Gli ebrei ortodossi e la voglia di conoscere se stessi in “Unorthodox”

Gli ebrei ortodossi, di fatto, sono una delle comunità religiose più integraliste del mondo moderno ed è proprio il loro mondo che tenta di descrivere la serie tv Unorthodox, una produzione originale Netflix uscita nel 2020, creazione della regista statunitense Anna Winger. Divisa in quattro parti, la serie accende i riflettori su una comunità di ebrei ortodossi di Brooklyn, rivelandone alcune peculiarità che spingeranno Esty, protagonista diciannovenne della storia, a fuggire oltreoceano alla ricerca della sua libertà e della sua identità, paradossalmente proprio in Germania.

 

1. Storia e tradizioni del Chassidismo

2. La comunità chassidista negli USA

3. "Unorthodox" e la fuga alla ricerca di se stessi

4. Bibliografia

 

1. Storia e tradizioni del Chassidismo

La comunità narrata da Unorthodox è formata in particolare da ebrei chassidisti. La storia del Chassidismo è una storia affascinante: questo movimento rappresenta un ramo dell’ebraismo ortodosso, il quale rivendica la fedeltà di milioni di ebrei in Europa orientale e centrale. 

Dopo essere stato fondato nel XVIII secolo da un gruppo di mistici, il Chassidismo ha acquisito rapidamente popolarità in più livelli della società, facendo breccia soprattutto nelle classi più povere e meno istruite che sono state colpite dal carisma dei leader del movimento e dalla spiritualità del loro messaggio, che parlava soprattutto di gioia, fede e preghiera estatica, accompagnata da musica e danze. Come molti altri movimenti religiosi, il Chassidismo rivendica la chiamata al rinnovamento dello spirito e protesta contro le maggioranze religiose e il progresso culturale.

Il movimento è sopravvissuto durante un secolo di lento declino, in un periodo in cui le idee progressiste si stavano espandendo in tutto il mondo ebraico e soprattutto durante la quasi totale distruzione dello stesso durante l’Olocausto. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Chassidismo fu portato dai migranti in America, Israele, Canada, Australia e Europa occidentale. In queste nuove terre, specialmente a New York e nelle altre grandi città statunitensi, il chassidismo rappresenta ormai una minoranza in espansione che preserva l’antica lingua yiddish e molte tradizioni religiose che risalgono al periodo precedente all’Olocausto.

ebrei ortodossi - carmen de carlo - canadausa

L’idea principale su cui si basa il Chassidismo è quella di vivere una vita umile in cui anche le azioni più mondane hanno una finalità spirituale. Gli ebrei chassidisti vivono in piccole comunità (definite dinastie) che ruotano intorno a un leader spirituale, il rabbino, che rappresenta un’autorità sia politica che religiosa. Le diverse dinastie prendono il nome dalla città in cui si sono originate: i Bobov vengono dalla città di Bobova in Polonia, i Satmar dalla città ungherese di Satu Mar, i Lubavitch dalla Russia e così via.

Il Chassidismo, quindi, non è una semplice denominazione spirituale ma uno stile di vita basato sulla religiosità e soprattutto un’ideologia, che è espressa diversamente in base alle dinastie. Questo stile di vita presenta delle abitudini che potremmo definire inusuali per noi occidentali e soprattutto delle antiche tradizioni legate alla musica e alla danza.

Il principio fondamentale del Chassidismo è il “non cambiare nulla”. Lo stile di vita condotto dagli antenati ebrei dell’Europa orientale per loro deve essere un esempio da riproporre ogni giorno nella quotidianità. Questo include la lingua, il modo di vestire, il cibo e ogni altro aspetto della vita. I ruoli di genere devono essere quelli tradizionali e uomini e donne sono spesso separati in occasioni pubbliche, come nella sinagoga o a scuola. I matrimoni sono combinati e avvengono quando i giovani compiono 17, 18 o 19 anni. La comunità chassidista si basa molto sulla fratellanza, infatti gli uomini e i ragazzi passano molto tempo insieme nella sinagoga. Il pudore, soprattutto, è indispensabile: tutti i corpi devono essere interamente coperti e il vestiario molto formale.

La vita degli ebrei ortodossi, quindi, ruota attorno a un ciclo di regole ed eventi religiosi, come il rispetto del Sabbath (il riposo del sabato) e altre festività. Gli uomini devono anche studiare la Torah e pregare tre volte al giorno. Tutto, nella loro vita, deve riflettere la coscienza di Dio. Una spiritualità vissuta in modo diverso invece dalle donne, che hanno il dovere di educare la prole e accudire il proprio marito. Molti osservatori non potrebbero negare che il Chassidismo si basa su un sistema patriarcale tradizionale. Un sistema da cui la protagonista di Unorthodox ha deciso di fuggire.

