Rumble: The Indians Who Rocked the World

Chiara Panedigrano

Nell’edizione 2017 del Biografilm Festival – International Celebration of Lives è stato presentato in anteprima italiana Rumble: The Indians Who Rocked the World, di Catherine Bainbridge e Alfonso Maiorana, che era presente alla proiezione. Il documentario racconta la storia di più di una decina di musicisti con origini native americane, dimostrando quanto sia stata forte l’influenza di questa etnia nello sviluppo della sonorità e dei ritmi di tantissimi generi, dal rock al blues, dal jazz all’heavy metal. Il titolo del film prende il nome da Rumble, il brano di Link Wray che ha rivoluzionato la musica rock.

Questo pezzo è infatti uno dei primi ad usare effetti di distorsione e feedback e il power chord, inventato dallo stesso Link Wray, chitarrista di origini Shawnee. La base ritmica di questo brano è profondamente influenzata dalla musica nativa americana e le sue sonorità sporche sono poi diventate un marchio di fabbrica di tutto il genere rock. Link Wray è stato di ispirazione per moltissimi musicisti, tra cui Iggy Pop che nel documentario afferma che fu proprio grazie a Rumble che decise di diventare un musicista. Il film, infatti, racconta la storia dei musicisti nativi americani attraverso interviste a diversi grandi personaggi della musica e non solo. Fra gli intervistati, anche Martin Scorsese che nel 1978 girò L’ultimo valzer, film concerto che, partendo dall’ultima esibizione del gruppo The Band, ne esplora la musica e la carriera.

Locandina Film

Di questo gruppo fa parte uno dei più grandi chitarristi rock: Robbie Robertson, di origini Mohawk. Nel documentario si parla anche di Jimi Hendrix, la cui nonna paterna era di origini Cherokee, e di come le sue origini miste abbiano influenzato la sua musica e il suo particolare modo di vestire. Altra figura di spicco è Mildred Bailey, una delle prime cantanti jazz. Il suo stile, profondamente influenzato dalle sue origini native americane, fu d’ispirazione per Ella Fitzgerald e tantissimi altri musicisti jazz. Si parla anche di Randy Castillo, batterista di Ozzy Osbourne: nel modo di suonare potente e decisamente “heavy metal” trasparivano le sue origini messicane e native americane. Ma la lista non finisce qui: il film racconta anche la storia di Charley Patton, Jesse Ed Davis, Buffy Sainte-Marie e tanti altri.

Il documentario, che si è aggiudicato il premio "Special Jury Award for Masterful Storytelling" al Sundance Festival 2017, è anche cinematograficamente ben realizzato. Complice un ottimo montaggio, il film non risulta mai monotono perché alle interviste si alternano spezzoni di concerti, scene animate e riprese di paesaggi. Rumble: The Indians who Rocked the World non è solo un viaggio nel mondo della musica, ma anche un’esplorazione di un’America poco conosciuta. Questo documentario ci permette di comprendere meglio le origini delle sonorità che caratterizzano la musica moderna, rintracciandone l’origine nella musicalità dei nativi americani che nasce dalla terra, dall’acqua, dalla natura. E soprattutto rende giustizia ad una etnia che è stata volontariamente cancellata dalla storia ma che, nonostante questo, è riuscita a dare un contributo essenziale alla cultura mondiale.