Emanuela Valentini - Didattica a Distanza, la sfida negli Istituti Professionali

Il caso Spoleto

 

Quando il 5 marzo il Dirigente Scolastico ha pubblicato la circolare con le prime modalità per l’attivazione della didattica a distanza, all’Ispseoasc “G. de Carolis”, pur con la consapevolezza che era l’unico modo di garantire il diritto all’istruzione, come docenti non ci siamo nascosti i problemi. Il primo, il più banale: non tutti (studenti e docenti) abbiamo le stesse competenze digitali e neanche la stessa strumentazione; il secondo, relativo alla peculiarità dell’Istituto Alberghiero di Spoleto che, con il convitto, fino al 4 marzo accoglieva studenti distanti centinaia di chilometri da casa, ma che ora bisogna raggiungere, con la connessione, a casa: da Pantelleria alle Alpi!

Il terzo problema è insito nelle finalità stesse degli istituti professionali, che hanno nei laboratori il loro punto di forza e, con il decreto legislativo 61 del 13 aprile sono diventati scuole territoriali dell'innovazione, concepite come laboratori di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica. I percorsi di apprendimento personalizzati, poi, prevedono uno stretto rapporto tra studente e tutor, metodologie didattiche per apprendere in modo induttivo, attraverso esperienze di laboratorio e in contesti operativi, anche con i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento.

Oltre a ciò, la distanza, il divieto di spostarsi se non per urgenze, la consapevolezza di formare per un settore economico duramente colpito, quello turistico, cosa che influisce anche sul futuro progettato dagli studenti, hanno creato diversi problemi.

Se, come in tutti gli Istituti superiori, occorre rimodulare progettazioni, UDA, valutazione, gli strumenti per colmare la distanza sono il Registro elettronico e una delle tante piattaforme che consente anche videolezioni. Sulla scelta della piattaforma si è “scatenata”, tra i docenti, l’affannosa ricerca della piattaforma “perfetta” che potesse consentire la migliore delle lezioni possibili.

In un Istituto professionale dove la tradizionale lezione frontale ha da tempo lasciato il posto al lavoro cooperativo e allo studente al centro dell’apprendimento che prevede la presenza, come fare a distanza?

La stessa impostazione del lavoro nel settore enogastronomico e turistico prevede il lavoro di brigata, in presenza e, a contatto con il pubblico.

Il desktop ha preso il posto delle aule, le icone diventano le porte per instaurare una comunicazione, spesso disturbata nel canale o, peggio da studenti che non si collegano perché e, implicitamente viene fuori, l’essere costretti a casa, li porta ad abusare dei videogiochi fino a tarda ora.

Per evitare questa implosione tra le mura domestiche, soprattutto nei ragazzi che vivono nelle periferie delle grandi città e che, a Spoleto, avevano trovato una città di provincia con gli svantaggi ma anche con i tanti vantaggi, la didattica a distanza attuata dalla scuola, oltre alla progettazione, punta anche sul valorizzare la creatività, restando a casa. Per valorizzare il talento, la fantasia e l’originalità dei nostri studenti, l’Istituto ha deciso di lanciare una prima iniziativa, consistente nel proporre la realizzazione di un elaborato, che potrà consistere in una ricetta, un cocktail o una mise en place, realizzata con quanto sia disponibile in casa e che non comporti la ricerca di particolari derrate o strumenti, dedicata al tema #IORESTOACASA e #ANDRA’TUTTOBENE.

Gli studenti creeranno la ricetta, poi invieranno la foto dell’elaborato e, volendo, un pensiero finale che spieghi il perché dell’opera realizzata, e ognuna di essi verrà pubblicato sul sito dell’Istituto Alberghiero di Spoleto.

Accanto a questa “sfida” professionale, gli studenti vengono invitati anche a proporre un libro da leggere e, non ultimo, anche se su un desktop, i lettori volontari della scuola, insieme a molto molti cittadini, hanno aderito alla proposta del “Dantedì”, suggerita dall’Adi, con la promessa di ritrovarci di nuovo per letture collettive che possano coinvolgere anche le famiglie. Infatti, la sensazione che si ha a ogni videolezione, è quella di entrare nelle case e osservare “lo sfondo”, che non è mai neutro.

Per concludere, la didattica a distanza obbligata dalle circostanze, con una caotica proposta di piattaforme da utilizzare, un moltiplicarsi delle proposte delle case editrice di risorse didattiche aperte ha, in una prima fase posto l’attenzione sui mezzi, ma superato questo primo momento difficile, gli studenti sono stati rimessi al centro, valorizzandone il talento. Il rischio ora sono le normative che si attendono e che rischiano di far naufragare i docenti nel mare della burocrazia.

 

1 aprile 2020

 

Emanuela Valentini Albanelli

Docente di Italiano e Storia presso l’Istituto Alberghiero “G.de Carolis” Spoleto. http://www.alberghierospoleto.it/WP/