 

2. La comunità chassidista negli USA

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, alcuni dei più importanti rabbini sopravvissuti alla grande tragedia dell’Olocausto decisero di emigrare (tra le altre nazioni) anche negli Stati Uniti. New York City rappresenta, infatti, uno dei centri di raccolta più importanti per la comunità degli ebrei ortodossi chassidisti. Camminando per le strade Brooklyn, in particolare, è difficile non incontrare qualcuno che indossi gli abiti tipici del movimento.

chassidismo - carmen de carlo - canadausa

Crown Heights, Williamsburg e Boro Park sono le piccole isole appartenenti alla grande mela che più di tutti presentano una maggioranza di ebrei ortodossi all’interno dei loro quartieri: i negozi hanno molto spesso insegne con traduzioni in Yiddish o ebraico; i ristoranti fast food servono cibo della tradizione kosher, l’unico cibo ammesso dagli ebrei; scuolabus speciali adibiti al trasporto dei piccoli chassidisti scorrazzano per le vie della città e altri autobus trasportano uomini adulti verso Manhattan per raggiungere il loro posto di lavoro.  

In questa zona della città, però, la comunità ha creato delle barriere che denotano non solamente delle differenze religiose con il mondo moderno, ma delle distanze fisiche e sociali dallo stesso. Dopo la migrazione di massa dall’Europa, le comunità stabilitesi nei vari quartieri newyorkesi hanno rifondato la propria società e la propria cultura, creando una bolla lontana dal mondo moderno e che potrebbe essere definita dagli abitanti di quest’ultimo come “esotica”. Le abitudini, il modo di vestire, i riti religiosi rappresentano oggi una barriera atta a proteggere la loro identità e a prevenire l’avvicinamento delle nuove generazioni al mondo moderno così da proteggere il codice religioso. Per questo motivo, gli ebrei chassidisti di New York raramente frequentano locali o altre famiglie newyorkesi: i bambini non giocano al parco e non frequentano altri coetanei non-ortodossi, così da non essere discostati dai loro obiettivi spirituali.

Tuttavia, l’immagine della comunità ebraica ortodossa definita come omogenea e chiusa, fatta di persone accomunate dalla stessa e unica ideologia che voltano le spalle alla modernità non è del tutto corretta.

chassidismo a new york - carmen de carlo - canadausa

Ci sono diverse e profonde differenze fra tutte le piccole dinastie e grandi varietà individuali all’interno di ogni gruppo. In più, la dottrina della separazione e della protezione dalla contaminazione della società esterna si affiancano alla particolare nozione della santificazione del profano. Questo crea la possibilità di elevare e assorbire le influenze esterne, adottare e adattare tutto (partendo da una canzone d’amore fino ad arrivare al baseball) a servizio della devozione.

Il chassidismo negli Stati Uniti, d’altronde, è stato inevitabilmente americanizzato, come afferma lo studioso nonché scrittore George Kranzler:

 “La vita chassidista negli Stati Uniti non sarebbe da definire una vita a sé, una bolla all’interno del mondo moderno. Essa ha assunto anzi caratteristiche che la definiscono americana a tutti gli effetti. Ad esempio, l’isolamento di alcune comunità chassidiste è solamente socioculturale, ma lo spirito delle nuove generazioni di chassidisti americani, il loro adattamento alla grande economia e in particolare il loro slancio e interesse imprenditoriale rappresenta la quintessenza dell’essere cittadini statunitensi.”

Seppur questa comunità sembri adattarsi (nei suoi limiti) ai cambiamenti e al progresso della società moderna, questo processo  interessa solamente i membri della comunità a cui è concessa maggiore libertà individuale: gli uomini

Per le donne chassidiste rimane ancora oggi un imperativo essere le colonne portanti della famiglia e dei propri figli, essendo loro negato il diritto d’essere libere e indipendenti. La serie Netflix Unorthodox ci mostra come una rivendicazione di tali diritti può portare a delle serie conseguenze che pesano non solamente sull’individuo in questione, ma su tutta la comunità. Ma chi, d’altronde, non sarebbe disposto a pagare qualsiasi cosa per la libertà?

 

3. "Unorthodox" e la fuga alla ricerca di se stessi

Il chassidismo e tutte le sue peculiarità sono raccontati nella serie tv Unorthodox attraverso gli occhi, le emozioni e i ricordi di Esty (interpretata dall’attrice israeliana Shira Haas), una diciannovenne intrappolata in un matrimonio combinato e infelice. 

