Gian Italo Bischi, Giovanni Darconza
Università di Urbino)
Questo intervento a due voci intende mostrare come sia necessario tradurre le competenze che ciascuno studioso ha maturato nel suo ambito di studi, così da consentire uno scambio e un’elaborazione critica transdisciplinare. In questo workshop si cercherà infatti di mostrare come nel corso del Novecento sia continuato il dialogo e il parallelismo fra linguaggi e metodi della scienza e della letteratura, e come l'insorgere di nuovi paradigmi legati alla complessità, incertezza, relativismo, impossibilità di dimostrare, scollamento fra verità e dimostrabilità o addirittura mancanza di una verità, si rifletta in entrambi i campi del sapere.
Il parallelismo fra il ragionamento ipotetico-deduttivo della matematica e i procedimenti con cui gli investigatori "dimostrano la verità" nei romanzi polizieschi è evidenziato fin dall'origine di questo genere letterario. Gli investigatori dei gialli classici si comportano come scienziati, cercano prove che assumono come ipotesi per dedurre enunciati di colpevolezza. Ma la cultura del Novecento mostra una fede sempre minore nel positivismo e determinismo della scienza e si orienta verso visioni caratterizzate da incertezza e relativismo. I protagonisti della letteratura poliziesca continuano a comportarsi da scienziati, ma di una scienza profondamente cambiata, che rivisita criticamente le proprie radici, metodi e risultati. La matematica, che, con le geometrie non euclidee ha introdotto una distinzione fra assiomi e verità empirica, arriva a eliminare il legame fra vero e dimostrabile con i teoremi di incompletezza di Gödel. Inoltre la teoria del caos deterministico mette in crisi il determinismo mostrando come piccolissime incertezze nelle misurazioni (gli indizi nel caso poliziesco) possono comportare enormi differenze nelle previsioni future o nella ricostruzione delle vicende passate; si tratta di incertezze che diventano la regola nella fisica atomica dove si afferma il principio di indeterminazione che sta alla base della meccanica quantistica. Con la teoria della relatività si perdono persino i concetti assoluti di spazio e tempo, che diventano relativi allo stato di moto degli osservatori e alla presenza delle masse.