel campo educativo di narrazioni popolari tradizionali e contemporanee, ha sperimentato l'uso delle fiabe nella formazione professionale come strumento per favorire l'apprendimento, l'inclusione e la riflessione sul proprio percorso lavorativo. Tra i suoi lavori: Maleficent & Co. (Liber, 105/2015) e Un secolo di fiabe. Le fonti delle Fiabe italiane di Italo Calvino; vedi anche: www.percorsidipensiero.it.

 Insieme A. Gasparini e C. Chellini curano dal 2015 il sito dedicato a genitori, insegnanti, studenti, ricercatori: Fabulando. Carta fiabesca della successione. (http://www.fairitaly.eu/joomla/Fabulando/Cartasuccessione-IT.html). Sono fondatrici di Fairitaly ONLUS. Per Erickson, Trento, hanno scritto: Lupus in fabula. Le fiabe nella relazione educativa (2017), Setole e spine. La crescita segreta del maschile e del femminile (2019); Per Foschi Ed., Santarcangelo di Romagna curano la collana: Fiabe antiche e popolari d’Italia; Sicilia, Veneto (2017), Toscana ed Emilia Romagna (2019), Sardegna (2020), Campania (2021). Hanno progettato e condotto negli aa.ss. 2019-2021 e 2020-2021 corsi sulla fiaba in DAD a Castel Mella (BS) nella scuola elementare, insieme a Laura Cioni, psicoterapeuta e attrice, Giovanni Carli, insegnante e attore, e Daniela Fabrizi, psicologa e membro OpLePo. Vedi: http://www.alaaddin.it/_VERSIONE_COLLETTIVA/2020/_DAD_Index.html

Novembre 2021

Provincializzare l’Europa: Gli Atzechi alla conquista del vecchio mondo

A cura di Eduardo Villacis 

Eduardo Villacis è un artista visuale e docente universitario ecuatoriano. Nei primi anni ‘2000, grazie ad una fellowship per artisti porta a compimento un progetto in cui a partire da una premessa ucronica rilegge, capovolgendola, la storia coloniale: in questa prospettiva, Cristoforo Colombo viene catturato per ‘immigrazione illegale’ dagli aztechi, i quali si impadroniscono delle tecnologie dell’Europa del 16 secolo per poi conquistare il continente che oggi, si chiamerebbe, Améxica. Da questa idea iniziale, Villacis immagina (e realizza) le sale di un falso museo e di un catalogo in cui viene raccontato l’epos della Conquista del Nuovo Mondo (l’Europa). 

Ottobre 2021

Aquí acaba la patria: identità, migrazioni, frontiere

 Incontro con Federico Mastrogiovanni

Come narrare la realtà attraverso la non finzione, in modo da generare vera comprensione? Come costruire ponti invece di dividere, disinformare e alimentare stereotipi?
Come rappresentare e raccontare le storie dell’”altro” rispetto a “noi”?
Come far si che la voce autoriale sia compatibile con il giornalismo inteso come un servizio alla società?
Ogni giorno i media presentano storie degli “altri”, vale a dire coloro che si percepiscono e che percepiamo come differenti rispetto a “noi” per origine, cultura, sesso, classe sociale. In modo inconsapevole queste produzioni di non finzione, insieme a molte altre produzioni culturali come il cinema, la pubblicità, la música, l’arte, la letteratura, creano immaginari, identità e manifestazioni culturali con cui abbiamo un rapporto diretto scarso o nullo, anche se sono vicini a noi.
L’obiettivo di questo corso è dare un contributo alla riflessione teorica e alla pratica di strumenti e tecniche narrative per la produzione di storie di non finzione, ponendo l’accento sull’investigazione in profondità, la costruzione di uno sguardo autoriale e allo sviluppo di approssimazioni che non riducano le dimensioni della realtà.


Federico Mastrogiovanni è un giornalista italiano che vive e lavora in Messico come docente universitario di giornalismo e giornalista di inchiesta; è tra l’altro autore di “Ni vivos ni muertos. La sparizione forzata in Messico come strategia del terrore” (Italia e Messico 2015) e “El asesino que no seremos. Biografía melancólica de un pandillero” (Messico 2018).