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In molte scene la ritroviamo nel suo appartamento, mentre guarda fuori dalla finestra osservando le strade di Brooklyn. Successivamente, nello svolgimento della storia dirà a una sua amica conosciuta a Berlino “Williamsburg non è l’America”. La sua comunità, quella dei Satmar, è rinchiusa in questo quartiere delimitato da un Eruv (una recinzione rituale che permette agli ebrei di uscire di casa durante lo Shabbat) che per lei rappresenta quasi una cortina di ferro.

D’un tratto, però, con un po’ di contanti e dei documenti nascosti nella gonna, decide di andare oltre quella cortina di ferro e scappare a Berlino, in cerca di sua madre che a sua volta era fuggita dalla comunità e dal marito alcolizzato, lasciandola con sua nonna. La sua scomparsa chiaramente genera uno scandalo, soprattutto nella famiglia del marito Yanky, che aveva già dei risentimenti verso la ragazza a causa dei suoi genitori e del suo ruolo di moglie poco adatta (“Un anno di matrimonio e nemmeno un bambino!”, aveva infatti esordito sua suocera). 

Yanky e suo cugino Moishe partiranno subito alla ricerca di Esty per ordine degli anziani, portando con sé dei cappellini degli New York Yankees per nascondere i propri boccoli e cercare (invano) di camuffare il loro aspetto alquanto riconoscibile.

La storia raccontata è quella di una scoperta personale con l’intensità di un giallo. La vicenda, infatti, è narrata attraverso continui flashback che mostrano Esty e la sua nuova vita a Berlino per poi tornare alla sua vecchia vita nel periodo matrimoniale. La domanda che accompagna lo spettatore durante tutti questi passaggi, che svela anche la natura avvincente della serie, è “perché è scappata? E soprattutto, da cosa?”.

unorthodox - netflix - carmen de carlo - canadausa

Esty scappa dalle tradizioni chassidiste, dalle cerimonie religiose lunghe ed estenuanti come quella del suo matrimonio. Fugge dai pranzi di famiglia preparati in una cucina coperta di carta stagnola perché durante lo Shabbat il cibo non deve essere a contatto con ciò che è considerato impuro. Lascia suo marito Yanky, introverso, timido e infantile, con cui è fisicamente ed emozionalmente incompatibile. Un matrimonio che invece di donare a Esty un’identità, gliela nega: da quel momento in poi lei è “la moglie di Yanky Shapiro”.

A Berlino la diciannovenne newyorkese cerca di integrarsi come può, seppur con poco denaro e con conoscenze minime del mondo moderno: la vediamo infatti interagire per la prima volta con un computer e la prima cosa che digita su Google è la domanda “Dio esiste?”. Conosce un gruppo di studenti di musica di un conservatorio internazionale che la osservano con fascinazione, come se fosse un alieno o se venisse da un’altra epoca. I loro modi di fare e la loro libertà la spaventano e la affascinano allo stesso tempo.  

Nel frattempo, Yanky e Moishe compiono un vero e proprio pellegrinaggio alla ricerca della ragazza. Lo spettatore è chiaramente portato a parteggiare per Esty, ma si è portati a provare comprensione anche per loro: Yanky è stato cresciuto con l’idea di essere il re della casa, per poi scoprire che questi modi di fare che hanno definito la sua vita sono labili ed effimeri, proprio come i suoi boccoli che si taglierà per dimostrare la sua volontà di cambiamento per la moglie.

unorthodox - chassidismo - carmen de carlo - canadausa

Unorthodox è di fatto la storia della fuga di una donna da una società che lei trova soffocante e insostenibile, ma allo stesso tempo parla alla curiosità e comprensione di coloro che trovano nel Chassidismo e le sue tradizioni un rifugio da un mondo che è stato per molti anni (e per certi versi lo è ancora) ostile verso gli ebrei.

Per la sua comunità, quello di Esty è un gesto mosso dalla follia, un tradimento. Per lei, invece, è una liberazione dal passato e tutto ciò che esso comportava. Adesso è pronta a conoscere ciò che rappresenta il massimo dell’aspirazione di un essere umano che si possa definire libero: Esty vuole conoscere se stessa.

 

4. Bibliografia

“A life Apart: Hasidism in America”, alifeapart.com ,(data ultima consultazione 19/11/22)

"Netflix’s ‘Unorthodox’ went to remarkable lengths to get Hasidic Jewish customs right”, latimes.com (data ultima consultazione 19/11/22)

“How ‘Unorthodox’ Captured One Woman’s Flight From Hasidic Brooklyn”, newyorktimes.com, (data ultima consultazione 19/11/22)

 

Foto 4 da Netflix.com (data ultima consultazione 19/11/22)

Foto 5 da thewhasingtonpost.com (data ultima consultazione 19/11/22)

Foto 6 da  cineuropa.it (data ultima consultazione 19/11/22)