The Revenant e l'immaginario della frontiera canadese

Pamela Marinelli

The Revenant (2015) è un film diretto da Alejandro Gonzalez Inharritu e basato sul romanzo omonimo di Michael Punke, a sua volta ispirato da una storia vera. Il film vede come protagonista Hugh Glass interpretato da un Leonardo di Caprio totalmente trasformato rispetto ai ruoli nei quali siamo abituati a vederlo. Qui, infatti, riveste i panni di un uomo fortemente provato nel corpo e nello spirito. Nel 1882 Hugh Glass prende parte come guida a una spedizione di cacciatori di pelli e pellicce lungo il fiume Missouri e i suoi affluenti. All’epoca quel territorio era di fatto inesplorato poiché la prima missione di Lewis e Clark alla scoperta dell’Ovest risaliva a solo 18 anni prima per volontà del presidente Jefferson. Nell’immaginario collettivo, infatti, l’ovest era ricoperto ancora da un alone di mistero e popolato da strane creature.

Nel film, dopo essere sfuggito all’attacco degli indiani Arikara, Hugh decide di tornare al villaggio, percorrendo a piedi una strada poco battuta, piuttosto che percorrere il fiume e rischiare di venire attaccato dagli indiani. Sfortunatamente, viene attaccato da un Grizzly che stava proteggendo i suoi cuccioli. Per decisione del capo spedizione, Hugh viene lasciato alle cure del figlio, un giovane meticcio Pawnee, e di due uomini della compagnia, l’avido Fitzgerald e Jim Bridger, che si incaricano di prendersene cura in cambio di denaro. Purtroppo, la cupidigia di Fitzgerald predomina e lo porta a uccidere il figlio di Hugh e ad abbandonare l’uomo al suo destino, credendolo ormai morto.

La storia narrata non è una semplice avventura incentrata sulla figura del self-made man in grado di sopravvivere in condizioni ambientali estreme. È anche una storia di violenza, perpetrata dalla natura matrigna sull’uomo ma anche dall’uomo verso i suoi simili. Si tratta di una storia che porta lo spettatore a interrogarsi sulle motivazioni che spingono l’essere umano a fare del male, a uccidere e massacrare i suoi simili: non di meno, la natura spesso accentua questa malvagità mettendo in scena episodi di estrema crudità. La violenza è sempre presente sullo sfondo, a partire dalle riprese del paesaggio poco ospitale: acque ghiacciate; ambienti desolati, pericoli nascosti ovunque; distanze immense e fitte foreste. Grazie alla sua conoscenza della cultura dei nativi e al suo carattere tenace, però, Hugh riesce sempre a trovare degli stratagemmi per sfamarsi, trovare riparo dal freddo o a sfuggire ai nemici.

Tuttavia, The Revenant è anche un percorso di redenzione, difficile e doloroso: nonostante il desiderio di vendetta, Hugh non uccide Fitzgerald, ma lascia che siano gli Arikara a occuparsene. Hugh rimane quindi attaccato alla sua umanità e al suo codice morale, soprattutto grazie ai continui flashback legati a sua moglie. La donna, come una sorta di voce della coscienza, gli ricorda che l’uomo deve essere come un albero che resta ancorato al suolo grazie alle sue salde radici, anche se la sua chioma viene percossa dalle intemperie. Il film si conclude con Hugh riverso sulla neve dove risalta il sangue del suo nemico, sfinito ma pur sempre consapevole che la vendetta non gli restituirà gli affetti persi, ma che solo l’amore e la speranza possono dargli la forza di confrontarci con situazioni ignote ed estreme. Nonostante in certi momenti possa apparire lento, The Revenant ci offre grandi momenti di suspense e un dramma coinvolgente, proprio quelli che sono valsi a Di Caprio il suo primo Oscar della carriera.

Bibliografia:

The Revenant (2015),  Alejandro Gonzalez Inharritu

 

Sitografia: 

Foto 1  desordre.it (data ultima consulatazione 07/08/2021)