Azioni

Questa prima azione è necessaria a confermare la consistenza effettiva del materiale, verificare i microfilm e i volumi rari posseduti nelle biblioteche di area umanistica ed elaborare le linee guida per gli interventi, permettendo di identificare:

a) quanti pezzi effettivi da digitalizzare
b) quali formati e supporti e quindi quali strumenti di cattura più adeguati
c) quanti pezzi già inventariati o catalogati (in OPAC o su sistemi proprietari diversi).

Il materiale, proprio per la sua natura eterogenea, andrà preparato per poter essere acquisito digitalmente attraverso lo strumento più adeguato. Alcuni interventi dovranno essere condotti direttamente presso gli istituti di conservazione, altri materiali potranno essere trasportati presso ADLAB (https://site.unibo.it/adlab/it), altri ancora potranno essere destinati all’acquisizione attraverso strumentazione posseduta da membri del gruppo di lavoro (in particolare FrameLab del Dipartimento di Beni Culturali di Ravenna - https://framelab.unibo.it/ - e TEMPLA del Dipartimento di Storia Culture Civiltà).

Il materiale sarà dunque digitalmente acquisito attraverso le apparecchiature di ADLAB (https://site.unibo.it/adlab/it) in formato master TIFF 300/400 dpi (a seconda della tipologia documentaria) e destinato alla conservazione permanente. Le linee guida per l’acquisizione digitale (e il naming dei file, comprensivo di indicizzazione in formato XML/MAG) sono condivise con il centro AlmaDL (https://sba.unibo.it/it/almadl) per la raccolta, l’archiviazione e la disseminazione del patrimonio storico digitale di UNIBO, secondo le buone pratiche in uso presso gli istituti centrali (ICCU - https://www.iccu.sbn.it/it/, ICCD - http://www.iccd.beniculturali.it/, ICAR - https://www.icar.beniculturali.it/home).

Il lavoro di acquisizione digitale richiederà una fase di post produzione per l’ottimizzazione del file TIFF e la sua conversione nel formato JPG ad alta risoluzione (e potenzialmente delle diverse risoluzioni per i diversi usi dei file).

In questa fase si dovrà procedere a descrivere i materiali acquisiti digitalmente (secondo standard di descrizione ad hoc per tipologia documentaria) o acquisire, e contestualmente aggiornare con riferimento agli esemplari materiali, le descrizioni già presenti e disponibili (OPAC o sistemi proprietari come già emerso dalla fase di selezione dei materiali).

Si prevede un’esportazione dei dati dei materiali acquisiti (livello FRBR manifestazione) nel formato Dublin Core Terms (tracciato ad hoc elaborato per la DL FICLIT - https://dl.ficlit.unibo.it/s/lib/page/home) per una condivisione del sistema di metadatazione a prescindere dalla tipologia documentaria (aggiungendo sistemi di controllo del vocabolario già fruibili in Linked Open Data).

I materiali acquisiti (immagini digitali e metadati Dublin Core Terms) saranno preservati dal centro AlmaDL (https://sba.unibo.it/it/almadl), che garantisce, oltre alla conservazione permanente dei file, anche la gestione degli aspetti legali, delle licenze, del deposito legale e dell’attribuzione di un identificatore persistente (e.g. DOI e/o Handle). Si prevederà anche l’acquisto di un sistema di storage integrativo.

Ogni tipologia documentaria potrà seguire percorsi di disseminazione individuali e specificatamente finalizzati. Un primo luogo di divulgazione è lo stesso ambiente AMS Historica (https://amshistorica.unibo.it/), che, oltre all’archiviazione (backend), consente di divulgare i dati e renderli accessibili (framework di front end), garantendo diversi servizi di fruizione.

Si prevede la disseminazione di parte di dati e metadati anche attraverso la DL FICLIT (https://dl.ficlit.unibo.it/s/lib/page/home), che con l’ambiente Omeka S (framework a base semantica per l’esportazione in Linked Open Data - https://omeka.org/s/) permette di raccogliere i dati e con l’applicativo Mirador di visualizzare le immagini e renderle fruibili in formato IIIF (JsonLD file) per la massima interoperabilità e per l’interscambio.

Da questi due repositories potranno derivare ambienti Web specifici per la fruizione delle collezioni (ambienti che saranno disegnati sulla base dell’esperienza già condotta presso il centro DH.ARC - https://centri.unibo.it/dharc/en), come: sistemi di browsing per indici semantici, per mappe o linee temporali; mostre virtuali; itinerari multimediali guidati; accessi attraverso tool e librerie ad hoc; sistemi di storytelling per la creazione di percorsi tematici; visualizzazioni 3D; gaming e azioni di crowdsourcing (per alcune di queste azioni si intendono avviare anche ulteriori progetti ad hoc). Si prevede in particolare la creazione di due ambienti Web per l’accesso interattivo alle collezioni: uno per la consultazione di una prima digitalizzazione del fondo Umberto Eco (dati e metadati) e uno per la navigazione trasversale del Fondo Antico del CICU (https://giuridica.sba.unibo.it/).

Si attuerà una prima campagna di comunicazione del progetto (social, Web e stampa), che contemplerà anche la creazione di video promozionali, e quindi si procederà con una seconda serie di iniziative ed eventi, da svolgersi durante il progetto, come l’allestimento di mostre reali dei materiali acquisiti digitalmente e l’organizzazione di seminari e conferenze, anche per un pubblico non specialistico, la pubblicazione dei risultati del progetto in riviste di settore.