Dalle trasparenze del glacis alla brillantezza dell’acrilico: tecniche e materiali tra il XV e il XX secolo

Tutte le tecniche pittoriche prevedono l’applicazione del colore ad una superficie. Per fare ciò, è necessario miscelare la sostanza colorante in un opportuno mezzo. La scelta della superficie, del metodo di applicazione e del mezzo disperdente hanno ricadute importanti sul prodotto finale e forniscono informazioni utili non solo sulla tavolozza degli artisti ma anche sulle tecnologie dell’epoca.

L’evoluzione della tecnica pittorica dei dipinti mobili ha conosciuto, nei secoli, un cambiamento progressivo caratterizzato da diverse discriminanti quali la scelta dei materiali costituenti il supporto e gli strati pittorici, il tipo di applicazione e lavorazione del colore e la variazione del medium utilizzato. Un primo step è caratterizzato dall’abbandono progressivo della tempera a favore dell’olio come medium. Agli albori della pittura ad olio, gli artisti fiamminghi usavano applicare glacis trasparenti di vario spessore, ricchi in legante e con basso contenuto di pigmenti, sopra strati opachi o semi opachi. Questa tecnica permetteva loro di ottenere effetti ottici, modellare le forme e creare un senso di profondità e rilievo. La pittura ad olio, per oltre 400 anni e fino all’avvento dell’acrilico, è stata la tecnica più utilizzata.

Il progetto, in collaborazione con Lumière Technology, prevede una prima fase di studio che partendo dagli antichi libri di ricette e dai trattati di pittura perviene, per i tempi più recenti, all’approfondimento e alla catalogazione di fonti scritte e all’individuazione dei materiali d’atelier. Si passa, quindi, alla ricostituzione di alcune ricette documentate realizzate con diversi tipi di leganti/pigmenti/coloranti al fine di studiare i test campione sotto vari punti di vista, consentendo di metterli a confronto per quanto concerne:

  • le proprietà ottiche e colorimetriche responsabili della resa finale relativa a trasparenza, saturazione e brillanza;
  • le proprietà reologiche e meccaniche caratterizzanti i comportamenti di tali sistemi in fase di applicazione e in quella di essicamento.  Il grado di viscosità e il comportamento reologico.
  • le caratteristiche di degrado.

Il progetto è finanziato da fondi del Laboratorio Diagnostico, afferenti alla linea di ricerca Diagnostica&Arte, derivanti da R_PRIV – Progetti con fondi conto terzi, tariffario e contributi liberali, ACT_PR – Contratti conto terzi da fondi privati, SPP_PR – Contratti a tariffario da fondi privati, CNTR_LB_PR – Contributi liberali da fondi privati e con la partecipazione di Lumière Technology.

Borsa di studio (2016-2018) collegata al progetto: "Fonti trattatistiche, documentarie e analisi scientifiche per lo studio delle tecniche pittoriche riferite all'area italiana e europea tra il XV e il XVIII secolo".

Contratto (2019-2020) collegato al progetto: “Dalle trasparenze del glacis alla brillantezza dell’acrilico: tecniche e materiali tra il XV e il XX secolo”

Borsa di ricerca (2020- ) collegata al progetto: “Fonti trattatistiche, documentarie e analisi scientifiche per lo studio della tecnica pittorica del Guercino e della pittura di età barocca”

Accordo culturale collegato - Lumière Technology (n.80/2019 prot.n.1323): https://beniculturali.unibo.it/it/dipartimento/accordi-e-collaborazioni

Gruppo di ricerca: Ghelfi Barbara (professore associato, Unibo), Matteucci Chiara (tecnico con funzione specialistica, Unibo), Apicella Salvatore Andrea (Lumière Technology, Parigi), Cataldo Martina (borsista di ricerca), Tarantola Gaia (Unibo), Cotte Pascal (Lumière Technology, Parigi), Minelli Matteo (professore associato, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, Unibo), Rizzà Laura (professore a contratto, Unibo), Thistlewood Jevon (Ashmolean Museum, Oxford), Bevilacqua Fabio (professore a contratto, Unibo).